vai al contenuto della pagina vai al menu di navigazione
 

“L’UNICA SERA IN CUI NON C’ERO”

RICORDANDO FRANCESCA ALINOVI

a cura di Fabio Acca

in collaborazione con DOM La cupola del Pilastro

dove: Laboratori delle Arti + DOM La cupola del Pilastro
quando: 6-13 aprile

Il 15 giugno del 1983, a soli 35 anni, Francesca Alinovi venne ritrovata morta nella sua casa di via del Riccio, a Bologna. Fece però in tempo a lasciare molte testimonianze del suo talento di critica, studiosa e curatrice. Del Novecento condivideva l’amore per il nuovo e l’avanguardia. Aveva studiato il Dadaismo, la fotografia sperimentale, l’arte della performance. Aveva scoperto nelle periferie di New York l’invenzione artistica dei nuovi graffitisti, Keith Haring e Basquiat. Del postmoderno aveva in qualche modo incarnato l’icona, con quel suo gusto provocatorio, capace di sintetizzare in modo lucido gli stili di un’epoca che, da alcuni anni, è tornata prepotentemente – e pervasivamente – a imporsi sul piano delle estetiche.

In una pagina del suo diario datata 7 giugno 1981, Francesca Alinovi non riusciva a credere che il “suo” Francesco potesse «essere innamorato di un ragazzino venticinquenne incontrato per caso alla Soffitta la sera della performance di Orlan, mentre io non c’ero, l’unica sera in cui non c’ero». In seguito Francesco Ciancabilla sarebbe stato accusato dell’efferato delitto Alinovi, alimentando con la sua controversa figura l’interesse mediatico intorno alla vicenda.

A partire da questo “caso”, La Pesatura dei Punti ha composto tra il 2010 e il 2013 una trilogia di rara sensibilità performativa, dal titolo Your [you’re] not alone any... way, riprendendo così l’enigmatica frase trovata scritta nell’appartamento della Alinovi, sul vetro della finestra del bagno. Senza rimarcare gli aspetti più morbosi della cronaca, piuttosto rilanciando in termini di pratica performativa alcune traiettorie legate alla metafisica freddezza dei dispositivi linguistici generati dai testi e dalle testimonianze emersi durante le udienze, le due artiste della Pesatura dei Punti attraversano gli avvenimenti per fratture combinatorie. Senza una volontà esplicitamente narrativa, ne mettono crudelmente in luce le contraddizioni, i non-detti, le trasformazioni in una logica analitica di personale assunzione fisica.

Nell’ospitare gli ultimi due episodi di questa trilogia – Non più di due ore (prima assoluta) e Questo rosso è un’intrusione atomica – grazie anche alla collaborazione con DOM - La cupola del Pilastro, il Centro La Soffitta vuole ricordare Francesca Alinovi nel trentennale della sua scomparsa. Ma al contempo, nell’orizzonte tracciato dalla sua figura pionieristica, vuole rimarcare il proprio presidio sulle estetiche del contemporaneo con il contributo di artisti emergenti dell’attuale scena italiana.

 

La Pesatura dei Punti nasce come progetto teatrale nel 2008 a Bologna, dal nuovo incontro di Debora Pradarelli con Carlotta Pircher, formatesi insieme presso il Centro di Ricerca Teatrale di Pontedera. Nel primo lavoro del duo, del 2009, dal titolo T. “duetto per entità dissociata in invecchiamento” (tratto da un testamento regolarmente depositato agli atti), lo spazio e le azioni diventano una macchina geometrica che si incarna nel corpo delle attrici. Attualmente La Pesatura dei Punti è impegnata nel progetto in tre studi dal titolo Your [you’re] not alone any... way, teatralizzazione degli atti processuali dell’omicidio di Francesca Alinovi.

Il progetto

NON PIÙ DI DUE ORE
sabato 6 aprile, h 21 | Laboratori delle Arti/teatro | a seguire incontro con La Pesatura dei Punti
QUESTO ROSSO È UN’INTRUSIONE ATOMICA
sabato 13 aprile, h 21 | DOM La cupola del Pilastro