CINEMA
a cura di Michele Fadda
29 gennaio, ore 17, Laboratori DMS – Auditorium
SENZA FRONTIERE
UNA PROPOSTA DAL WITHOUT BORDERS FILM FESTIVAL
incontro e proiezioni di film a cura di Michele Fadda /// intervengono Fiamma Arditi (giornalista, direttore Without Border Festival), Michele Fadda e Guglielmo Pescatore (Università di Bologna) /// ingresso libero
Sul
ruolo svolto dal cinema come medium nell’era della globalizzazione si
discute ormai, con particolare insistenza, da più di una decade. Esiste
però solo un festival – diviso fra Italia e Usa – che ha fatto di
questo argomento il suo nodo focale. In attesa della terza edizione che
avrà luogo a Roma nel luglio 2010, il l festival Senza Frontiere
Without Borders, – patrocinato dall’UNESCO, il tribunale dei rifugiati
delle Nazioni Unite (UNHCR), diretto da
Fiamma Arditi, Janina Quint e
Mariam C. Said – si è ritagliato ormai un suo spazio privilegiato per
indagare il cinema come luogo di scambio tra culture, visioni del mondo
differenti nell’orizzonte storico contemporaneo.
L’ultima edizione
2009, in particolare, ha insistito su film capaci di sottolineare
l’ansia di uscire dalla ristrettezza dei propri confini culturali e
nazionali, e di ritrovare nell’arte cinematografica un’occasione
innanzitutto di libertà e di denuncia. Come nella selezione di film
iraniani, di cui La Soffitta propone, in esclusiva per il pubblico
bolognese, due esempi recenti, paradigmatici per farci intendere le
nuove forme di oppressione generatesi nel regime in questi ultimissimi
anni. a seguire, proiezioni di film:
FEMININ-MASCULIN
di Sadaf Foroughi (Iran, 2007, 9’, farsi, sott. ing/ita)
Un particolare ritratto di donna ribelle nell’Iran contemporaneo: può una donna guidare un autobus a Teheran?
HEAD WIND
di Mohammad Rausolof (Iran, 2008, 65’, farsi, sott. ing/ita)
La censura in Iran è ovunque. La televisione satellitare è proibita, ma si trovano antenne su ogni tetto.
24 maggio, ore 14.30-19
25 maggio ore 9.30-18
Salone Marescotti
MEDIA MUTATIONS
Le frontiere del "popolare" tra vecchi e nuovi media
Convegno Internazionale di Studi sulle nuove frontiere dell'audiovisivo
Seconda Edizione
a cura di Claudio Bisoni
ingresso libero
Nel
corso del Novecento è stato un luogo comune definire il cinema o la
televisione come media di massa. Ma questi old media oggi, nel circuito
intermediale reso possibile dalla rivoluzione digitale, hanno visto
eroso e ridefinito il terreno della pro- pria popolarità. In che modo è
possibile ripensare in prospettiva estetica e mediologica le categorie
di ‘massa’ e di ‘popolare’ proprio in un periodo in cui anche in campo
politologico queste stesse categorie sono al centro di una nuova
attenzione? Esiste ancora la dimensione-massa? 
I new media aprono anche nuovi scenari culturali (oltre che politici). Con la diffusione di saperi e comportamenti attraverso il web, è necessario riarticolare il rapporto tra locale e globale nei processi di trasmissione culturale. Così, le metafore dell’ ‘epidemia’ e del ‘contagio’ culturale appaiono adatte a descrivere i processi che portano all’affermarsi di mode, stili o al successo di determinati prodotti (anche audiovisivi). Tutto ciò avviene in sostanziale sintonia con lo sviluppo della teoria delle reti, considerata da molti adatta a spiegare la diffusione e la gerarchizzazione di saperi e contenuti attraverso il web. Di fronte a questi problemi è legittimo chiedersi quanto alcune nozioni necessitino di essere ripensate in modo radicale. Inoltre diventa sempre più urgente monitorare i processi di rilocazione tra media di massa e new media. Nello scenario attuale è vero quindi che il cinema come esperienza di fruizione in sala di un certo tipo di testualità è un fenomeno minoritario all’interno del grande archivio delle immagini in movimento, ma in qualche modo, la de-istituzionalizzazione dei luoghi di visione e il superamento della sala cinematografica come contenitore fisico privilegiato dell’esperienza filmica hanno reso la circolazione sociale del cinema più intensa che mai. Questioni simili si impongono per la televisione: il mercato televisivo sta seguendo lo stesso percorso descritto nel noto slogan (relativo all’economia di mercato) che recita “dal mercato di massa alla massa di mercati”? In che modo il passaggio da un pubblico omogeneo a un pubblico diviso secondo precise scale di acculturazione tecnologica e frequentazioni cross-mediali ha cambiato la nozione di “mercato televisivo di massa”?
Il convegno di studi si propone di rispondere a queste e ad altre domande, attraverso un programma che prevede la partecipazione di relatori italiani e stranieri e che rappresenta il secondo appuntamento annuale di Media Mutations.
24/26 giugno, Laboratori DMS – Auditorium, Cinema Lumière
in collaborazione con Cineteca di Bologna, Regione Emilia-Romagna, Biblioteca Italiana delle donne
WOMEN AND THE SILENT SCREEN VI
Convegno Internazionale
a cura di Monica Dall’Asta e Cristina Jandelli
Dopo esser già transitato in tre continenti (Utrecht 1999, Santa Cruz 2001, Montreal 2004, Guadalajara 2006 e Stoccolma 2008), WOMEN AND THE SILENT SCREEN ovvero Donne e cinema muto
approda quest’anno alla sesta edizione e si presenta più che mai ricco
di percorsi originali alla scoperta della creatività, dell’ingegno e
dell’iniziativa femminile nel primo cinema. Dalla mattina del 24 giugno
presso i Laboratori DMS (Via Azzo Gardino 65/a) il convegno riunirà a
Bologna oltre cento studiose e studiosi da tutto il mondo, per esporre
e discutere i risultati della ricerca condotta da una rete
internazionale che da alcuni anni, con il suo lavoro, sta innovando
significativamente la visione tradizionale della storia del cinema. Il
Convegno è promosso da Università di
Bologna, Cineteca di Bologna e Women and Film History International, in
collaborazione con Biblioteca Italiana delle Donne, Associazione
Orlando e Circola Alice Guy, con il supporto dell’Assessorato alla
Cultura della Regione Emilia-Romagna. Diversamente da quanto la storia ufficiale ha in genere registrato, il ruolo delle donne nell’industria e nella cultura cinematografica dei primi decenni non si limitò alla sola sfera della recitazione, ma abbracciò da subito attività ancora oggi considerate principalmente maschili come la regia, la produzione, la sceneggiatura, il montaggio, la critica ecc. Il primo film diretto da una donna pare risalga addirittura al 1896, realizzato da Alice Guy (capo produzione presso la società Gaumont) ad appena un anno dall’invenzione dei fratelli Lumière. Anche grandi dive come Asta Nielsen, Francesca Bertini, Musidora, Mary Pickford, Alla Nazimova costruirono attentamente il loro successo non solo davanti, ma anche dietro la macchina da presa. Questi e molti altri nomi – in molti casi riemersi grazie a pazienti ricerche dopo quasi un secolo di oblio – saranno al centro dei lavori del convegno, suddivisi in ben 24 sessioni tematiche.
L’evento si segnala quest’anno per la particolare originalità dei temi in discussione: si va dalla sessione dedicata alle pioniere del cinema cinese a quella che analizza il discorso giornalistico sul tema dello scandalo nella Hollywood degli anni Venti, a quella dedicata al contraddittorio rapporto tra divismo e masochismo. Tra i modelli rappresentativi esaminati nelle varie relazioni si incontrano le figure della donna-ragazzo, della flapper e della donna criminale. Si parlerà anche di origini del cinema afro-americano, di dive-registe egiziane e messicane, di rappresentazione del femminile sugli schermi giapponesi e brasiliani. Altre relazioni riguarderanno l’uso di proiezioni nelle carceri femminili americane negli anni Dieci, le attrici dello studio-system e i loro problemi con la maternità e il film sul controllo delle nascite che fu progettato, ma mai realizzato, da Alice Guy con la collaborazione di Rose Pastor Stoke.
Nel corso della manifestazione, venerdì 25 alle ore 11 sarà presentato il DVD Forze irresistibili. Attrici comiche e suffragette 1910-1914, edito dalla Cineteca di Bologna, a cura di Mariann Lewinsky.
A completare il programma, nelle serate di giovedì 24 e venerdì 25, ore 21.00, presso il Cinema Lumière in Via Azzo Gardino 65/b, saranno proiettate alcune rarissime pellicole d’epoca: titoli come A Fool and His Money, girato da Alice Guy nel 1912 con una troupe di soli attori afroamericani, Unmasked, incentrato sulla figura di un’incantevole ladra dai modi aristocratici, scritto, diretto e interpretato nel 1913 da Grace Cunard, La donna di domani, dramma di ispirazione femminista prodotto nel 1914 nella Russia prerivoluzionaria e interpretato dalla grande attrice Vera Yureneva.
Programma completo su wss2010.wfhi.org
info: convegno.wss.sesto@gmail.com