presentazione del libro a cura di Luigi Gozzi e Marinella Manicardi (EdiSai, Ferrara, 2006)

intervengono, oltre gli autori, Davide Amadei, Giovanni Azzaroni, Paolo Cacchioli, Andrea Calzolari, Marcello Fois, Alessandra Frabetti, Alberto Gozzi, Antonia Gozzi, Gerardo  Guccini, Giuseppe Liotta, Carlo Lucarelli, Laura Mariani, Massimo Marino, Claudio Meldolesi, M. Dolores Pesce, Lamberto Trezzini

coordina Marco De Marinis

Un pomeriggio e una serata di racconti, testimonianze, analisi di spettacoli, foto, locandine e ricordi personali e artistici intorno al Teatro delle Moline da parte di registi, critici, attori, che come protagonisti o come spettatori hanno contribuito alla storia di questo spazio tanto piccolo quanto importante.
Da L’altro mondo di Alberto Gozzi che segnò il debutto a Bologna della compagnia diretta da Luigi Gozzi, a Otello! mitico spettacolo che con più di 200 repliche divenne un cult degli anni ’70, agli spettacoli tratti dalla letteratura psicoanalitica come Freud e il caso di Dora, al coinvolgimento di Marcello Fois e Carlo Lucarelli che scrissero per la prima volta testi teatrali per le Moline, agli ultimi spettacoli come L’attentato, storia bolognese-nazionale dell’avvento del fascismo o alle regie di Anna Cappelli di Annibale Ruccello per la regia di Marinella Manicardi, e ancora di Marinella, Luana prontomoda.
Per la presentazione del libro TRENT’ANNI DOPO: IL TEATRO DELLE MOLINE è prevista presenza e l’intervento di Luigi Gozzi e Marinella Manicardi, curatori del libro e di Alberto Gozzi, Claudio Meldolesi, Paolo Cacchioli, Gianni Manzella, Gerardo Guccini, Marcello Fois, Massimo Marino, Giuseppe Liotta, Simona Lembi, Andrea Calzolari, M.Dolores Pesce, Nicola Bonazzi, Andrea Paolucci, Laura Mariani, Giovanni Azzaroni, Franco Mescolini, Alessandra Frabetti, Francesca Ballico, Mirella Mastronardi, Andrea Pierdicca, Andrea Lupo, Gianfranco Furlò.

“Questo libro appartiene a un teatro: Teatro delle Moline, che si trova a Bologna
in via delle Moline al numero 1 e a una compagnia teatrale il Teatro Nuova Edizione o TNE.
Tuttavia credo di poter dire che questo teatro e questa compagnia non esisterebbero se non li avessi inventati io, più di trent’anni fa. E successivamente, negli anni che seguirono, non li avessi tenuti insieme e promossi con notevole entusiasmo e qualche fatica.
Non mi va di usare la parola sacrificio così diffusa nel nostro paese anche quando non è il caso.
Alle Moline e con la mia compagnia ho potuto fin da principio mettere in gioco e alla prova molti miei interessi riguardanti in generale la scena, l’attore, la scrittura drammaturgica e trovare via via altri stimoli circa il confronto col pubblico, la pratica della scrittura, la didattica scenica, i modi del rappresentare e anche i rapporti con i massmedia.
Sul piano professionale, teatrale, sono fondamentalmente un autodidatta, come del resto inevitabilmente molti protagonisti dell’odierna scena nazionale.
Prima di affrontare l’avventura delle Moline ho fatto alcune esperienze da critico e saggista e alcune  prove registiche per me importanti in formazioni universitarie e con gruppi abbastanza improvvisati.
Naturalmente non ho fatto tutto da solo: le Moline sono state l’occasione e lo strumento di incontro, di fattiva collaborazione, di scambio e di stimolo reciproco con tanti giovani e meno giovani.
Non voglio dire con tutti: mi pare una sciocca ipocrisia affermare che con tutti sono andato d’accordo e da tutti ho ricavato qualcosa, ma con tanti sì. Con tanti ho lavorato bene e gli ero e gli sono amico: spero anzi di avergli trasmesso il mio interesse e quello che so e sono venuto capendo.
Da diversi anni Marinella Manicardi (che è arrivata al TNE già nel 1969) condivide con me la direzione artistica della compagnia e delle Moline, ma posso dire che condivide con me quasi tutto.
Dire che le sono grato a questo punto è poco.
Oppure è improprio e decisamente goffo”.