LA SOFFITTA - Centro di promozione teatrale
LA SOFFITTA 2005
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TEATRO
19 gennaio - 23 maggio |
mercoledì 3 marzo Laboratori DMS - Teatro, ore 17.30 Rassegna movies
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In foto: Barbara Voghera
Imagoturgia (44’) regia Francesco Pititto musica Adriano Engelbrecht e Andrea Azzali interpreti e 'tableaux vivants': Giuseppe Barigazzi, Giuseppe Imprezzabile, Elisa Orlandini, Alessandro Sciarroni, Sandra Soncini, Barbara Voghera produzione Lenz Rifrazioni, dicembre 2003 Una imagoturgia delle visioni, metamorfosi, epifanie, trasfigurazioni, documenti della rappresentazione. Nella vita e sulla scena. “Voi di nuovo qui/figure mosse”, come per Faust un ritorno all’origine, al Geisterreich. Gli attimi si confondono, si sovrappongono e si uniscono per poi dividersi, allontanarsi dalla scena della vita. Quel che è stato e quel che è. Non-cinema, non documentario, tanto meno fiction, ma solo immagine. L’immagine è solo la messa in scena di se stessa. Madrid. Nella piazza la statua di Calderón de la Barca sembra guardare a distanza le spalle della statua di Garcia Lorca. Entrambe guardano il teatro che a sua volta le guarda. In Plaza Mayor la gente passa e si allontana dai suoi tanti angoli e passaggi per le vie di Madrid. Nelle stanze dell’Accademia di San Fernando riposano, tra le altre, le due opere di Goya El Entierro de la Sardina e Casa de Locos. Due luoghi della mente in cui svanisce la nostra figura femminile, due visioni che urlano la festa pagana e la follia del reale. Semíramis da La hija de l’aire, Julia da La dévocion de la cruz, Angela da La dama duende: tre figure femminili di Calderón nel corpo di una sola donna. A sua volta la donna – l’attrice – incorpora la moltitudine di segni/semi raccolti in tanti incontri con altre donne, frequentatrici dei margini della vita – Una linea che non c’è. Camera 102 (17’) imagografia Francesco Pititto interprete Elisa Orlandini musica Adriano Engelbrecht e Andrea Azzali produzione Lenz Rifrazioni, dicembre 2003 Luoghi della mente e del pensiero, del sentimento e del lamento, della gioia e della melancolia dell’esistenza. Tempi dell’altrove, partiture del vivere senza consigli per la spesa o parentesi mortali. Vitali e accaniti, abbracciati e aggrappati all’esser qui e adesso gli attori che abitano le camere di Lenz Hotel ritornano felici ad ogni stagione della vita. Romantici clienti di un albergo di montagna. Frammenti visivi dall’Albergo di Pellegrino Parmense. L’attrice Corpo della Poesia alloggia nello iato, nella cesura, nello spazio vuoto tra il vivente e il non vivente. Tra il respiro e il soffio che l’interrompe. Nella pausa, come Empedocle il filosofo. “Un bellissimo viaggio composto dalle immagini create a Pellegrino Parmense, nell’Albergo che ha ospitato la comunità di pazienti psichiatrici con i quali Lenz ha intrapreso un lungo percorso teatrale in questi anni. Simbolo d’elezione della rassegna Lenz Hotel, questo Hotel della Follia abitato dagli spiriti e dai fantasmi delle menti nei suoi ospiti è stato il fulcro del percorso intrapreso nei film”. (Francesca Benazzi). Figure Mosse. Pratiche di teatro sociale (70’) imagografia Francesco Pititto docenza e regia teatrale Maria Federica Maestri aiuti co-docenti ai laboratori Elisa Orlandini, Alessandro Sciarroni, Sandra Soncini, Lucia Perego assistenti attori aggiunti Giuseppe Barigazzi, Alessandro Castiglione, Giuseppe Imprezzabile musica Adriano Engelbrecht e Andrea Azzali allievi attori dal 2000 Giovanni Abbati, Liliana Bertè, Sante Brianti, Michel Cavazzini, Beatrice Chittolini, Mario Cova, Ivano Fantini, Lino Pontremoli, Mirella Giubellini, Marco Grechi, Paolo Maccini, Luigi Moia, Ivana Rabaglia, Angela Scaffardi, Daniela Valenti, Vito Ollari, Luca Migliari, Elena Cattani, Mario Palalagio, Giuliana De Gaetano operatori allievi attori dal 2000 Paolo Pediri, Angelo Pederzani, Manuela Bellan, Jessica Bonetti, Beatrice Chittolini, Marzia Mazzoli, Matteo Iotti, Elisabetta Oppici, Stefano Bianchi produzione AUSL - Dipartimento di salute mentale, Lenz Rifrazioni, ottobre 2003 Il documento filmato, ottenuto con registrazione digitale e post-produzione rappresenta le diverse fasi di ricerca teatrale integrata del Laboratorio speciale di Lenz Rifrazioni in tre anni di lavoro. I partecipanti-protagonisti sono gli ospiti di comunità terapeutiche e singoli portatori di differenti sensibilità oltre agli attori della compagnia e agli operatori. “È un sentimento non sentimentale lo stato attuale del nostro teatro. La comunanza del tempo artistico con gli attori sensibili fortifica l’animo dagli attacchi di troppo facile commozione o di complicata ostilità. La fatica di comunicare negli intermezzi della vita è più pesante della reciprocità creativa. In scena si è più leggeri. Il teatro sembra restringere i codici e farli più efficaci. La velocità dell’invenzione è doppia e tripla rispetto al ‘normale’ ma la lentezza del vivere talvolta ci sorprende. Noi siamo più veloci a risolverci i problemi, a trasferirci le informazioni, a muoverci negli spazi ma diventiamo troppo lenti quando dobbiamo improvvisare, trasformare, inventare. Loro, invece, esattamente l’opposto. Noi e loro. Loro e noi. Diversi per un fine comune. Il lavoro insieme – integrato è sinonimo di perfezionato e influenza reciproca di interazione – è, credo, la via giusta. La stiamo percorrendo da alcuni anni e i risultati sono eccellenti. La perfezione può essere il fine di entrambi, la bellezza e la durezza dell’arte e della vita insieme.” (Da La rifrazione della torre di Francesco Pititto, intervento al Convegno di Carpi 2003 durante la presentazione del "Festival delle interazioni sociali"). |