LA SOFFITTA 2005
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TEATRO
19 gennaio - 23 maggio |
venerdì 6 maggio ELEMENTI DA UN'AUTOBIOGRAFIAdalle opere di Elias Canetti e Edmondo Pelusoregia, luci e costumi Febo Del Zozzo Il passato è irrevocabilmente perduto, forse ci è dato di cogliere qualche elemento di verità con l'esercizio della memoria. Ma la realtà impoverisce lo sforzo faticoso del ricordo. Vince l'oblio e la sua cultura. “Il mio più lontano ricordo è intinto di rosso. C'è un momento, nel corso della vita, in cui si sente il bisogno di raccontarsi in modo diverso dal solito. Capita a tutti, prima o poi. Alle donne e agli uomini, e accade ormai, puntualmente, da centinaia di anni soprattutto nelle culture occidentali. Da quando, forse, la scrittura si è assunta il compito di raccontare in prima persona quanto si è vissuto e di resistere all'oblio della memoria. È una sensazione, più ancora che un progetto non da tutti realizzato e portato a termine; quasi un messaggio che ci raggiunge all'improvviso, sottile e poetico, ma nondimeno capace di assumere forme ben presto più narrative. Quasi un'urgenza o un'emergenza, un dovere o un diritto: a seconda dei casi e delle circostanze. Tale bisogno, i cui contorni sfumano, e che tale può restare per il resto dell'esistenza come presenza incompiuta, ricorsiva, insistente, è ciò che prende il nome di pensiero autobiografico. Non si tratta, appunto, di un desiderio intimistico qualsiasi, riguardante se stessi e riferito al piacere di parlare di sé, fra sé e sé, a se stessi, o alla necessità di ritrovare qualche sperduto ricordo in funzione di una conversazione con altri o nell'istante conviviale. In quel momento, qualche cosa di più importante, e profondo, ci coglie alla sprovvista e impreparati. Certamente nasce da una domanda della mente comparsa altre volte, ma che tuttavia non aveva ancora raggiunto la consistenza dovuta e propria delle idee quasi assillanti. Il pensiero autobiografico, quell'insieme di ricordi della propria vita trascorsa, di ciò che si è stati e si è fatto, è quindi una presenza che da un certo momento in poi accompagna il resto della nostra vita. È una compagnia segreta, meditativa comunicata agli altri soltanto attraverso sparsi ricordi, a meno che non diventi uno scopo di vita. Duccio Demetrio, Raccontarsi, Milano, Cortina Editore 1996
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Lo spettacolo Elementi da un'autobiografia nasce a seguito di una ricerca su testi autobiografici che la compagnia Laminarie ha intrapreso a partire dal 2000. Saranno proposti testi tratti dall'opera dello scrittore Elias Canetti, Premio Nobel per la Letteratura nel 1981, di cui molti hanno letto la nota opera autobiografica, divenuta ormai un classico, che comprende La lingua salvata, Il frutto del fuoco, Il gioco degli occhi. Nel primo di questi volumi, Canetti ci descrive un'infanzia passata tra Vienna, Zurigo e Francoforte, leggendo moltissimi libri. Di Canetti abbiamo scelto brani meno noti tratti dalle opere che raccolgono i suoi aforismi Un regno di matite e La tortura delle mosche da cui trapela anche il suo rapporto con la moglie “di cui ha trattenuto il respiro”.
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