Archivio Storico:- ex Dipartimento di Musica e Spettacolo - Universita' di Bologna Dipartimento di Musica e Spettacolo - La Soffitta 2005

LA SOFFITTA - Centro di promozione teatrale


LA SOFFITTA 2005
TEATRO
19 gennaio - 23 maggio

2-6 maggio
VITA E FIABA: PERCORSI DI LAMINARIE

venerdì 6 maggio
Laboratori DMS - Teatro

ore 21

ELEMENTI DA UN'AUTOBIOGRAFIA

dalle opere di Elias Canetti e Edmondo Peluso

regia, luci e costumi Febo Del Zozzo
scene Febo Del Zozzo, realizzate con Matteo Menduni e Pasquale Zanellato
selezione dei testi Bruna Gambarelli
audio Febo Del Zozzo, Luca Ravaioli
con Febo Del Zozzo, Ennio Ruffolo, Angelo di Bello, Davide Lora,
Matteo Ripari, Alice Padovani, Federica Rocchi

con la partecipazione di Irene Franchini dell'Associazione Arcieri Bismantova
organizzazione Federica Furlanis
produzione Laminarie, Terzadecade


Il passato è irrevocabilmente perduto, forse ci è dato di cogliere qualche elemento di verità con l'esercizio della memoria. Ma la realtà impoverisce lo sforzo faticoso del ricordo. Vince l'oblio e la sua cultura.
     Ri-raccontarsi è anche sospendere l'incredulità, come si fa a teatro. Stabiliamo un patto per non perderci. La via della ricostruzione parte da un grado 0, ossia dalla memoria involontaria, che ristabilisce il senso della storia che ti interessa di più: la tua.

“Il mio più lontano ricordo è intinto di rosso.
In braccio a una ragazza esco da una porta,
davanti a me il pavimento è rosso e sulla sinistra scende una scala pure rossa”

Elias Canetti

     C'è un momento, nel corso della vita, in cui si sente il bisogno di raccontarsi in modo diverso dal solito. Capita a tutti, prima o poi. Alle donne e agli uomini, e accade ormai, puntualmente, da centinaia di anni soprattutto nelle culture occidentali. Da quando, forse, la scrittura si è assunta il compito di raccontare in prima persona quanto si è vissuto e di resistere all'oblio della memoria. È una sensazione, più ancora che un progetto non da tutti realizzato e portato a termine; quasi un messaggio che ci raggiunge all'improvviso, sottile e poetico, ma nondimeno capace di assumere forme ben presto più narrative. Quasi un'urgenza o un'emergenza, un dovere o un diritto: a seconda dei casi e delle circostanze. Tale bisogno, i cui contorni sfumano, e che tale può restare per il resto dell'esistenza come presenza incompiuta, ricorsiva, insistente, è ciò che prende il nome di pensiero autobiografico. Non si tratta, appunto, di un desiderio intimistico qualsiasi, riguardante se stessi e riferito al piacere di parlare di sé, fra sé e sé, a se stessi, o alla necessità di ritrovare qualche sperduto ricordo in funzione di una conversazione con altri o nell'istante conviviale. In quel momento, qualche cosa di più importante, e profondo, ci coglie alla sprovvista e impreparati. Certamente nasce da una domanda della mente comparsa altre volte, ma che tuttavia non aveva ancora raggiunto la consistenza dovuta e propria delle idee quasi assillanti. Il pensiero autobiografico, quell'insieme di ricordi della propria vita trascorsa, di ciò che si è stati e si è fatto, è quindi una presenza che da un certo momento in poi accompagna il resto della nostra vita. È una compagnia segreta, meditativa comunicata agli altri soltanto attraverso sparsi ricordi, a meno che non diventi uno scopo di vita.

Duccio Demetrio, Raccontarsi, Milano, Cortina Editore 1996

 


 





Lo spettacolo Elementi da un'autobiografia nasce a seguito di una ricerca su testi autobiografici che la compagnia Laminarie ha intrapreso a partire dal 2000. Saranno proposti testi tratti dall'opera dello scrittore Elias Canetti, Premio Nobel per la Letteratura nel 1981, di cui molti hanno letto la nota opera autobiografica, divenuta ormai un classico, che comprende La lingua salvata, Il frutto del fuoco, Il gioco degli occhi. Nel primo di questi volumi, Canetti ci descrive un'infanzia passata tra Vienna, Zurigo e Francoforte, leggendo moltissimi libri. Di Canetti abbiamo scelto brani meno noti tratti dalle opere che raccolgono i suoi aforismi Un regno di matite e La tortura delle mosche da cui trapela anche il suo rapporto con la moglie “di cui ha trattenuto il respiro”.
Gli interventi che incalzano, sottolineano e contraddicono le parole dell'autore, sono affidati a Alice Padovani e Federica Rocchi, mentre Matteo Ripari e Angelo Di Bello propongono testi tratti dagli ultimi scritti dell'autore. Protagonista, nel ruolo di Canetti, Febo Del Zozzo.


 

 


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