Archivio Storico:- ex Dipartimento di Musica e Spettacolo - Universita' di Bologna La Soffitta 2004 - TEATRO - La trinità artistica

 LA SOFFITTA 2004

TEATRO
19 gennaio - 16 maggio

 
27 febbraio
LA TRINITÀ ARTISTICA DI ANTONIO NEIWILLER
Percorsi fra le sue opere di scena, visive e di poesia
Proiezioni video


a cura di Claudio Meldolesi e Loredana Putignani

 
VISIONI "L'arte come custodia"

a cura di Loredana Putignani

Laboratori DMS - Auditorium, ore 15

L'ALTRO SGUARDO

opera installazione di Antonio Neiwiller
con Antonio Neiwiller, Loredana Putignani, Giancarlo Savino
riprese di Video Rossella Ragazzi

versione integrale (Arcidosso/1993, 40')


SALVARE DALL'OBLIO


monologo di Antonio Neiwiller
tra Pessoa e Pasolini, preludio dell'Altro Sguardo

(Spazio della Memoria, Bologna/1992, 11')


ANTONIO NEIWILLER DIPINGE
Memini

L'artista al lavoro nella sua casa
riprese video di Loredana Putignani

(Palazzo Marigliano, Napoli/1986, 30')


QUESTIONI DI FRONTIERA
Laboratorio diretto da Antonio Neiwiller

con Antonello Cossia, Salvatore Cantalupo, Loredana Putignani
dedicato a Joseph Beuys

Segni bianchi nei muri di Antonio Neiwiller

Tracce nel sale di Loredana Putignani e Tracce giardino (40')

Azioni stanza superiore (20')

Azioni giardino (20')

(Festival Santarcangelo dei Teatri, Palazzo Cenci/1988, 80')

 

Non c’è una voce "Neiwiller" nello stesso Dizionario dello spettacolo uscito nel 1998, per Baldini e Castoldi, e i suoi curatori, Felice Cappa e Piero Galli, si sono così limitati a registrare un’apparenza diffusa. Ma per fortuna Antonio ci sta ancora insegnando a capire le dinamiche del teatro contemporaneo da lui attivate.
     Si era fatta teatrale la sua arte per aderire incondizionatamente all’esperienza particolare delle cose in movimento e si era rivelata proprio a partire
dall’esserci senza trucco e suggestioni visive con il quale lui accoglieva gli spettatori delle sue performance solitarie. Le sue corde fondamentali vibravano in modo così straniato che, agendo da vecchia popolana, sembrava far sedere una parte di sé tra gli spettatori. Ma non solo: se ciò fa ripensare a Eduardo, Totò o Leo, quali artisti di ascendente napoletano, il suo teatro aveva un altro ascendente, quello dell’avanguardia storica.
     Il suo lavoro, anche sul terreno della poesia, nasceva sui confini dei suoi due ambiti elettivi, fra loro non coniugabili, che lo inducevano ad agire da creatore teatrale e, separatamente, visivo. Con naturalezza, l’amico creatore di cui parliamo poteva dialogare senza soluzione di continuità, grazie a distinte corrispondenze elettive, con artisti fra loro diversissimi: Kantor, Beuys e Pasolini o Beck, Klee e Maiakoski. E se per manifestare questa trinità usava ricorrere a esibizioni embrionali o paratattiche, lo stesso misteriosa è rimasta la sua presenza nel Nuovo teatro.
     Sicuramente un Dizionario dello spettacolo del 2004 dedicherebbe una voce a Neiwiller perché la sua mancanza ha fatto ancor più desiderare in pochi anni quella particolare disposizione a transitare tra le arti; ma, ciò posto, rimane da scavare nella differenza di Neiwiller, e in tal senso vuol essere un avvio questa iniziativa della Soffitta. Per quanti lo conoscevano, i film che proietteremo risulteranno incentivi di memoria, oltre che preziose visioni; ma non meno saranno coinvolti gli altri, dato che l’arte di Neiwiller viveva di partecipazione.

Claudio Meldolesi

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Antonio Neiwiller, attore e regista nato a Napoli nel 1948, è morto a soli 45 anni nel 1993. Dopo la formazione filosofica, si dedica alla pittura con notevoli risultati, ed è anche poeta. Ma nell'esperienza teatrale trova la finale realizzazione del suo poliederico talento artistico. Colloquia così con Brecht e Kantor come con Pasolini e Beuys. Napoli è la città della sua rivelazione artistica, in particolare realizzatasi al "Teatro dei mutamenti" con Renato Carpentieri e poi al gruppo Falso Movimento con Mario Martone. Ma la sua presenza cittadina e nazionale lo porta a collaborare anche con i Teatri Uniti e a rivelarsi attore cinematografico in Morte di un matematico napoletano dello stesso Martone. Una delle sue ultime apparizioni artistiche è nei panni di Cotrone in un allestimento testamentario anche per il suo maggior creatore, Leo de Berardinis, allo spazio della Memoria; e la sua ultima opera e installazione è L'altro sguardo.
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