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Fluido e
morbido, stridulo e pettegolo
Il clarinetto è di
sicuro uno degli strumenti che nel secolo
scorso più hanno subito l'influsso della
musica nera americana per quanto riguarda
le potenzialità espressive. Mezzo per
eccellenza delle espressioni passionali e
dell'intensità elegiaca, il clarinetto
ha aggiunto alla propria tavolozza un
timbro comico e grottesco, stridulo,
pettegolo, disperato e petulante, spesso
giocato nel registro acutissimo per mezzo
d'inverosimili piroette ed equilibrismi
del tutto sconosciuti nell'Ottocento. Così,
dal 'fluido e morbido' della Sonata di
Rota con la sua sonorità calda e
riflessiva, e dei Preludi di danza
di Lutoslawski che utilizzano materiale
popolare nonostante la timbrica
'occidentale', si passa allo 'stridulo e
pettegolo' soprattutto nel terzo
movimento delle Sonate di Poulenc e
Honegger, dove il clarinetto sfrutta a
pieno le sue nuove risorse timbrico-espressive.
Alban Berg, compositore austriaco allievo
di Schönberg e animatore della
cosiddetta seconda Scuola di Vienna
insieme al proprio maestro e ad Anton
Webern, nel 1913 compone quattro pezzi
per clarinetto e pianoforte in bilico tra
ispirazione romantica ed espressionista,
in cui all'idea schumanniana del ciclo di
pezzi caratteristici si unisce il gusto
per la composizione aforistica e fulminea
tipica dell'espressionismo musicale.
Alcuni esegeti hanno nondimeno voluto
ricondurre i Quattro pezzi op. 5
alla struttura di una sonata in quattro
tempi: Allegro, Adagio, Scherzo e Trio,
Rondò. Eseguita per la prima volta il 17
ottobre 1919 al Verein für musikalische
Privataufführungen di Vienna, pubblicata
nel 1920, è il primo lavoro di Berg a
portare una dedica a Schönberg, sebbene
quest'ultimo avesse criticato l'opera
considerandola frivola e inespressiva.
Il compositore polacco Witold Lutoslawski
aveva ricevuto dalla casa editrice PWM
una commissione per dieci miniature per
violino e pianoforte basate su melodie
popolari: da qui, nel 1954, sono nati i Preludia
taneczne (Preludi di danza),
caratterizzati dall'utilizzo di
differenti metri e da una costante
instabilità ritmica. Il compositore
stesso definì quest'opera il proprio
"addio al folklore": è questa
infatti l'ultima composizione di
Lutoslawski a usare materiale di matrice
popolare. Dei Preludi esistono
altre due versioni: una concertante per
clarinetto e orchestra commissionata
dalla Radio di Stato polacca (1955) e una
per nove strumenti nella quale il
clarinetto perde il ruolo di solista
integrandosi nell'ensemble (1959).
Anche nella Sonata per clarinetto e
pianoforte composta nel 1945 Nino Rota
rimane fedele alla propria poetica, del
tutto staccata dalle tendenze
contemporaneemodulazioni, essenziale fino
a rasentare l'ingenuitsuccessivo alla
Seconda Guerra mondiale, caratterizzata
melodiche, dalla riluttanza allo sviluppo
tematico, da un tono a volte mesto e
angosciante, quasi un monologo interiore
del compositore: linguaggio tonale di
matrice ottocentesca, parco nelle à. È
un'opera che risente forse del clima
immediatamente com'è dalla continua
ripetizione delle stesse cellule .(un
sodalizio di musicisti francesi
accomunati dall'opposizione al wagnerismo
e all'impressionismo ). Entrambi
sfruttano le nuove tecniche espressive
nell'uso del clarinetto: glissandi,
trilli, repentini . Da notare in
particolare il terzo movimento della
Sonatina di Honegger 1922),
caratterizzato da un ritmo di ragtime del
pianoforte su cui il clarinetto si
esibisce con frasi dalle movenze (1963),
tutto giocato nel registro acuto del
clarinetto.
Maria Rosaria Gallo
e Matias Nicolas Isolabella
studenti DAMS
coordinamento e redazione:
Tarcisio Balbo
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