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Due per
quindici
Il duo flauto e
violino è decisamente atipico: si tratta
infatti di due strumenti melodici acuti,
che normalmente abbisognano di essere
accompagnati da almeno uno strumento
grave. Per tale ragione non esiste un
repertorio consolidato, ed infatti,
eccetto i Duetti di Luciano
Berio, le composizioni in programma sono
state scritte appositamente per il duo
Morini-Porta: le più recenti (2003-04: XXIV
di Piacentini è in prima esecuzione
assoluta), per celebrare il quindicennale
del sodalizio dei due interpreti (donde
il titolo scelto per il concerto). Il
programma affianca brani di nomi ormai
storici della musica contemporanea (Berio,
Donatoni, Clementi) a brani di valenti
giovani compositori, nati negli anni
50 e 60, separati dai primi
da circa una generazione.
I 34
duetti (1979-1983) di Luciano Berio
sono nati per due violini, e sono stati
trascritti per flauto e violino da Morini
e Porta con il consenso dellautore.
Ognuno ha come titolo il nome di
battesimo di persone care a Berio (il
titolo quindi è nel contempo dedica),
tra cui musicologi, interpreti, e
musicisti celeberrimi, come Bruno
Maderna, Igor Stravinskij,
Béla Bartók, autore questultimo
di 44 duetti per due violini che
una certa suggestione devono aver
esercitato su Berio. Tali brani hanno
scopo didattico, e sono concepiti come
studi che propongono significative
difficoltà tecniche ed esplorano le
varie possibilità dello strumento.
Seconda di
una serie di tre opere aventi lo stesso
titolo, in Ciglio II (1993)
risulta evidente il rigore geometrico
della scrittura di Franco Donatoni: le
varie sezioni di cui consta sono
caratterizzate, oltre che da diverse
indicazioni di tempo, dallo sfruttamento
di tecniche violinistiche molto
differenziate, senza che ciò pregiudichi
lequilibrio fra le parti.
Su
richiesta di Raffaele Pozzi, direttore
artistico del Festival Pontino, Aldo
Clementi scrive luCiAnoBErio (1995)
in onore dei settantanni del
compositore ligure. Secondo una tendenza
manifestata già in altri pezzi
precedenti, Clementi estrae le note dal
nome del dedicatario e su quelle
costruisce il materiale tematico.
Benjamin
Yusupov è nato in Tagichistan. Ha
studiato pianoforte, composizione e
direzione dorchestra nel
conservatorio di Mosca. È emigrato in
Israele, dove vive tuttora, nel 1990. Ha
vinto numerosi premi, e le sue
composizioni sono state eseguite in
Europa e negli Stati Uniti in occasione
di numerosi festival. In Crossroads
(2003) i due strumenti si scambiano i
ruoli di strumento melodico e di
accompagnamento: si comincia con uno
spunto tratto da una melodia sufi
suonata dal flauto e accompagnata dal
violino; dopo un enfatico climax, nellultimo
episodio, in "stile europeo",
è il flauto che accompagna la melodia
del violino.
Nicola Sani
ha studiato composizione e musica
elettronica; si è specializzato, fra gli
altri, anche con Karlheinz Stockhausen.
Ha realizzato composizioni strumentali,
elettroacustiche, opere di teatro
musicale e per la danza, installazioni e
opere multimediali, presentate nei
principali festival e stagioni
internazionali di nuova musica e darte
elettronica. Nel Cammino dei passi di
fianco (2003) esplora le molteplici
possibilità di rapporto fra i due
strumenti, "lontani, anche
fisicamente", instaurando fra di
essi dialoghi dialetticamente sempre
diversificati.
Gabrio
Taglietti si è diplomato in pianoforte e
composizione nel Conservatorio di Milano.
Le sue composizioni sono eseguite nei più
importanti festival italiani e stranieri.
Nella nebbia (2003) è ispirato
a due elementi, uno di natura
paesaggistica e meteorologica, laltro
derivato da una ricerca sul suono; il
brano ruota ossessivamente attorno ad una
sola nota: un Re che viene esplorato da
molteplici prospettive.
Riccardo
Piacentini si è diplomato in
composizione e pianoforte e nel contempo
laureato in storia della musica; si è
specializzato con Franco Donatoni, György
Ligeti e Karlheinz Stockhausen. Ha
partecipato inoltre, nel 1988, ai Corsi
estivi di Darmstadt. XXIV (2004)
trae origine da un progetto sulla Divina
Commedia. La particolarità del
brano consiste nelluso dei
fotosuoni: elaborazione elettronica,
"a vari livelli sintattici", di
suoni concreti, tratti dalla realtà
quotidiana. Il titolo si riferisce al
canto XXIV dellInferno,
"il cui testo dice lautore
emerge di quando in quando sopra
le onde increspate dei foto-suoni, in
e tra gli interventi live
di Annamaria e Enzo".
Luca Di Cioccio
e Simonluca Laitempergher
studenti DAMS
coordinamento e redazione:
Saverio Lamacchia
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