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- DANZA
E CONTAMINAZIONE
Biosculture
Mostra
di coreografie, corpi e immagini del
corpo
progetto di Roberto Castello
realizzato in collaborazione con
Alessandra Moretti
con Valentina Buldrini, Stefania
Erriquez, Valerie Erken,
Marta Lucchini, Alessandra Moretti,
Stefano Questorio
video ALDES
costumi ALDES
organizzazione Simona Cappellini - ALDES
Laboratori DMS - Quarto Spazio,
28-30 aprile - dalle ore 21
L'installazione
Biosculture
č un progetto modulare, di
coreografie, coreografie
interattive, video, video
installazioni e animazioni 3D
collocate all'interno di un
contesto espositivo.
Biosculture
č un'occasione per sperimentare
nuove tecnologie applicate alla
coreografia che propone una
visione contemplativa della danza
nella quale č ciascun spettatore
ad incontrare le "opere",
a creare un proprio personale
rapporto con esse. Le Biosculture
sono deliberatamente non
spettacolari, discrete,
imperfette, lente; un gioco di
idee e sensi legati al corpo.
Č
un percorso di azioni che non
trovano mai fine, di oggetti
esistenti aldilą della presenza
dello spettatore, che spostano la
percezione della danza dal piano
dello spettacolo a quello della
contemplazione e
dell'osservazione.
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L'immobilitą
non č altro che la sublimazione
della velocitą: il suo essere al
limite. Nell'epoca
dell'accelerazione permanente e
delle cineculture, entro i
confini dell'"ever-changing
skyline" l'immoto diviene -
oltre ogni paradosso - una figura
imprescindibile della temporalitą.
Cessa di essere condizione di
arresto, paradigma della
permanenza o della staticitą:
elabora un nuovo ordine, mette in
scena nuovi codici e giochi
performativi. Addirittura
definisce e connota uno spazio
come quello coreografico. In
"Coreografia zetetica",
una delle dodici sculture in cui
si articola Biosculture,
un giovane seduto č catturato
dalle immagini accelerate del
noto road runner Bip Bip, un
classico cartoon
televisivo. Noi guardiamo lui che
guarda (divertito) lo scorrere
dei fotogrammi. Lo guardiamo
guardare, o meglio, vediamo la
sua visibilitą. "Sta
danzando questo danzatore?":
č il quesito formulato sulla
pedana di questa istallazione e
che continuamente viene reiterato.
Se il danzatore č colui che
guarda, allora anche noi, che lo
stiamo osservando, ci
trasformiamo in esso.
L'intero
campionario di Biosculture
- attraverso installazioni,
videoproiezioni, loop,
performances interattive - mette
in scena keatoniamente questa
comica compressione del tempo.
Allo spettatore compete lo zapping
tra queste figure minime del
moto, quasi ready-made
temporali. Il suo corpo si
dispone tra gli altri, occupa uno
spazio, colleziona gli istanti,
li immette in un processo,
definisce una possibile
successione. Ha ragione Roberto
Castello su questa deriva della
danza a immagine, a scultura.
"Der Lauf der Dinge" di
Fischili e Weiss e "Hand
Catching Lead" di Serra non
sono semplicemente due grandi
opere: sono tra le maggiori
coreografie del contemporaneo.
- (dalla
presentazione di Marco
Scotini)
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