Appunti per una storia degli strumenti di calcolo
Evoluzione degli strumenti per calcolare
Dalle origini al '900
L'elettricità e l'elettronica
I calcolatori della I Generazione
I calcolatori della II Generazione
I calcolatori della III Generazione
I calcolatori della IV Generazione
Il personal computer e gli ultimi 25 anni
Bibliografia e sitografia di approfondimento
Le origini
Il computer nasce come strumento per calcolare, per liberare
da compiti gravosi e ripetitivi. Ciò è vero non solo
per il calcolatore, ma più in generale per tutte le macchine.
La storia dei calcolatori si inserisce in quell'affascinante e talvolta
inquietante universo delle relazioni tra l'umanità e le macchine
che ha costruito.
All'inizio del 600, anche a causa dei calcoli sempre più
complessi e ripetitivi necessari in astronomia, cresce l'esigenza
di macchine da calcolo capaci di eseguire le operazioni aritmetiche.
Nel 1623 Wilhelm Schickard, professore di astronomia e di
matematica all'Università di Tübingen, realizza la prima
macchina calcolatrice, ispirata ai principi dell'orologeria (aveva
ingranaggi e ruote dentate), tecnologia che ha la sua massima espressione
proprio nel 1600. Chiamata "orologio da calcolo". L'orologeria
è la tecnologia più avanzata dell'epoca (in seguito
sarà l'ottica). Questa macchina è andata perduta.
Con Blaise Pascal, che nel 1643 realizza una macchina per
compiere addizioni e sottrazioni, e con Gottfried Leibnitz, che
nel 1673 realizza una macchina che compie addizioni, sottrazioni,
divisioni, moltiplicazioni e radici quadrate, nascono le prime calcolatrici
meccaniche.
"Non è infatti degno di uomini di ingegno perdere
ore come schiavi nel lavoro di calcolo che potrebbe essere affidato
tranquillamente a chiunque altro se si usassero le macchine"
(Gottfried Leibnitz, seconda metà del '600). Leibnitz inventa
il linguaggio binario, quello utilizzato oggi dai computer. Il linguaggio
binario a differenza di quello decimale usa solo due numeri (1 e
0), dunque è un sistema che consente una rappresentazione
numerica elementare indipendente da ogni forma di civiltà
e cultura.
Tre secoli dopo il sistema binario rappresenta il linguaggio più
semplice e pratico da trasferire nei circuiti elettronici.
Fu necessario attendere lo sviluppo dei commerci e la nascita
dell'era industriale e della società borghese.
Nel 1767 Watt costruisce la macchina a vapore, che segna
l'inizio dell'era industriale. Vi è l'esigenza di mezzi di
comunicazione più veloci, di macchine per incrementare la
produzione. Il vapore è la forma di energia per muovere le
macchine.
Il '700 è il periodo di gloria degli automi, modelli
che simulano il comportamento umano o animale, copie del mondo.
Si tratta di un mito antichissimo (il Golem). Il primo automa, una
colomba capace di volare, è attribuito ad Archita di Taranto,
ottavo successore di Pitagora. Tra gli autori più famosi
Jacques de Vaucanson, che costruisce l'Anatra, le cui viscere
funzionavano grazie alla precisione di complicati meccanismi meccanici),
il Suonatore di flauto, il Tamburino, automi che raggiunsero
una grande celebrità nella Parigi dell'epoca e girarono le
corti europee. I suoi studi teorici sulla pressione dell'aria per
l'intonazione delle note del flautista conservano ancora oggi grande
valore. Altri autori famosi furono Pierre e Hernry Louis Jacquet,
che con Droz costruisce il Disegnatore.
Nell'800 si continuano a produrre automi e animali meccanici,
ma nessuno raggiunge la perfezione di quelli realizzati dai maestri
del '700. Tra gli esempi più famosi il Giocatore di scacchi
di Maelzel e quello di von Kempelen.
Il primo sistema per tradurre il linguaggio umano in un
linguaggio comprensibile dalla macchina è il telaio automatico
di Joseph Marie Jacquard (1804), per automatizzare il processo di
orditura dei tessuti basandosi sull'uso di schede perforate. La
macchina incontra una forte opposizione in Francia: i tessitori
lionesi si ribellano perché la macchina poteva gettare nella
miseria i 4/5 della popolazione e il Consiglio dei probiviri ne
ordina la distruzione. Tuttavia ha un enorme successo e conosce
una rapidissima diffusione, producendo una rivoluzione nell'industria
tessile (nel 1812 se ne contano più di 1.000), e diffondendosi
in Europa, America e Cina.
Nel 1822 Charles Babbage, matematico inglese, progetta la
macchina "differenziale" capace di calcolare e di stampare
tabelle numeriche a sei cifre automaticamente e che ha bisogno dell'operatore
solo per l'inserimento dei dati. Perfeziona il progetto con la macchina
"analitica" (1833), il cui schema logico-funzionale verrà
usato un secolo dopo dai calcolatori elettronici. Secondo il progetto
i dati dovevano essere introdotti a mano o con schede perforate.
La macchina resta solo a livello di progetto, senza applicazioni
pratiche, nonostante rappresenti un notevole salto di qualità:
Babbage infatti aveva inventato il controllo automatico, cioè
la possibilità di comandare operazioni matematiche che seguono
automaticamente un programma stabilito a priori.
Per far funzionare una macchina simile all'epoca esisteva solo il
vapore come forza motrice. In trent'anni di studio Babbage non riuscì
a realizzare nulla di concreto e venne dimenticato, l'industria
delle macchine ignorò il suo lavoro. Solo uno svedese, Georg
Scheutz, editore-stampatore, realizzò una macchina delle
differenze, una stampatrice perfezionata che tuttavia non era guidata
da un programma.
Nell'800, in tutta Europa, la Rivoluzione Industriale incentiva
lo studio di nuove procedure per facilitare il calcolo. Tutti i
settori industriali, per affrontare la concorrenza, devono introdurre
nuovi mezzi automatizzati per la produzione di serie. Bisogna inoltre
disporre di macchine per gestire la mole di dati contabili e gestionali
che, con l'aumento del volume di affari, sommergono le scrivanie
del personale amministrativo. Le ricerche di fine '800, dunque,
non vanno solo nella direzione di realizzare macchine di calcolo
per applicazioni scientifiche e militari, anche se i primi calcolatori
saranno usati in questi campi.
Vi è inoltre la diffusione dei metodi statistici per studiare
i fenomeni collettivi e la statistica si trasforma da teoria a scienza
ufficiale. Tutti gli Stati occidentali hanno l'esigenza di disporre
di informazioni e dati sulle condizioni della popolazione, sul suo
movimento e stato sociale per orientare lo sviluppo economico. Tuttavia,
se c'erano i metodi di analisi dei fenomeni non esistevano i mezzi
adeguati per la rapida consultazione dei dati raccolti. I risultati
del X Censimento degli Stati Uniti, ad esempio, sono disponibili
solo a distanza di sette anni, con grave ritardo per la politica
economica.
Alla fine dell'800 William S. Burroughs realizza una macchina
calcolatrice a moltiplicazione diretta che viene prodotta su larga
scala e impiegata negli uffici contabili delle più grosse
aziende del mondo.
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L'elettricità e l'elettronica
Hermann Hollerith, ingegnere e membro dello staff del X
e XI Censimento degli Stati Uniti ha l'idea di utilizzare il sistema
a schede perforate di Jacquard e di Babbage. Il censimento ha grande
successo e la macchina di Hollerith viene impiegata nei censimenti
austriaci, norvegese, canadese e russo. Fanno l'ingresso nel mondo
del calcolo automatico l'elettricità e il relais elettromagnetico,
che è il primo sistema elettrico capace di assumere due stati
diversi (passaggio/non passaggio di corrente) mediante un comando
esterno. Hollerith fonda una società (la Tabulation Machine
Co.) che nel 1911 diventa la Computer Tabulation Recording Co. e
nel 1924 l'International Business Machine Co. (IBM).
Nei primi due decenni del '900 le macchine meccanografiche
si perfezionano e si diffondono, specialmente nelle aziende ad alto
volume di affari e con strutture organizzative complesse, dove servono
documentazioni aggiornate e devono essere gestite grandi quantità
di informazioni: le compagnie telefoniche (per registrare e addebitare
le conversazioni), le ferrovie (per seguire il trasporto merci),
le assicurazioni (per studiare le statistiche e le casistiche degli
incidenti). Queste macchine si diffondono insieme alle macchine
per ufficio, al telefono, alle telescriventi (che diminuiscono drasticamente
i tempi delle comunicazioni commerciali). Nello stesso periodo continuano
gli studi e le ricerche per costruire dispositivi capaci di effettuare
i calcoli ad altissima velocità necessari a risolvere svariati
problemi scientifici.
Nel 1930 viene progettato, in Europa dal tedesco Zuse, il
primo calcolatore elettronico, che sarà costruito solo negli
anni della II Guerra Mondiale. La II G.M. sollecita l'impiego di
molte risorse nella creazione di strumenti tecnologicamente avanzati
a fini bellici, che devono essere controllati da macchine capaci
di eseguire calcoli in pochissimo tempo. La ricerca è quindi
ora in mano al settore bellico.
Conrad Zuse concepisce l'idea di una macchina in grado di "accrescere
la capacità cerebrale dell'uomo per risolvere dei problemi
che fino ad allora avevano assorbito gran parte del lavoro intellettuale",
cioè i calcoli complessi e ripetitivi. Nel 1936, nel salotto
della casa dei suoi genitori, costruisce lo Z 1, la prima
macchina che utilizza un sistema binario per codificare le informazioni
e il controllo programmato mediante nastro perforato. Lo Z 1
utilizza migliaia di relais, è lento ma ha quell'innovazione
concettuale della logica algebrica di Boole, fondata su un sistema
numerico di base 2 e non 10, che è alla base dei calcolatori
elettronici. Più tardi sostituisce i relais con le valvole
termoioniche.
Zuse costruisce quattro modelli. Per non far distruggere dai bombardamenti
l'ultimo dei quattro (lo Z 4), dopo varie peripezie e vicissitudini
lo porta in Svizzera. Ha 2000 relais, una memoria meccanica capace
di ricordare 64 cifre, pesa 2500 chilogrammi e occupa 20 metri quadrati.
Può risolvere equazioni a 10 incognite alla velocità
di 40/50 operazioni al minuto. Il suo programma è perforato
su bande di carta.
Nel 1944 negli USA, realizzato dall'IBM, entra in
funzioneBessie, conosciuto come Mark 1, capace di
risolvere equazioni differenziali. Le difficoltà tecniche
e il costo sono vinti solo per l'interessamento della Marina americana
che lo vuole utilizzare per calcoli balistici. La macchina lavora
per 5 anni per quasi tutti i centri di calcolo del Paese. Il Mark
1 usava 3304 relais e un'operazione durava in media oltre un
secondo, con punte di sei secondi per le moltiplicazioni.
Si concretizzano finalmente le ricerche iniziate da Babbage: oltre
all'introduzione delle prime istruzioni il Mark 1 non ha
più bisogno dell'intervento umano, elaborando i dati ed emettendo
i risultati automaticamente a partire da quelli inseriti all'inizio.
Viene smontato nel luglio 1959.
Alla fine degli anni '40 vengono costruiti il Mark II, il
Mark III e il Mark IV, ma ormai questi sistemi, elettromeccanici,
basati su migliaia di relais, sono lenti e superati. Verranno sostituiti
da quelli elettronici, a valvole, più veloci e compatti,
aprendo così l'era dell'informatica.
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Calcolatori della I Generazione
In pieno Conflitto Mondiale, nel 1943, l'Esercito degli
Stati Uniti ha bisogno di macchine per migliorare le prestazioni
dei mezzi bellici e risolvere le questioni balistiche. Alla Moore
School dell'Università di Pennsylvania viene fatta la commissione.
In circa 2 anni uno staff di oltre 200 persone, con un investimento
di 750 mila dollari, viene costruito l'Eniac, le cui caratteristiche
sono rese pubbliche nel '46: 18.000 valvole, 1500 relais, 30 tonnellate,
180 metri quadrati, consumo 140.000 Watt. E' il primo calcolatore
totalmente digitale, in grado di effettuale oltre 300 moltiplicazioni
al secondo (anziché una sola come quelli elettromeccanici
più perfezionati), e funziona a schede perforate. E' operativo
dal 1946 al 1955 e viene usato anche a scopi scientifici (studio
dei raggi cosmici, energia atomica). Un secondo calcolatore elettronico
è realizzato dall'IBM nel 1948. L'Eniac ha prestazioni
paragonabili a quelle di un'attuale calcolatrice tascabile data
in omaggio con i fustini di detersivo.
Nel 1946 lo scienziato di origine ungherese John von Neumann
aggiunge un tassello importante: il programma memorizzato, cioè
la possibilità di registrare in memoria non solo i dati su
cui lavorare ma anche le istruzioni operative per il funzionamento
della macchina, cioè i programmi. Il calcolatore diventa
più versatile e operativamente flessibile. Tale calcolatore,
noto col nome di "Macchina di von Neumann", entra in funzione
all'Università di Princeton nel 1952. Questa idea influenza
tutti i calcolatori successivi.
La flessibilità operativa consente ormai ai calcolatori di
risolvere i più svariati problemi di carattere amministrativo,
produttivo ed economico, rendendoli macchine capaci non solo di
gestire operazioni aritmetiche ad alta velocità ma anche
in grado di elaborare qualsiasi informazione.
Nel 1950 viene realizzato l'Univac I, primo calcolatore
destinato ad applicazioni commerciali. È l'inizio della rivoluzione
informatica.
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I calcolatori della II Generazione
Nel 1947 viene inventato il transistor. Nel 1952 le dimensioni
del transistor sono già 1/10 rispetto a quelle originali,
nel 1957 se ne costruiscono 30 milioni di esemplari all'anno. Prima
costruito in germanio e poi in silicio, più stabile alle
alte temperature, il transistor significa la diminuzione delle dimensioni
fisiche dei componenti, l'aumento della velocità di elaborazione,
la diminuzione del consumo di energia e una migliore dispersione
di calore. I computer della II Generazione sono dieci volte più
veloci di quelli della prima, più affidabili, consumano di
gran lunga meno energia e durano molto più a lungo (la vita
media di un tubo elettronico è di 10.000 ore, quella di un
transistor di 1.000.000 di ore).
Con l'invenzione del transistor il computer diventa molto più
veloce ed economico e inizia la sua diffusione a livello mondiale.
Gli elaboratori non sono più solo strumenti di calcolo per
uso puramente contabile, ma macchine in grado di rispondere alle
esigenze di enti e aziende, in molti settori di attività,
per la capacità di elaborare informazioni.
Nel 1958 l'IBM costruisce il primo calcolatore a transistor,
il 7070.
I sistemi si arricchiscono di periferiche e il nastro
magnetico viene applicato a tutte le macchine. Compaiono i primi
linguaggi ad alto livello, come il Cobol e il Fortran.
La diminuzione dei costi rende il computer adatto non più
solo alla committenza pubblica o alle grandi aziende, ma anche alle
medie aziende.
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I calcolatori della III Generazione
Nella seconda metà degli anni '60 nascono i calcolatori
basati sui circuiti integrati. Il circuito integrato viene inventato
nel 1958 da Jack Kilby, della Texas Instruments. In un'unità
monolitica, il chip, sono combinate tutte le funzioni di
bobine, transistor, diodi, condensatori, resistenze, circuiti elettronici
complessi che fino ad allora potevano essere ottenuti solo con processi
industriali diversi.
I vantaggi sono un ulteriore incremento della velocità e
della capacità di calcolo (~10 miliardesimi di secondo, 2.000.000
di operazioni al secondo), maggiore dissipazione di energia, riduzione
delle dimensioni e dei costi.
In vent'anni questi componenti subiscono grandi modifiche, passando
da chip contenenti alcune decine di transistor a chip con milioni
di transistor. La tendenza alla microminiaturizzazione procede in
modo inarrestabile, crescono la densità dei componenti per
unità di area, l'aumento di prestazioni, si abbattono i costi
per un'utenza più vasta.
Nel 1964 l'IBM introduce i primi calcolatori che utilizzano
i circuiti integrati. Lo stesso anno la Fairchild, una delle più
grandi ditte costruttrici di circuiti integrati, riduce il prezzo
dei componenti e li immette sul mercato business (prima erano riservati
alla Difesa Americana). Il consumo di queste macchine passa da 1
miliardo di dollari nel 1970 a 3 miliardi di dollari nel 1976.
I sistemi della III Generazione consentono la multiprogrammazione
(cioè la possibilità di realizzare contemporaneamente
diversi segmenti di un programma), e operazioni in time sharing,
cioè permettono a più utenti con terminali diversi
di accedere contemporaneamente allo stesso elaboratore centrale
e di lavorare in tempo reale anche da stazioni remote.
I calcolatori impiegano sistemi operativi per automatizzare la gestione
interna del sistema e incominciano ad usare metodologie per la diagnostica
automatica dei guasti. Consentono inoltre la modularità,
cioè l'intercambiabilità sia di hardware che di software
per la stessa famiglia di macchine. Si afferma quindi una nuova
classe di calcolatori, relativamente poco costosi, destinata alla
piccola utenza industriale e commerciale, di semplice uso rispetto
ai modelli medi e grandi.
Nascono i primi minisistemi alla metà degli anni
'60. La Honeywell incomincia la produzione nel '64, la Digital e
l'Olivetti nel '65. L'informatica esce dai centri di calcolo delle
grandi aziende pubbliche e dell'industria aerospaziale per entrare
nel mondo dell'industria. Il calcolatore, che in 10 anni ha diminuito
il suo prezzo di 100 volte e ha raddoppiato 11 volte le sue prestazioni,
diventa uno strumento per gestire i dati delle imprese e per controllare
i processi industriali.
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I calcolatori della IV Generazione
L'esasperazione della miniaturizzazione dei circuiti (indispensabile
per elevare la velocità delle operazioni di un computer),
l'elevata flessibilità dei sistemi, l'interazione fra elaborazione
dei dati, trattamento della parola e telecomunicazioni permettono
la realizzazione di computer sempre più piccoli, a basso
prezzo, in grado di eseguire operazioni autonome, per accedere a
migliaia di informazioni e servizi.
Nel 1971 Intel Co., azienda della Sylicon Valley, lancia
sul mercato l'Intel 4004, il primo microprocessore, cioè
l'unità di elaborazione centrale del calcolatore concentrata
su una singola scheggia di silicio. Dietro questo microprocessore
c'è anche il lavoro di un italiano, Federico Faggin.
Col microprocessore si ampliano le possibilità applicative
del computer, perché è possibile trasferire la capacità
elaborativa in apparecchiature elettroniche (periferiche) e in prodotti
tradizionali, che diventano programmabili, automatici, "intelligenti"
(elettrodomestici, televisori, videoregistratori, radiosveglie,
aspirapolvere, lavapiatti, lavatrici, macchine da scrivere, macchine
fotografiche, fotocopiatrici, macchine utensili, hi-fi, giocattoli,
telefoni, autovetture...). I microprocessori, che contengono da
decine di migliaia a milioni di transistor in pochi millimetri quadrati,
costano poco, sono molto piccoli, sopportano un ampio ventaglio
di condizioni ambientali, consumano pochissimo e sono così
economici che praticamente non modificano il costo dell'apparecchiatura
alla quale sono applicati.
Il microprocessore crea l'informatica distribuita, decentralizzandola.
Nasce il "personal computer", il computer costruito secondo
le esigenze dell'utenza. La microelettronica entra in tutti i settori,
dall'ufficio alla casa, dalle telecomunicazioni all'ambiente domestico
(l'home computing).
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Il personal computer e gli ultimi 25 anni
1975. Il primo PC, un Altair 8800 disponibile in kit di
montaggio, appare sulla copertina della rivista Popular Electronics.
IBM introduce la stampante laser. Bill Gates e Paul Allen scrivono
il primo software per personal computer (DOS - Disk Operative System).
1976. Il Cray-1 di Cray Research è il primo supercomputer
ad architettura vettoriale. Steve Jobs e Steve Wozniak fondano Apple.
Producono l'Apple I, il primo personal computer (PC). IBM sviluppa
la prima stampante a getto d'inchiostro.
1977. Viene introdotto l'Apple II. Escono i PC di Commodore
e di Tandy. Bill Gates e Paul Allen fondano Microsoft.
1978. DEC introduce il VAX 11/780, un computer a 32-bit
che diventa popolare per applicazioni tecniche e scientifiche. Intel
rilascia il chip 8086 a 16 bit.
1979. Motorola introduce il chip 68000. Telefoni cellulari
sono testati in Giappone e a Chicago.
1980. IBM sceglie il DOS di Microsoft come sistema operativo
per i suoi personal computer.
1981. Esce il primo personal computer dell'IBM.
1982. Il Cray X-MP (due computer Cray-1 in parallelo) è
tre volte piuù veloce del Cray-1. Columbia Data Products
produce il primo clone IBM PC, a cui seguirà
Compaq. Nasce "Internet" (allora chiamata ARPAnet). Time
nomina il personal computer come "man of the year".
1983. Apple lancia sul mercato LISA, che mostra il primo
sistema operativo pensato come ambiente a icone e menu a discesa,
dotato di mouse.
1984. Esce l'Apple Plus, dotato di mouse e sistema operativo
a icone e finestre. Motorola introduce il chip 68020, a 16 bit,
con 250 mila transistor. Intel introduce il chip 80286, a 16 bit.
Vengono introdotti i CD-ROM da Sony e Philips. William Gibson, nel
romanzo Neuromancer, conia il termine "cyberspace".
1985. Con il rilascio del Cray 2 e del Connection Machine
Supercomputer di Thinking Machines Co. la velocità dei supercomputer
raggiunge 1 miliardo di operazioni al secondo. Intel rilascia il
chip 80386, a 32 bit. Nasce FidoNet. PageMaker è il primo
programma di desktop publishing per PC, usato dapprima su Macintosh
e in seguito su IBM compatibili: nasce il desktop publishing. Nasce
Windows 1.0.
1989. Nasce il formato grafico GIF.
1990. Scienziati dei Bell Labs dimostrano il primo processore
totalmente ottico. Microsoft introduce Windows 3.0. Escono il 80486
e iPSC/860 di Intel e il 68040 di Motorola.
1991. Cray Research rilascia il Cray Y-MP C90 con 16 processori
e una capacità di 16 Gflops. Introdotto il formato grafico
JPEG. Apple introduce QuickTime, software per fruire audiovisivi
su PC. Introdotto Windows NT.
1992. Nasce il "WWW" (World Wide Web). Esce Linux,
sistema operativo Open Source. DEC introduce l'Alpha, il primo chip
RISC a 64 bit.
1993. Nasce l'HTML (HyperText Markup Language). Nello stesso
anno esce Mosaic, primo browser web. Intel rilascia il Pentium.
Apple rilascia il Newton, il primo PDA (Personal Digital Assistant).
1994. Negli Stati Uniti il numero dei computer venduti supera
quello dei televisori. Esce Netscape. Escono i processori risc PowerPC
di Motorola, IBM e Apple. Nasce Yahoo, motore di ricerca. Escono
i modem a 28.8 kbps.
A partire dal 1994 la velocità di clock dei processori dei
PC cresce in maniera esponenziale:
così come il numero di transistor inseriti nel processore:
e di pari passo diminuisce il costo del calcolo:
1995. Esce Windows 95. Nasce il formato MP3. Nasce Java.
Nasce RealAudio. Nasce AltaVista, motore di ricerca. Toy Story
è il primo film completamente realizzato al computer.
1996. Introdotto da Intel il Pentium Pro. Microsoft introduce
Internet Explorer.Escono i modem a 33.6 Kbit/s e, più tardi,
a 56 Kbit/s. Nasce la WebTV. Nasce il formato DVD.
1997. Introdotto il formato WAP (Wireless Application Protocol).
1998. Nasce Google, motore di ricerca. Apple introduce sul
mercato l'iMac.
1999. Nasce Napster, per la diffusione di file musicali
in formato MP3.
2000. Per fatturato l'industria hardware viene sorpassata
dall'industria software.
2001. Un gruppo di ricercatori dei laboratori Bell crea
i primi transistor costituiti da una singola molecola organica.
I transistor molecolari potrebbero un giorno essere usati nei microprocessori
e nelle memorie, riuscendo a far stare un numero di elementi migliaia
di volte superiore a quello possibile oggi. Esce MacOS X, sistema
operativo di Apple. Esce Windows XP, sistema operativo di Microsoft.
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Bibliografia
M. Bozzo, La grande storia del computer, Bari, Dedalo, 1996
F. Dani, La storia del computer, Pomezia, SARIN, 1990
Sitografia
Computer
Industry History
Storia
dell'informatica
WearComp.org
(Wearable computers)
The
Computer History Graphing Project
Mind
Machine Museum
History
of Computing Information
Nostalgia
Museum - Museo virtuale delle tecnologie
IEEE Computer
Society
FOLDOC
(Computing Dictionary)
Business
Computer Birthplace
ArsTechnica
(The PC enthusiast's resource)
Electronic
Visualization Laboratory, University of Chicago
Noema, tecnologie
e società
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