Archivio Storico:- ex Dipartimento di Musica e Spettacolo - Universita' di Bologna Suoni dal Mondo 2003 HOURIA AÏCHI

ALMA MATER STUDIORUM - UNIVERSITÀ DI BOLOGNA
DIPARTIMENTO DI MUSICA E SPETTACOLO
CIMES
Centro di musica e spettacolo

SUONI DAL MONDO 2003

L'ARTE DELLA VOCE

Sabato 23 Novembre
HOURIA AÏCHI
Canti berberi dell'Aurés (Algeria)

L’Aurés è una regione montagnosa dell’entroterra orientale algerino, a sud di Constantine, abitata da una delle tante comunità berbere che sono disseminate nel Maghreb e che costituiscono la popolazione originaria di quest’area, conquistata in seguito dagli arabi nel corso della massiccia espansione iniziata nel VII secolo d.C., dopo la morte di Maometto. I berberi del Maghreb furono gradualmente convertiti all’islam dagli invasori, nel periodo fra il settimo e l’undicesimo secolo, ma ciononostante mantengono ancora oggi una cultura che presenta aspetti distintivi rispetto a quella araba. Grazie anche al loro isolamento negli insediamenti montagnosi del Marocco e dell’Algeria, i berberi infatti non si sono mai completamente sottomessi all’autorità statale e ai costumi delle città e hanno sempre praticato forme di dissenso e resistenza.

Fra gli aspetti caratteristici delle popolazioni berbere va citato il ruolo delle donne che, a differenza delle donne arabe di città, non portano il velo e sono protagoniste in determinate circostanze (ad esempio, i matrimoni) di eventi espressivi in cui possono dar voce liberamente alle proprie idee e ai propri sentimenti.

Il caso di Houria Aïchi è ancora più interessante. Essa appartiene ad una famiglia le cui donne sono da generazioni cantanti semiprofessioniste, frequentemente invitate nel paese e nei villaggi vicini per animare le feste con il canto chaouia, proprio dei contadini berberi della regione Dalla madre e dalla nonna Houria Aïchi ha così appreso uno stile di canto e un repertorio che si è impegnata a mantenere vivi, in quanto espressione della cultura musicale e in particolare delle tecniche vocali proprie dell’Aurés.

Il repertorio cui si ispira Houria Aïchi è in realtà ancora più ampio di quello appreso in famiglia e fa riferimento alla tradizione trovadorica delle azryat (donne libere) e in particolare al repertorio di Aïssa El-Jarmouni, che conosceva centotrenta canti in parte in lingua berbera e in parte in lingua araba. Dal punto di vista melodico, il repertorio di Houria Aïchi si organizza in tre categorie principali. La prima comprende canti i cui temi sono prevalentemente amorosi, e che sono concepiti talora come una confessione, talora come un lamento: preceduti da un preludio eseguito dal flauto, i canti descrivono il dolore del poeta per una passione non corrisposta, oppure il ricordo della donna amata. La seconda categoria di canti è denominata qasida ed è di ispirazione religiosa: i versi sono cantati senza accompagnamento strumentale secondo uno stile chiamato dhikr, una sorta di litania salmodica spesso utilizzata nel canto delle confraternite musulmane. L’ultima categoria di canti è costituita da melodie finalizzate all’accompagnamento della danza (rahabiya) e ritmate dal tamburello (abendaïr), secondo una prassi di ampia circolazione nel Mediterraneo.

I diversi tipi di canto richiedono una notevole flessibilità dell’uso della voce, che Houria Aïchi padroneggia con rara abilità. Aïchi sfrutta l’estensione dei propri mezzi vocali e domina con sicurezza le lunghe frasi nel registro acuto e i melismi propri dello stile del qasida, l’enunciazione fortemente ritmata e accentata delle melodie rahabiya, l’emissione variata e caratterizzata da frequenti colpi di glottide. La sua straordinaria abilità vocale fa di lei una delle protagoniste di spicco della musica dell’area mediterranea. Nel concerto di questa sera Houria Aïchi è accompagnata al flauto da Abdelkamel Abbaci.


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