NEL SEGNO DEI MAESTRI
La prossima stagione del Centro La Soffitta, la XXII, è stata progettata dentro i severi limiti imposti dalle attuali condizioni finanziarie del nostro Ateneo (per altro, fra i più virtuosi e solidi, a livello nazionale, anche sotto il profilo economico) e da ulteriori incertezze riguardanti gli altri enti sovventori, che in ogni caso ringraziamo. Tuttavia ritengo, senza falsa modestia, che il programma sia anche quest’anno a livello delle migliori tradizioni del Centro. Come al solito, ancora più del solito, questo risultato si deve in primo luogo alla passione e all’abnegazione dei colleghi che compongono il gruppo di lavoro (a cominciare dal nostro Direttore, Giuseppina La Face) e dei tanti, giovani volontari che prestano la loro opera competente a titolo gratuito. Ma naturalmente tutto questo non sarebbe bastato senza il rinnovato appoggio delle più importanti realtà teatrali, cinematografiche e musicali della città, cominciando dalle collaudate collaborazioni con il Teatro Arena del Sole/Nuova Scena e con la Cineteca Comunale, per proseguire con i Teatri di Vita, la Compagnia del Teatro dell’Argine, il Teatro Comunale di Casalecchio/ERT, Musica Insieme. Ancor prima di iniziare, questo programma ha già ricevuto un riconoscimento significativo: l’Assessorato alla cultura del Comune di Bologna ha inserito ben due delle iniziative della Soffitta nel ristrettissimo novero delle manifestazioni che, mese per mese, verranno promosse dalla nostra municipalità: lo spettacolo beckettiano dei Marcido Marcidorjs ...Ma bisogna che il discorso si faccia! e il progetto sul cinema “teatrale” di Pippo Delbono. E, senza far torto a nessuno, proprio su quest’ultima iniziativa vorrei soffermarmi un momento: si tratta di un progetto che, per la prima volta, propone tutta la produzione filmica, compresa quella di origine teatrale,di colui che rappresenta oggi uno degli artisti più significativi, originali e internazionalmente affermati della nostra scena. Un altro nome di assoluto prestigio, un altro protagonista indiscusso del nostro panorama artistico e culturale, è Moni Ovadia, che – dando prova di rara generosità – ha accettato di celebrare con noi nel 2010 il Giorno della Memoria, 27 gennaio.
Ma naturalmente, il grosso del programma, sia teatrale che musicale, cinematografico e di danza, è dedicato – come in passato – ai fermenti del nuovo e alle proposte delle ultime generazioni: con gli assoli danzati, con i giovani concertisti, spesso usciti dal nostro Dams; che animeranno il programma musicale nell’Aula absidale, quest’anno dedicato al bicentenario chopiniano (e che si avvarrà per altro, secondo tradizione, anche del disinteressato apporto di artisti di fama mondiale, come i pianisti Maurizio Baglini e Michele Campanella); con i Kinkaleri e la loro “scena esausta”; con Viviana Piccolo e il “suo” inedito Arrabal; e soprattutto con il vasto, articolato progetto “Interscenario”, a cura di Cristina Valenti, che per la seconda volta presenterà a Bologna – nello spazio della Soffitta e in altri teatri cittadini – una significativa antologia delle realtà teatrali emergenti nel nostro Paese.
Con i progetti “Aspettando Pulcinella: breviario contemporaneo sull’uso della maschera”, fitto di momenti spettacolari, incontri e dimostrazioni tecniche, e “Visioni Madri Migranti”, di Loredana Putignani, il Centro presidia egregiamente altri due suoi fronti importanti: quello del lavoro dell’attore, fra tradizione e sperimentazione, colto e popolare, da un lato, e quello del teatro sociale, o delle diversità, dall’altro. Senza dimenticare le iniziative di Cinema, che spaziano anch’esse da filoni tradizionali, come il film muto (in relazione alle donne, quest’anno) al nuovo fronte della globalizzazione, con il Without Borders Film Festival.
Inaugurato da figure come Moni Ovadia e Pippo Delbono, nuovi riferimenti-guida non solo artistici nel presente, il nostro programma non casualmente si chiude – per il teatro – con tre maestri che, operando a livelli diversi, hanno segnato profondamente la storia della Soffitta: Leo de Berardinis e Claudio Meldolesi, entrambi scomparsi di recente (nel settembre 2008, il primo, nel settembre 2009, il secondo), che ricorderemo con il libro postumo che il caro collega aveva voluto dedicare, lavorandoci indefessamente, alla “terza vita di Leo”, cioè agli ultimi vent’anni del teatro di de Berardinis a Bologna (1983-2001); e Eugenio Barba, fondatore e direttore del celebre Odin Teatret, uomo di teatro e teatrologo fra i più prestigiosi da decenni a livello internazionale, che sarà con noi in occasione dell’uscita del suo ultimo libro, una specie di summa sul suo lavoro ultraquarantennale di regista.
La prossima stagione del Centro La Soffitta, la XXII, è stata progettata dentro i severi limiti imposti dalle attuali condizioni finanziarie del nostro Ateneo (per altro, fra i più virtuosi e solidi, a livello nazionale, anche sotto il profilo economico) e da ulteriori incertezze riguardanti gli altri enti sovventori, che in ogni caso ringraziamo. Tuttavia ritengo, senza falsa modestia, che il programma sia anche quest’anno a livello delle migliori tradizioni del Centro. Come al solito, ancora più del solito, questo risultato si deve in primo luogo alla passione e all’abnegazione dei colleghi che compongono il gruppo di lavoro (a cominciare dal nostro Direttore, Giuseppina La Face) e dei tanti, giovani volontari che prestano la loro opera competente a titolo gratuito. Ma naturalmente tutto questo non sarebbe bastato senza il rinnovato appoggio delle più importanti realtà teatrali, cinematografiche e musicali della città, cominciando dalle collaudate collaborazioni con il Teatro Arena del Sole/Nuova Scena e con la Cineteca Comunale, per proseguire con i Teatri di Vita, la Compagnia del Teatro dell’Argine, il Teatro Comunale di Casalecchio/ERT, Musica Insieme. Ancor prima di iniziare, questo programma ha già ricevuto un riconoscimento significativo: l’Assessorato alla cultura del Comune di Bologna ha inserito ben due delle iniziative della Soffitta nel ristrettissimo novero delle manifestazioni che, mese per mese, verranno promosse dalla nostra municipalità: lo spettacolo beckettiano dei Marcido Marcidorjs ...Ma bisogna che il discorso si faccia! e il progetto sul cinema “teatrale” di Pippo Delbono. E, senza far torto a nessuno, proprio su quest’ultima iniziativa vorrei soffermarmi un momento: si tratta di un progetto che, per la prima volta, propone tutta la produzione filmica, compresa quella di origine teatrale,di colui che rappresenta oggi uno degli artisti più significativi, originali e internazionalmente affermati della nostra scena. Un altro nome di assoluto prestigio, un altro protagonista indiscusso del nostro panorama artistico e culturale, è Moni Ovadia, che – dando prova di rara generosità – ha accettato di celebrare con noi nel 2010 il Giorno della Memoria, 27 gennaio.
Ma naturalmente, il grosso del programma, sia teatrale che musicale, cinematografico e di danza, è dedicato – come in passato – ai fermenti del nuovo e alle proposte delle ultime generazioni: con gli assoli danzati, con i giovani concertisti, spesso usciti dal nostro Dams; che animeranno il programma musicale nell’Aula absidale, quest’anno dedicato al bicentenario chopiniano (e che si avvarrà per altro, secondo tradizione, anche del disinteressato apporto di artisti di fama mondiale, come i pianisti Maurizio Baglini e Michele Campanella); con i Kinkaleri e la loro “scena esausta”; con Viviana Piccolo e il “suo” inedito Arrabal; e soprattutto con il vasto, articolato progetto “Interscenario”, a cura di Cristina Valenti, che per la seconda volta presenterà a Bologna – nello spazio della Soffitta e in altri teatri cittadini – una significativa antologia delle realtà teatrali emergenti nel nostro Paese.
Con i progetti “Aspettando Pulcinella: breviario contemporaneo sull’uso della maschera”, fitto di momenti spettacolari, incontri e dimostrazioni tecniche, e “Visioni Madri Migranti”, di Loredana Putignani, il Centro presidia egregiamente altri due suoi fronti importanti: quello del lavoro dell’attore, fra tradizione e sperimentazione, colto e popolare, da un lato, e quello del teatro sociale, o delle diversità, dall’altro. Senza dimenticare le iniziative di Cinema, che spaziano anch’esse da filoni tradizionali, come il film muto (in relazione alle donne, quest’anno) al nuovo fronte della globalizzazione, con il Without Borders Film Festival.
Inaugurato da figure come Moni Ovadia e Pippo Delbono, nuovi riferimenti-guida non solo artistici nel presente, il nostro programma non casualmente si chiude – per il teatro – con tre maestri che, operando a livelli diversi, hanno segnato profondamente la storia della Soffitta: Leo de Berardinis e Claudio Meldolesi, entrambi scomparsi di recente (nel settembre 2008, il primo, nel settembre 2009, il secondo), che ricorderemo con il libro postumo che il caro collega aveva voluto dedicare, lavorandoci indefessamente, alla “terza vita di Leo”, cioè agli ultimi vent’anni del teatro di de Berardinis a Bologna (1983-2001); e Eugenio Barba, fondatore e direttore del celebre Odin Teatret, uomo di teatro e teatrologo fra i più prestigiosi da decenni a livello internazionale, che sarà con noi in occasione dell’uscita del suo ultimo libro, una specie di summa sul suo lavoro ultraquarantennale di regista.
Marco De Marinis
Responsabile scientifico del Centro La Soffitta