LA SOFFITTA 2006
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TEATRO
17 gennaio - 5 maggio |
17 gennaio - 23 marzo 2006
in collaborazione con Arena del Sole - Cooperativa Nuova Scena - Teatro Stabile di Bologna
MOTUS: VIAGGI MALEDETTI DA PASOLINI A FASSBINDER
17-18 gennaio, ore 21 Arena del Sole – Sala Grande “L’Ospite”di Enrico Casagrande e Daniela Nicolò Tratto dal romanzo Teorema di Pier Paolo Pasolini con Catia Dalla Muta, Dany Greggio, Franck Provvedi, Daniele Quadrelli, Caterina Silva e Emanuela Villagrossi una produzione Motus e Théâtre National de Bretagne, Rennes |
La sollecitazione originaria proviene dal misterioso personaggio protagonista di Teorema di Pasolini, opera dalla natura anfibia che continua ad ossessionarci per la sua duplicità, fra cinema e letteratura. Ci ha colpito l’atmosfera provocatoria e profetica del testo, così terribilmente attuale per il continuo interrogarsi sull’inconsistenza della vita borghese. Pasolini aveva bisogno di un trauma che spogliasse i personaggi delle loro inossidabili certezze: questo “scandalo” lo provoca mettendo il borghese a confronto con il senso del sacro, creando un corto circuito fra santità ed attualità. È l’avvento di un fatto scandaloso esterno, quale l’irruzione dell’ospite in Teorema, o una visitazione angelica, come in Petrolio, a provocare lo svelamento, la frattura, l’umiliazione. Abbiamo tentato un percorso trasversale, che si estende anche ad altre opere in cui si manifesta questo elemento sacrale-distruttivo, come Porcile, San Paolo e Petrolio – un testo teatrale, una sceneggiatura e un romanzo incompiuto – dove il tema del deserto ritorna con persistenza allucinatoria. Deserto come simbolo di solitudine e negazione della storia, cui l’uomo ricorre non per cercare il vuoto, ma quando scopre il vuoto dentro e intorno a sé. Ci corre in mezzo il cannibale Pierre Clementi in Porcile, il padre Paolo in Teorema, e vi si rifugia l’Apostolo Paolo, come se da quella situazione di nudità, dove i pregiudizi, i classismi sono caduti, Pasolini volesse (ri)cominciare. Un viaggio che dai “mitici” anni ’60 giunge agli anni ’70, quando la visione pasoliniana si fa assolutamente disperata, ed anche gli eccessi non hanno più nulla di liberatorio. La sessualità acquista un segno inequivocabilmente sadiano, il Sade di una smania fredda, scientifica, ripetitiva che fa tutt’uno con la razionalità e l’ordine, inglobato nell’orrore fascista e stragista. Un viaggio che termina interrotto dalla morte, la sola in grado di compiere il definitivo montaggio sull’inarrestabile piano sequenza della vita. MOTUS |