Archivio Storico:- ex Dipartimento di Musica e Spettacolo - Universita' di Bologna Dipartimento di Musica e Spettacolo - La Soffitta 2006

LA SOFFITTA - Centro di promozione teatrale


LA SOFFITTA 2006
TEATRO
17 gennaio - 5 maggio

17 febbraio - 5 maggio

EMMA DANTE: DA N'AUTRA PALERMO

a cura di Cristina Valenti

17-18 febbraio, ore 21.30
19 febbraio, ore 16.30
Arena del Sole - Sala InterAction

Sud Costa Occidentale
VITA MIA


testo e regia di Emma Dante
con Ersilia Lombardo, Enzo Di Michele, Giacomo Guarneri, Alessio Piazza
luci di Christian Zucaro
direzione organizzativa Fanny Bouquerel
una produzione Sud Costa Occidentale
coproduttore principale Romaeuropa Festival 2004
coproduttori Scènes étrangères – La Rose des Vents, Lille; Festival Castel dei Mondi 2004

Ma chi ci ha rigirati così
che qual sia quel che facciamo
è sempre come fossimo nell’atto di partire?
Come colui che sull’ultimo colle
che gli prospetta per una volta ancora
tutta la sua valle, si volta, si ferma, indugia-
così viviamo per dir sempre addio.


Rainer Maria Rilke, Ottava elegia

Entriamo in una stanza vuota con un letto al centro. Cos’è quel letto ci chiediamo: un riparo? Una pace pigra? Un termine?
C’è un viaggio nel tempo e nello spazio attorno a quel catafalco e ciò che muove tutto è qualcosa che non possiamo comprendere. La stanza dove entriamo è un buco sul nulla. È il posto dove l’anima per un attimo si sospende nell’aria prima di strapparsi dal corpo. Una madre guarda con occhi dolci e tristi i tre figli che ha di fronte e gli insegna che la vita è la cosa più preziosa, è qualcosa che fugge, passa. La vita è una corsa attorno a quel letto. Vita mia è il tentativo folle e disperato di ritardare fino allo stremo delle forze quest’ultimo giro prima della morte. Chi è il prescelto? A chi tocca? Al più grande o al più piccolo? Al più buono o al più cattivo? E soprattutto perché toccherà a chi ancora non è pronto, a chi non si è fermato, a chi mantiene fermi gli impulsi della vita, le idee, le scoperte, i progetti, le piccole cariche d’energia? Tra Gaspare, Uccio e Chicco c’è un morto che deve occupare quel letto, ma la madre non vuole saperne, vacilla, si mette a sedere, piega la testa di lato e se li guarda a uno a uno i suoi maschi di casa: il grande, il mezzano, il piccolo… Come fa a sentirlo “suo” quel figlio morto? Con quale coraggio lo porterà fra le braccia sul letto “conzato di lutto”, dopo averlo vestito e avergli bisbigliato nell’orecchio parole d’amore? Come faranno le sue gambe a non cederle inaspettatamente? Tutto è immobile: i gesti, i ricordi, le parole di conforto, i rimorsi, quell’ultimo ritmo di pulsazione del cuore che si ripete all’infinito.
Vita mia è una veglia.
Quel letto è una nave di pietra e quella stanza è il mare che ci risucchia e sparisce.

Emma Dante
a mio fratello Dario

 


Dipartimento di Musica e Spettacolo
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