LA SOFFITTA - Centro di promozione teatrale
LA SOFFITTA 2005
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TEATRO
19 gennaio - 23 maggio |
20-25 gennaio
IL TEATRO DEI LIBRI
a cura di Marco De Marinis
Teatro e letteratura
dialogo di Marco Martinelli con l'autore
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Il rapporto fra teatro e libro è stato ritematizzato e riarticolato problematicamente nel corso del Novecento, grazie ai contributi congiunti delle proposte artistiche e pedagogiche della nuova scena, da un lato, e degli studi teatrali rifondati juxta popria principia, dall’altro. Nozioni come quella di “spazio letterario del teatro”, “teatro-in-forma-di-libro”, “drammaturgia consuntiva” ecc., hanno consentito una prima ridefinizione concettuale di questo rapporto, che l’irruzione del virtuale e di internet ha ulteriormente arricchito e riformulato. Il progetto “Il teatro dei libri” intende fornire alcuni esempi sullo stato attuale della questione. L’autore e regista Marco Martinelli, fondatore e guida del gruppo ravennate Teatro delle Albe, dialogherà con l’autore a proposito del libro Visioni della scena. Teatro e scrittura (Laterza, 2004) pubblicato di recente da Marco De Marinis. Nicola Savarese, docente di Storia del teatro all’Università di Roma III, terrà una conferenza sui temi del volume Te@tri nella rete. Arti e tecniche dello spettacolo nell’era dei nuovi media (Carocci, 2004), da lui scritto con la collaborazione di Maia Borelli. Infine, Claudia Castellucci, uno dei fondatori e degli animatori della Socìetas Raffaello Sanzio, coordinerà l’incontro conclusivo del seminario di studi, con studenti e neo-laureati del Dams bolognese, da lei ideato e condotto l’anno scorso a proposito del grandioso work in progress sul teatro tragico realizzato dal gruppo cesenate negli ultimi tre anni (Tragedia Endogonidia) e di recente giunto al suo XI e ultimo Episodio. Le risultanze critiche di questo seminario sono apparse recentemente nel numero IX della rivista della Socìetas “Idioma, Clima, Crono”.
Coloro che hanno lottato contro un teatro svilito ed hanno cercato di trasformarlo in un ambiente con dignità culturale, estetica ed umana, hanno attinto forza dai libri. Spesso hanno anch’essi scritto libri, specialmente quando volevano liberare la pratica scenica dall’asservimento alla letteratura. Il rapporto che lega il teatro e il libro è fecondo. Tende però a squilibrarsi dalla parte della parola scritta che rimane. Le cose stabili hanno una debolezza: la stabilità. E così la memoria delle esperienze vissute come teatro, una volta tradotta in frasi che rimangono, rischia di pietrificarsi in pagine che non si lasciano trapassare. (Tratto da: Eugenio Barba, La canoa di carta, Il Mulino, 1993) |