Archivio Storico:- ex Dipartimento di Musica e Spettacolo - Universita' di Bologna Dipartimento di Musica e Spettacolo - La Soffitta 2005

LA SOFFITTA - Centro di promozione teatrale


LA SOFFITTA 2005
TEATRO
19 gennaio - 23 maggio

20-25 gennaio
IL TEATRO DEI LIBRI
martedì 25 gennaio
Laboratori DMS - Auditorium, ore 21



La Tragedia Endogonidia.
Arterie del sistema


conferenza a conclusione del seminario di studi
sulle recenti articolazioni del teatro tragico
della Socìetas Raffaello Sanzio
in occasione dell’uscita del n. IX
della rivista “Idioma, Clima, Crono”


intervengono Lucia Amara, Adele Cacciagrano
Piersandra Di Matteo, Tihana Maravic
Enrico Pitozzi, Annalisa Sacchi

introduzione di Claudia Castellucci

 

TRAGEDIA ENDOGONIDIA
La Tragedia Endogonidia è un sistema drammatico concepito da Romeo Castellucci e fatto proprio dalla Socìetas Raffaello Sanzio, che investe anche l’economia, con nuovi criteri di produzione, di replica e di giro.
     È un’opera aperta, proiettata verso il futuro, con un’estensione misurata in tre anni. La produzione non è un atto iniziale ma dura per tutta la durata della Tragedia Endogonidia. L’intero ciclo drammatico è composto da undici singoli Episodi, legati ognuno a una città europea diversa. Il ciclo è concepito come un processo di invenzione privo di pause e di repliche. E’ un sistema drammatico in crescita, e gli Episodi sono gli stadi del suo cambiamento. Non è più uno spettacolo concluso che si sposta, ma lo stesso spostamento diventa un criterio dello spettacolo. Lo spostamento è un motivo coessenziale di cambiamento, è potenza del progetto. La prospettiva si rovescia: non siamo noi che andiamo nelle città, ma sono le città che entrano nel nostro dispositivo drammatico come mete in una corsa.
     La Tragedia Endogonidia, che ha ottenuto il sostegno dell'Unione Europea nell'ambito dei progetti pluriennali, non è semplicemente una co-produzione, ma un tessuto dove si intrecciano trame di pensiero in crescita, e dove diventa comune il farsi carico di un’opera aperta, che si forma, e che nessuno conosce in anticipo.
     La Tragedia Endogonidia accosta due termini antitetici. “Endogonidia” si riferisce a quegli esseri viventi semplici che hanno al proprio interno la compresenza delle gonadi: ciò permette loro di riprodursi senza fine, secondo un effettivo principio di immortalità che esige, d’altro canto, una continua scissione da se stessi. “Tragedia”, al contrario, presuppone la morte (dell’eroe), che è da sempre contenuta in ogni presenza della vita.
     Nell’antica Grecia gli Episodi erano quelle parti della tragedia che rappresentavano soltanto i fatti, senza alcun commento (che allora spettava al Coro). Qui l’abbiamo immaginata priva di Coro, cioè priva di discorsi, spiegazioni e commenti. Gli Episodi sono fatti, e in antico erano fatti esemplari attuati da eroi. Qui non si rifanno più ad alcun mito riconoscibile.
     Un nuovo senso politico circonda e fonda l’insieme civile di spettatori che assistono a questa nuova tragedia. Da essa scaturirà un pensiero rivolto al futuro. Non si tratta, infatti, di una rielaborazione di miti e di figure antiche. La proposta è tutta proiettata su immagini contemporanee, che non rimandano nient’altro che a se stesse. Ci troviamo, così, di fronte a quadri inediti, che interrogano la nostra interpretazione senza fornirci chiavi di lettura sicure o predefinite.
     Indubbiamente la storia e il nostro passato rientrano nel nostro ricevimento, ma si tratta di connessioni nuove, di passaggi intuiti: non vi è la garanzia esegetica di un autorevole precedente. Ci troviamo, per una volta, di fronte a un nuovo inizio, dove ancora tutto deve essere inventato coerentemente.
     La Tragedia Endogonidia nell’arco di tre anni si è sviluppata in dieci città, in ognuna delle quali è stato rappresentato un Episodio il cui titolo è formato dalla sigla delle città di riferimento e da un numero progressivo.





Le idee esposte in questa conferenza sono state originate da un seminario di studi intorno alla Tragedia Endogonidia di Romeo Castellucci della Socìetas Raffaello Sanzio. Hanno preso parte al seminario Claudia Castellucci e alcuni studenti del DAMS di Bologna del corso del prof. Marco De Marinis, tra i quali i Relatori di oggi, che hanno scelto una manifestazione delle idee rispecchiante la forma scritta della loro provenienza.
     Il seminario ha discusso il principio dinamico della Tragedia Endogonidia, la sua qualità generativa, il sistema drammatico che ne deriva, la combustione che costringe a uno stato di creazione permanente, la sua propagazione, la dialettica tra lievitazione e dispersione, la sua velocità, il rapporto con lo spettatore e la condizione del suo status.
     La conferenza è un’altra, effettiva e autonoma crescita della Tragedia Endogonidia. La fonte è stata lasciata. La lontananza da quella fonte è il motivo di questo convegno.

(dal programma di sala della Conferenza degli studenti Tragedia Endogonidia: Arterie del sistema drammatico. Pensare il tragico nell’epoca della tragedia telescopica, Teatro Comandini, Cesena, 11 luglio 2004)




 

 


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