- Le radici della
scena giapponese
- a
cura di Giovanni Azzaroni e
Matteo Casari
Il
progetto Il fiore del teatro no si
propone di indagare, allinterno
degli argini segnati dalla tradizione
scritta e orale, le modalità di
trasmissione dei saperi tipiche di questo
genere teatrale fiorito nel Giappone del
XV secolo.
Le
folgoranti parole di Zeami Motokiyo - il
riconosciuto fondatore del no - le
sue sbalorditive intuizioni teatrali, la
modernità della sua visione estetica e
il rigore etico dei precetti tecnici e
artistici da lui formulati hanno fatto
dei suoi Trattati, compilati tra
il 1400 e il 1440, testi di riferimento
imprescindibili per chiunque guardi al
Teatro.
Lenorme
importanza che lOccidente è
disposto a riconoscere alla scrittura, al
valore normativo e dogmatico da essa
veicolato, inoltre, ha favorito presso
gli studiosi lattribuzione agli
ideogrammi vergati da Zeami di unautorevolezza
pressoché assoluta ben oltre il loro
intrinseco valore.
Nonostante
i Trattati siano scomparsi pochi
decenni dopo la loro stesura per
riapparire quasi casualmente solo nel
1909 nella polverosa biblioteca di un daimyo
(alto feudatario), infatti, fin dal
momento del loro rinvenimento, hanno
suscitato negli studiosi di tutto il
mondo un interesse tale da divenire la
chiave di lettura privilegiata in ogni
studio sul no. Tale approccio - più
marcatamente negli studiosi occidentali -
ha prodotto una diffusa distrazione
rispetto i destini e gli sviluppi del
teatro agito, le cui rappresentazioni si
sono susseguite sino ad oggi senza
soluzione di continuità, e questo grazie
alla tradizione orale trasmessa
direttamente da maestro ad allievo lungo
una catena non ancora interrotta.
Indispensabile,
per bilanciare il peso esercitato in
Occidente dalle teorie di Zeami, sarà
quindi la presenza attiva del maestro
Manzaburo Umewaka - iemoto (capofamiglia)
della compagnia Umewaka Kennokai - vero
cuore pulsante del progetto, espressione
viva e incarnata della nobile arte del
teatro no. Intervistato nel 2000
da Matteo Casari primo allievo
occidentale accolto dal maestro Manzaburo
Umewaka per tre mesi alla propria scuola
e autore del libro "La verità
dello specchio. Centro giorni di teatro
no con il maestro Umewaka Makio"
(il principe costante Edizioni), frutto
di tale esperienza sullefficacia
odierna dei Trattati per la
pedagogia dattore ha palesato nella
sua risposta una posizione in grado di
scardinare secoli di convinzioni storiche
ed estetiche: "Indubbiamente Zeami
ha posto le basi del no, ma ciò
che di uguale ad allora cè ancora
oggi non lo insegnamo o non lo impariamo
attraverso i suoi trattati. E la
famiglia di Manzaburo Umewaka è un ramo
della famiglia Kanze, una delle cinque
grandi famiglie di attori no, che
discende direttamente da Zeami!
Diviene
così significativa, se non addirittura
simbolica, la guida del maestro Manzaburo
Umewaka nel ricollocamento delle teorie
di Zeami, per troppo tempo prese come
unica pietra di paragone nella
definizione di ciò che al no
potesse o meno essere riferito, rispetto
la via percorsa dai Maestri.
Scegliere
di incentrare un progetto sulla figura
del maestro Manzaburo Umewaka, e
caratterizzarne al contempo il titolo con
limmagine forse pil nota di tutta
la trattazione teorica di Zeami, il fiore,
rappresenta dunque il tentativo
consapevole di coniugare, o quantomeno di
far incrociare, due percorsi sapienziali
originati dallo stesso humus ma
giunti a noi attraverso i percorsi
apparentemente antitetici della scrittura
e delloralità.
In tale
scelta risiede anche la convinzione che
non esiste trattato - ed è Zeami stesso
a dirlo - in grado di parlare ad un
allievo senza l'intermediazione di un
maestro: nella settimana in cui Manzaburo
Umewaka sarà nostro ospite a Bologna
potremo ascoltarne la voce e osservarne i
movimenti, ossia ci sarà possibile
spiare il suo insegnare il canto e la
danza attraverso i mezzi stessi dell'arte
che rappresenta.
A lui sarà
affidata la direzione del workshop La
trasmissione dei saperi titolo
che pone fortemente in risalto loggetto
principe di tutto il progetto ,
rivolto agli studenti DAMS, nel quale ad
affiancarlo ci saranno i figli Norinaga
ed Hisaki, anchessi valenti attori
professionisti. Tale compresenza,
inoltre, permetterà di verificare
concretamente, esemplificato sul doppio
binario padre-figlio/maestro-allievo, il
sistema gerarchico e di lignaggio interno
alla famiglia, la sua funzionalità nel
salvaguardare e trasmettere un'eredità,
nel coniugare il passato al presente.
Il
fiore del teatro no consta ovviamente
di altri appuntamenti: ad un ciclo di
proiezioni - la prima delle quali sarà
dedicata alle attività della gakuya
(i camerini) nelle immagini girate in
Giappone da Matteo Casari - pensate per
avvicinare il pubblico alle atmosfere e
ai ritmi del teatro no faranno
seguito una conferenza-lezione in cui sarà
possibile dialogare con il maestro
Manzaburo Umewaka, e la dimostrazione
finale del workshop dove le danze e i
canti degli allievi si alterneranno a
quelle dei Maestri.
Giovanni Azzaroni
e Matteo Casari
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