Archivio Storico:- ex Dipartimento di Musica e Spettacolo - Universita' di Bologna La Soffitta 2003 - TEATRO
alma mater studiorum · università di bologna
dipartimento di musica e spettacolo
la soffitta · centro di promozione teatrale
LA SOFFITTA 2003
ministero per i beni e le attività culturali ·
direzione generale per lo spettacolo dal vivo
regione emilia romagna · assessorato alla cultura
provincia di bologna · assessorato alla cultura
facoltà di lettere e filosofia
16 gennaio - 13 aprile

27 febbraio/27 marzo 2003
IL FIORE DEL TEATRO NO
Le radici della scena giapponese
a cura di Giovanni Azzaroni e Matteo Casari

con il patrocinio di UNESCO e Commissione Nazionale Italiana per l’UNESCO
con il contributo di
Zen Shusi Restaurant Milano-Roma

LO SPECCHIO DEL FIORE
proiezioni dal teatro NO
Palazzo Marescotti, 27 febbraio, 6-13-20 marzo - ore 17
 
La trasmissione dei saperi
workshop
condotto dal Maestro Manzaburo Umewaka
ex Macello - Teatro, 22/ 26 marzo
a numero chiuso, riservato a studenti DAMS; iscrizioni 3/14 marzo, ore 10-13 presso Uffici Teatro (via Barberia 4 - Bologna)
 
La tradizione del teatro NO, oggi
conferenza lezione con il Maestro Manzaburo Umewaka
introdotta da Marco De Marinis (Direttore del Dipartimento di Musica e Spettacolo, Università di Bologna)
condotta da Giovanni Azzaroni e Matteo Casari
con la partecipazione di
Norinaga Umewaka, Hisaki Umewaka, Bonaventura Ruperti (Università Ca' Foscari, Venezia)
ex Macello - Teatro, 27 marzo - ore 15
 
La trasmissione dei saperi
dimostrazione finale
con il Maestro Manzaburo Umewaka
e con Norinaga Umewaka, Hisaki Umewaka e i partecipanti al laboratorio
replica straordinaria · ex Macello - Teatro, 27 marzo - ore 18
ex Macello - Teatro, 27 marzo - ore 21

27 febbraio/27 marzo 2003
IL FIORE DEL TEATRO NO
Le radici della scena giapponese
a cura di Giovanni Azzaroni e Matteo Casari

Il progetto Il fiore del teatro no si propone di indagare, all’interno degli argini segnati dalla tradizione scritta e orale, le modalità di trasmissione dei saperi tipiche di questo genere teatrale fiorito nel Giappone del XV secolo.

Le folgoranti parole di Zeami Motokiyo - il riconosciuto fondatore del no - le sue sbalorditive intuizioni teatrali, la modernità della sua visione estetica e il rigore etico dei precetti tecnici e artistici da lui formulati hanno fatto dei suoi Trattati, compilati tra il 1400 e il 1440, testi di riferimento imprescindibili per chiunque guardi al Teatro.

L’enorme importanza che l’Occidente è disposto a riconoscere alla scrittura, al valore normativo e dogmatico da essa veicolato, inoltre, ha favorito presso gli studiosi l’attribuzione agli ideogrammi vergati da Zeami di un’autorevolezza pressoché assoluta ben oltre il loro intrinseco valore.

Nonostante i Trattati siano scomparsi pochi decenni dopo la loro stesura per riapparire quasi casualmente solo nel 1909 nella polverosa biblioteca di un daimyo (alto feudatario), infatti, fin dal momento del loro rinvenimento, hanno suscitato negli studiosi di tutto il mondo un interesse tale da divenire la chiave di lettura privilegiata in ogni studio sul no. Tale approccio - più marcatamente negli studiosi occidentali - ha prodotto una diffusa distrazione rispetto i destini e gli sviluppi del teatro agito, le cui rappresentazioni si sono susseguite sino ad oggi senza soluzione di continuità, e questo grazie alla tradizione orale trasmessa direttamente da maestro ad allievo lungo una catena non ancora interrotta.

Indispensabile, per bilanciare il peso esercitato in Occidente dalle teorie di Zeami, sarà quindi la presenza attiva del maestro Manzaburo Umewaka - iemoto (capofamiglia) della compagnia Umewaka Kennokai - vero cuore pulsante del progetto, espressione viva e incarnata della nobile arte del teatro no. Intervistato nel 2000 da Matteo Casari – primo allievo occidentale accolto dal maestro Manzaburo Umewaka per tre mesi alla propria scuola e autore del libro "La verità dello specchio. Centro giorni di teatro no con il maestro Umewaka Makio" (il principe costante Edizioni), frutto di tale esperienza – sull’efficacia odierna dei Trattati per la pedagogia d’attore ha palesato nella sua risposta una posizione in grado di scardinare secoli di convinzioni storiche ed estetiche: "Indubbiamente Zeami ha posto le basi del no, ma ciò che di uguale ad allora c’è ancora oggi non lo insegnamo o non lo impariamo attraverso i suoi trattati.” E la famiglia di Manzaburo Umewaka è un ramo della famiglia Kanze, una delle cinque grandi famiglie di attori no, che discende direttamente da Zeami!

Diviene così significativa, se non addirittura simbolica, la guida del maestro Manzaburo Umewaka nel ricollocamento delle teorie di Zeami, per troppo tempo prese come unica pietra di paragone nella definizione di ciò che al no potesse o meno essere riferito, rispetto la via percorsa dai Maestri.

Scegliere di incentrare un progetto sulla figura del maestro Manzaburo Umewaka, e caratterizzarne al contempo il titolo con l’immagine forse pil nota di tutta la trattazione teorica di Zeami, il fiore, rappresenta dunque il tentativo consapevole di coniugare, o quantomeno di far incrociare, due percorsi sapienziali originati dallo stesso humus ma giunti a noi attraverso i percorsi apparentemente antitetici della scrittura e dell’oralità.

In tale scelta risiede anche la convinzione che non esiste trattato - ed è Zeami stesso a dirlo - in grado di parlare ad un allievo senza l'intermediazione di un maestro: nella settimana in cui Manzaburo Umewaka sarà nostro ospite a Bologna potremo ascoltarne la voce e osservarne i movimenti, ossia ci sarà possibile spiare il suo insegnare il canto e la danza attraverso i mezzi stessi dell'arte che rappresenta.

A lui sarà affidata la direzione del workshop La trasmissione dei saperi – titolo che pone fortemente in risalto l’oggetto principe di tutto il progetto –, rivolto agli studenti DAMS, nel quale ad affiancarlo ci saranno i figli Norinaga ed Hisaki, anch’essi valenti attori professionisti. Tale compresenza, inoltre, permetterà di verificare concretamente, esemplificato sul doppio binario padre-figlio/maestro-allievo, il sistema gerarchico e di lignaggio interno alla famiglia, la sua funzionalità nel salvaguardare e trasmettere un'eredità, nel coniugare il passato al presente.

Il fiore del teatro no consta ovviamente di altri appuntamenti: ad un ciclo di proiezioni - la prima delle quali sarà dedicata alle attività della gakuya (i camerini) nelle immagini girate in Giappone da Matteo Casari - pensate per avvicinare il pubblico alle atmosfere e ai ritmi del teatro no faranno seguito una conferenza-lezione in cui sarà possibile dialogare con il maestro Manzaburo Umewaka, e la dimostrazione finale del workshop dove le danze e i canti degli allievi si alterneranno a quelle dei Maestri.

Giovanni Azzaroni e Matteo Casari

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