mer 03.12.08 h 20.30 • Laboratori DMS
RITRATTO/SCIARRINO
a cura di Paolo Cecchi e Giuseppina La Face
Sara Gamarro, voce
Mino Marani, direttore
FontanaMIXensemble
Lavinia Guillari, flauto; Chiara Telleri, corno inglese; Marco Ignoti, clarinetto; Walter Zanetti, chitarra; Violetta Mesoraca, violino; Chie Yoshida, viola; Viola Mattioni, violoncello; Enrico Bernardi, pianoforte; Antonio Bianchi, Nunzio Dicorato, percussione
Salvatore Sciarrino
Omaggio a Burri, per violino, flauto in sol e clarinetto basso (1995)
Melencolia I, per violoncello e pianoforte (1981)
Esplorazione del bianco II, per flauto, clarinetto basso, chitarra, violino (1986)
Perduto in una città d’acque, per pianoforte (1991)
Variazione su uno spazio ricurvo, per pianoforte (1990)
Le voci sottovetro, elaborazioni da Carlo Gesualdo da Venosa per voce ed ensemble (1998)
- Gagliarda del principe di Venosa
- «Tu m’uccidi, o crudele»
- Canzon francese del Principe
- «Moro, lasso»
Salvatore
Sciarrino si impose sin dai primi anni ‘70 come uno dei compositori più
originali e immaginifici dello sperimentalismo musicale europeo. Sin
dal suo esordio egli privilegiò alcune qualità ‘marginali’ del suono e
delle sonorità, all’insegna di un’estetica anti-costruttivista e assai
lontana dal razionalismo progettuale del serialismo e del puntilismo.
Nella poetica di Sciarrino risultano infatti predominanti gli aspetti
timbrici e coloristici e la rarefazione degli eventi sonori, in
un’amplificazione radicale delle idee di arabesco e di figura musicale
che tanta importanza ebbero nella concezione estetica di Claude
Debussy. Il programma del concerto di questa sera propone una scelta
assai varia della produzione cameristica e vocal-cameristica di
Sciarrino, nella quale alcune delle propensioni compositive dell’autore
si concretizzano all’insegna di un particolarissimo virtuosismo
strumentale, teso a cogliere le possibilità timbrico-sonore più riposte
degli strumenti utilizzati. Si pensi alla resa acustica ‘utopica’ del
colore bianco in Esplorazione del bianco II,
ottenuta mediante sonorità ed inflessioni quasi ‘elettroniche’
realizzate dai quattro strumenti impiegati (flauto, clarinetto basso,
chitarra e violino), alla scrittura pianistica del tutto
‘antidiscorsiva’ e pervasa da un’immobile fissità contemplativa di Perduto in una città d’acque, alla varietà timbrica di Omaggio a Burri.
La partitura de Le voci sottovetro, composta nel 1998, è una rielaborazione/trascrizione per voce e otto strumenti di due dei più artificiosi madrigali – «Tu m’uccidi, o crudele» e «Moro, lasso, al mio duolo» – e delle due uniche composizioni strumentali complete oggi note di Carlo Gesualdo. La versione di Sciarrino oscilla tra la fedeltà all’originale e la riscrittura straniata, generando un effetto di parziale ‘glaciazione’ (ben esemplificata dal titolo della partitura) della mobilità contrappuntistica degli archetipi vocali, e di reinvenzione timbrica di quelli strumentali, con esiti di particolare suggestione nelle trascrizioni della già barocca «Canzon francese del Principe», e del dedalo cromatico di «Moro, lasso, al mio duolo».
La partitura de Le voci sottovetro, composta nel 1998, è una rielaborazione/trascrizione per voce e otto strumenti di due dei più artificiosi madrigali – «Tu m’uccidi, o crudele» e «Moro, lasso, al mio duolo» – e delle due uniche composizioni strumentali complete oggi note di Carlo Gesualdo. La versione di Sciarrino oscilla tra la fedeltà all’originale e la riscrittura straniata, generando un effetto di parziale ‘glaciazione’ (ben esemplificata dal titolo della partitura) della mobilità contrappuntistica degli archetipi vocali, e di reinvenzione timbrica di quelli strumentali, con esiti di particolare suggestione nelle trascrizioni della già barocca «Canzon francese del Principe», e del dedalo cromatico di «Moro, lasso, al mio duolo».
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