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sab 10.01.09 h 20.30 • Teatro Comunale
DIALOGHI CON MESSIAEN

FontanaMIX/solisti
Stefano Malferrari *; Emanuele Torquati **; Franco Venturini ***, pianoforte



Giacinto Scelsi, Four Poems (Quattro poemi) per pianoforte * (1939)
I    - «Une dernière fois la terre»
II    - «Comme un cri traverse un cerveau»
III    - «Chemin du rêve»
IV    - «Passage du poète» (à la mémoire d’Alban Berg)

Olivier Messiaen, Catalogue d’oiseaux, Livre VII, per pianoforte ** (1956-1958)
n. 11    - «La Buse variable»
n. 12    - «Le Traquet rieur»
n. 13    - «Le Courlis cendré»
Karlheinz Stockhausen, Klavierstück XIII («Luzifers Traum», da Samstag aus «Licht») per pianoforte *** (1981)





L’esordio compositivo di Giacinto Scelsi – che fu sempre un grande dilettante nell’accezione elevata, rinascimentale del termine – risale ai primi anni ‘30, dopo un apprendistato costellato di insegnamenti parziali, eterodossi, irregolari. Tra le personalità che ebbero un ruolo significativo nella formazione musicale del compositore ligure vanno ricordati, oltre ad Ottorino Respighi e ad Alfredo Casella, il vienne-se Walter Klein, allievo di Schönberg, e il dottor Egon Köler, che lo informò sull’opera di Skrjabin e sui suoi esperimenti sinestetici. I Four Poems per pianoforte appartengono al periodo ‘parigino’ di Scelsi, ancor oggi assai poco conosciuto, e mostrano una commistio-ne delle influenze e delle predilezioni che caratterizzarono le sue prime opere: il neoclassicismo francese tra le due guerre mondiali, le opere atonali e dodecafoniche di Schönberg e dei suoi seguaci (il quarto brano della raccolta è dedicato alla memoria di Alban Berg) ed alcuni aspetti stilistici dell’ultimo Skrjabin.
A partire dai primi anni ‘50 Olivier Messiaen iniziò a comporre una serie di partiture basate sui canti di una moltitudine di uccelli che egli andava alacremente raccogliendo, trascrivendoli ad orecchio nel corso di numerosissimi appostamenti. In tali opere il compositore inte-grò, stilizzandoli, i ‘suoni di natura’ ornitologici con i propri esperimenti nel campo della modalità armonica e delle permutazioni ritmico-metriche. Ne nacquero una serie di composizioni di grande originalità e varietà espressiva, tra le quali spicca l’imponente Catalogue des oiseaux per pianoforte, composto tra il 1956 e il 1958, in cui Messiaen piega la rigidità coloristica e ‘temperata’ dello strumento ad inaspettate soluzioni timbriche e armonico-melodiche onde rappresentare il canto di tredici uccelli principali (a cui si aggiungono le ri-produzioni occasionali dei richiami di una cinquantina di altri volatili), ad ognuno dei quali è dedicata una composizione della raccolta. Nel corso del concerto ascolteremo l’ultimo dei sette libri in cui è suddiviso il Catalogue, che annovera tre composizioni dedicate rispet-tivamente alla poiana, alla monachella nera e al chiurlo maggiore. I brani, lungi dallo scadere in compiacimenti puramente descrittivi, adottano le più varie soluzioni strumentali, che comprendono tremoli, arabeschi, accordi ribattuti ed effetti di pedale, nello sforzo co-stante di inserire organicamente le imitazioni del canto dei singoli uccelli prescelti in una tessitura musicale sempre cangiante, di ammi-rabile concisione e nitore formale.
Il Klavierstück XIII di Stockhausen, composto nel 1981, è una versione per solo pianoforte del «Luzifers Traum» per voce di basso e pianoforte che costituisce la prima scena di Samstag, la seconda opera del gigantesco ciclo teatrale denominato Licht. Il brano prevede una vasta congerie di effetti e sonorità pianistiche, tra le quali spiccano i virtuosistici glissandi. All’interprete è anche richiesto di emette-re una serie di suoni e rumori vocali a carattere non verbale attentamente prescritti («sussurrare», «fischiare», «fruscio vocale» ecc.) che mostrano come nella versione unicamente pianistica del «Sogno di Lucifero» Stockhausen abbia mantenuto molte delle caratteri-stiche ‘scenico-performative’ del brano, funzionali alla sua originaria destinazione drammatica.

Stefano Malferrari
Emanuele Torquati
Franco Venturini





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