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Oltre il grigio

31/05/2018 dalle 09:00 alle 19:10

Dove Aula Magna di S. Cristina - piazzetta G. Morandi 2, Bologna

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OLTRE IL GRIGIO
conservare, musealizzare e restaurare l’Arte Urbana
fra tradizione e memoria

a cura di
Luca Ciancabilla e  Gian Luca Tusini

in collaborazione con 
Dipartimento di Beni Culturali - Università Di Bologna

 

Bologna, 12 marzo 2016: tarda mattina. Davanti alla facciata dell’XM 24 si è appena arrivati all’apice di un terribile, per taluni, scempio, per altri di un glorioso ultimo atto di resistenza. L’eutanasia avviata da Blu su tutte le sue pitture bolognesi, quelle non ancora distrutte dal tempo e dagli uomini, quelle scampate alle politiche urbanistiche, si sta per completare, trionfalmente, senza intoppi.

Il grande murale che qualche tempo prima aveva permesso la salvezza del centro sociale, che aveva difeso quegli spazi dalla oliatissima macchina della gentrification, è stato sacrificato al bene più importante: la libertà. È stata dura, ma tutto è andato per il verso giusto. Nessuno ha deluso le attese, nessuno ha indietreggiato, anche coloro che si stavano facendo corrompere dalla bellezza dell’arte, o cadendo in facili sentimentalismi, non hanno indugiato un istante: “rimpianti sì, ma nessun rimorso” (Cacucci 1994) le uniche parole che echeggiano quel giorno nell’aria, rimbalzando fra un palazzo e l’altro.

Poco importa che i disegni di Blu non ci siano più. Che quella traccia della storia della pittura bolognese del XXI secolo sia stata cancellata. Distrutta per sempre. Non èquesta la questione. Nella Street Art vige la legge che tutto si consuma e tutto si evolve verso nuove forme di vita, in una rigenerazione continua e infinita. Semmai conta che non sia stato il naturale corso delle stagioni, il consueto mutare del derma del tessuto urbano, a decretarne la fine, bensì le mani del suo artefice. Conta che Blu non abbia rinnegato la sua Bologna, ma dimostrato a tutta la città, anche a quella risicata porzione che ancora non lo conosce, o che gli è indifferente, di che tempra è fatto. Che abbia, combattuto per gli ideali che lo hanno reso un artista di grido. Che chi non lo ha rispettato, si è meritato la giusta lezione. Davanti al mondo. Perché se Blu non c’è più, se tutta la sua produzione felsinea è stata cancellata, sepolta da una valanga di grigio, la colpa è solo ed esclusivamente di una maledetta mostra. Di quelli che l’hanno promossa, ideata e resa possibile: finanziatori, curatori, conservatori e restauratori che invece di pensare a Vitale, Amico o Guido, hanno voluto mettere il becco nel campo della Street Art. Anzi, peggio, nel suo capitolo più alto. Non capendoci forse nulla, visto che hanno avuto la bella idea di considerare alcune sue prime prove bolognesi come delle opere d’arte, e dunque di restaurarle onde aspirare alla loro futura conservazione; dato che, ne hanno favorito la musealizzazione a “spregio” della volontà del loro creatore, del loro contesto originario, della stessa natura effimera di quella pratica artistica, della sua indipendenza dai vincoli dal mondo dell’arte e delle istituzioni.

Tutto questo però è il passato. A distanza di poco più di due anni da quei fatti è forse giunto il momento di riprendere il filo del discorso, ripartendo proprio dalle questioni che la mostra bolognese cercò di porre all’attenzione del mondo scientifico e degli appassionati dell’Urban Art (quali tracce di tali culture stiamo trasmettendo al futuro? Quali modalità e quali approcci sono da prediligere per salvaguardare questo fenomeno? Che ruolo avrà il museo in questa prospettiva? Quale il restauro? Si potrà, in un futuro non troppo distante, parlare di tutela? di patrimonializzazione dell’Urban Art?), senza rinunciare a fare i conti con le domande altrettanto importanti che il gesto di Blu portò seco, aprendo a un dibattitto concretamente interdisciplinare.

Proprio per questo la giornata di studi felsinea intende lasciare la parola sì ad esperti del settore, storici dell’arte, professionisti del restauro e della conservazione, ma anche aprire a studiosi di altre discipline in grado di scandagliare l’argomento secondo letture inedite, di osservare i fatti differenti punti di vista fino a questo momento inesplorati. Il tutto, ben consci, che fra l’11 e il 12 marzo 2016 al catalogo delle pitture murali di Blu (come quelle oggi custodite nel Museo della città di Bologna), si è aggiunta una nuova opera d’arte; pittorica, concettuale, immateriale, performativa, poco importa: quel grigio che forse, un giorno, – se non è già successo –, qualcuno deciderà di staccare anche solo in un frammento per consegnarne ai posteri alcune vestigia.

info e programma


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Segreteria organizzativa

Luca Ciancabilla
Gian Luca Tusini

Info: luca.ciancabilla@unibo.it