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LA CATTEDRALE RIEMERSA

ENSEMBLE ARS ANTIQUA

Silvia Balsamo, Enrica Bruno, Giuseppe Burgarella, Michela Casareto, Emanuela De Cesari, Paolo Fabbri, Franca Maccabruni, Stefano Pitto, Patrizia Robello, Marilisa Villanacci;
Federico Bagnasco, archi; Marcello Bagnasco, liuto; Gaetano Conte, ancia;
Guido Milanese, direttore

 

con la collaborazione del «Saggiatore musicale»

dove: Laboratori delle Arti/Auditorium
quando:
martedì 4 marzo, ore 21

 

La Messe de Nostre Dame di Guillaume de Machaut (ca. 1300-1377), composta verso il 1365, è la più antica messa polifonica di un singolo autore composta per esteso. Nel programma odierno questo capolavoro è presentato nel suo naturale contesto: i brani polifonici, che intonano l’Ordinario, saranno infatti eseguiti nello spazio sonoro complessivo per il quale erano progettati a Reims, con l’aggiunta delle parti del Proprio (canto piano, letture, sequenze).

 

PROGRAMMA

G. de Machaut, La Messe de Nostre Dame

Introito: Salve sancta Parens

Kyrie eleison

Gloria in excelsis

Graduale: Benedicta et venerabilis

Alleluia: Diffusa est gratia

Credo in unum Deum

Offertorio: Ave Maria

Sanctus

Agnus Dei

Comunione: Beata viscera

Ite missa est

 

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La Messe de Nostre Dame, a quattro voci, è la più antica messa polifonica che ci sia pervenuta in tutte le sue parti. Essa riveste un’importanza storica unica poiché è interamente opera di un solo autore, Guillaume de Machaut (ca 1300 – 1377), il più rinomato poeta e compositore francese del secolo XIV.

Scritta a Reims intorno al 1360, quando Machaut era canonico della cattedrale, questa composizione mette in campo i più sofisticati procedimenti compositivi elaborati nel contesto dell’arte musicale francese dell’epoca ad opera di musicisti che si riconoscevano orgogliosamente nella giovane corrente dell’Ars nova. Tra questi l’impiego del «tenor isoritmico», una tecnica tipica del mottetto, in base alla quale il compositore, nell’imbastire il tessuto polifonico partiva da una melodia nota del repertorio liturgico, la segmentava in brevi tratti con uguale numero di note ai quali applicava lo stesso schema ritmico (donde il termine «isoritmico»); tale melodia così manipolata e ripetuta un certo numero di volte, fungeva da tenor (in genere la voce più grave) di tutta la composizione e ne costituiva lo schema costruttivo generale.

Per la Messe de Nostre Dame Machaut impiegò le melodie dei diversi canti dell’Ordinario della messa (Kyrie, Gloria, Credo, Sanctus e Agnus Dei) usati in ambito locale. Per Kyrie, Sanctus e Agnus Dei (ai quali aggiunse l’Ite missa est), caratterizzati da testi brevi, fece ricorso all’isoritmia, elaborando le volute melodiche in contrappunto delle voci superiori sulla base regolata dal ritmo di un tenor ripartito in modo proporzionato. I testi di Gloria e Credo, per la loro lunghezza e il contenuto particolarmente impegnativo, vengono invece presentati con una tessitura omoritmica, in cui l’andamento sillabico simultaneo delle quattro voci consente una agevole scansione delle parole.

Un altro procedimento, che contribuisce alla vivacità ritmica della composizione, è rappresentato dalla frequente introduzione, nelle diverse parti della messa, di andamenti sincopati nelle voci superiori, secondo un modello tipico del mottetto trecentesco, chiamato hoquetus (letteralmente: singhiozzo), perché sembra imitare un’emissione di voce spezzata.

Nonostante la poliedrica fattura formale, che ne fa una specie di «summa» delle forme compositive di metà Trecento, quest’opera si distingue dalla coeva produzione musicale per essere la prima composizione di grande respiro in cui è riconoscibile un’unità artistica. Machaut l’ha perseguita in primo luogo facendo ricorso a del materiale musicale preesistente concettualmente legato a celebrazioni di rango elevato. In secondo luogo, l’impiego alternato di raffinate tecniche compositive viene sapientemente contemperato da formule cadenzali omogenee che si richiamano da un brano all’altro. Il risultato è un’imponente architettura compatta, ma anche ornata di volute melodiche e scandita nelle sue sezioni secondo un gioco di proporzioni (il Credo, ad esempio, è diviso in tre blocchi, ciascuno dei quali a sua volta suddiviso in tre parti) che evoca la struttura di una cattedrale gotica regolata dal ritmo di pilastri, archi e volte arricchiti di pinnacoli e guglie che si stagliano verso il cielo.

Sommersa dal silenzio dei secoli, fin dal momento della sua riscoperta in epoca moderna, si è ritenuto che per le sue straordinarie qualità artistiche la messa fosse stata composta per l’incoronazione di Carlo V, celebrata nel 1364 nella cattedrale di Reims. Una epigrafe affissa nella navata della chiesa, comparsa nel sec. XVI, ci rivela però che essa fu scritta per le messe votive della Madonna (di solito celebrate di sabato) e che, alla morte del fratello Jean (lui pure canonico a Reims), Guillaume la faceva eseguire in suffragio della sua anima. Inoltre, in forza di un cospicuo lascito di 300 fiorini a favore del Capitolo della cattedrale, i canonici erano tenuti a cantarla anche in suffragio dell’anima del compositore, dopo la sua morte.

Il programma di questa sera presenta, intercalati alle parti polifoniche, anche i canti del proprio (introito, graduale, alleluia, canti di offertorio e comunione) della messa votiva della Madonna, con le melodie ricavate dai manoscritti trecenteschi del nord della Francia, per ambientare con la maggiore approssimazione possibile la polifonia nel contesto sonoro per il quale era stata concepita più di sei secoli fa.

Costanza Maria Ruini
Laurea magistrale in Discipline della Musica

coordinamento e redazione
Francisco Rocca

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L’ENSEMBLE ARS ANTIQUA (Genova), fondato e diretto da GUIDO MILANESE, svolge da quasi 30 anni attività di ricerca nell’interpretazione della musica antica, sacra e profana. Il repertorio spazia dall’Alto medioevo, al canto gregoriano, alla musica del tardo Quattrocento. È stato invitato a stagioni concertistiche internazionali da enti quali il Festival dei Due Mondi a Spoleto, la Fondazione Guido d'Arezzo, la Filarmonica Umbra, la Fondazione Levi di Venezia; si è esibito in rassegne a Roma (Santa Cecilia), Terni, Cesena, Milano, e ha partecipato alla Rassegna Tenco. Nel 2004 ha inciso il CD “Multae Voces” (Philarmonia) e ha partecipato all’incisione del disco Discanto con Ivano Fossati. Nel 1989 ha ottenuto il “Primo premio per la musica antica” a Capri.

Guido Milanese, docente all’Università Cattolica di Milano, collabora con numerose università straniere e nel 2013 è stato insignito del Doctorat Honoris causa dall'Institut Catholique di Parigi. Studioso di canto gregoriano (allievo di dom Eugène Cardine) e del rapporto tra lingua latina e produzione musicale dell'alto medioevo, è spesso invitato a far parte di giurie di concorsi nazionali ed internazionali. È organista titolare della chiesa di San Carlo in Genova.

 

 

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L'ingresso ai concerti, gratuito, avviene previo ritiro di coupon distribuiti la sera stessa dalle ore 20. È possibile assicurarsi l'ingresso con prenotazione dei posti entro le ore 17 del giorno precedente ciascun concerto, al seguente recapito: tel. 051.2092410 - email: darvipem.editingepromozione@unibo.itI coupon per i posti prenotati non ritirati entro 15 minuti dall'inizio del concerto verranno resi disponibili.