vai al contenuto della pagina vai al menu di navigazione
 

HAPPENING JELINEK

Claudio Parmiggiani, Senza Titolo, 1985

Studiosi e artisti sull’opera di Elfriede Jelinek

A cura di Elena Di Gioia e Claudio Longhi
In collaborazione con il Festival Focus Jelinek

 

 

«Voglio essere superficiale» (EJ)

Irradiata lungo fasci di vettori che si dipartono a raggera da grumi impenetrabili di suoni densi e vischiosi, disegnando complesse geometrie frattali di senso e nonsenso in cui si sciolgono miti e mistificazioni della società contemporanea, la scrittura di Elfriede Jelinek pare dispiegarsi a perdita d’occhio su di un piano infinito che non ammette verticalità. Nell’ambito del vasto progetto Festival Focus Jelinek diretto da Elena Di Gioia, vertiginoso attraversamento dell’arco della parola della scrittrice austriaca nelle sue multiformi articolazioni dalla narrativa al teatro, l’Happening Jelinek proposto dal CIMES vuole essere un tentativo di mappare criticamente questo iridescente collage di citazioni lungo due direttrici parallele e complementari: la riflessione teorica e l’agire teatrale. Una giornata di studi in forma di spettacolo, dunque, in cui le testimonianze degli artisti si annodano alle riflessioni di studiosi e traduttori, in cui i gesti creativi si sdoppiano in anatomie analitiche e interpretative, sulle note e sui ritmi di un pensiero che si fa voce, di un linguaggio che si fa musica, di una sintassi che si organizza in danza.

 

Nata in Stiria nel 1946, Elfriede Jelinek, premio Nobel per la Letteratura nel 2004, si diploma organista al Conservatorio di Vienna e studia presso l’Università della stessa città discipline teatrali e artistiche. Sullo sfondo dei movimenti d’avanguardia austriaci del secondo Novecento, esordisce nel ’67 con la raccolta di poesie Schatten Lisas, quindi, sul filo di una fitta serie di romanzi, opere teatrali, interventi saggistici e articoli, intraprende un rigoroso percorso di destrutturazione e reinvenzione del linguaggio in sofisticate trame verbali o ponderate melodie volte a denudare il senso finalmente liberato dai suoi cliché. Tra le sue opere, ancora poco frequentate in Italia, difficile non ricordare, in un intreccio inscindibile di letteratura e teatro, capolavori come La pianista (1983) o Sport (1997).

 

IL PROGETTO

mer 3.12.2014, h 15-20 - Laboratori delle Arti
(S)pettinare la realtà
Sulle scritture di Elfriede Jelinek

Coordinano Elena Di Gioia e Claudio Longhi | Partecipano Elisa Balboni (traduttrice) e Marcello Soffritti (Università di Bologna), Silke Felber (Forschungsplattform Elfriede Jelinek, Università di Vienna), Gerardo Guccini (Università di Bologna), Herbert Jäger (Forum austriaco di cultura), Luigi Reitani (Università di Udine), Rita Svandrlik (Università di Firenze), Testimonianze e performance di Accademia degli Artefatti, Anna Amadori, Fiorenza Menni/Ateliersi, Patrizia Bernardi/Teatri di Vita, Nicola Bonazzi/Teatro dell’Argine, Elena Bucci, Fanny & Alexander, Chiara Guidi, Angela Malfitano, Francesca Mazza/Tra un atto e l’altro, Teatrino Giullare.

 

mer 3.12.2014, h 15-20 - Laboratori delle Arti
Die Schutzbefohlenen / I rifugiati coatti
Variazioni corali dopo il dramma

Laboratorio condotto da Claudio Longhi sul teatro di Elfriede Jelinek

mer 03.12.2014, h 21
Esito finale

 

 

Per il programma del Festival Focus Jelinek www.festivalfocusjelinek.it

 

Un ringraziamento al Forum Austriaco di Cultura (Milano) e allo Studio Claudio Parmiggiani