Archivio Storico:- ex Dipartimento di Musica e Spettacolo - Universita' di Bologna Dipartimento di Musica e Spettacolo - La Soffitta 2011
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giovedì 7 aprile 2011, ore 20.30 |  Aula Magna di Santa Lucia (via Castiglione 36)
Fräulein Klarinette

Andrea Massimo Grassi 
clarinetto
Gernot Süßmuth 
violino
Robert Kowalski 
violino
Erich Wolfgang Krüger 
viola
Michael Flaksman 
violoncello

In collaborazione con Musica Insieme


Poco più d’un secolo separa la stesura dei Quintetti K 581 di Mozart (1789) e Op. 115 di Brahms (1891). Frutti maturi d’entrambi i compositori, scaturiscono entrambi dall’incontro con due abili strumentisti: Anton Stadler, amico di Mozart nonché “fratello” secondo i riti massonici, e Richard Mühlfeld, virtuoso dell’orchestra di Meiningen, che Brahms ascoltò nel marzo 1891 durante un soggiorno alla corte ducale. In entrambi i lavori il clarinetto è un primus inter pares che con agile discrezione s’insinua nell’intimo dialogo tra gli archi, impreziosendo con la propria sorgiva sensualità il flusso della conversazione musicale.
Esuberante e vivace appare il Quintetto K 581, scritto da Mozart a Vienna nel settembre 1789, durante i primi abbozzi di Così fan tutte. Il lavoro è pensato per il “clarinetto di bassetto”, che Stadler aveva progettato e realizzato insieme a Theodor Lotz. L’Allegro iniziale è ricco d’idee melodiche: la serena enunciazione del primo tema prelude alla graduale fioritura di crome e semicrome nel clarinetto; il secondo tema inocula, in un’atmosfera di gioia enfatica, sentimenti di nostalgica commozione, poi magnificati nello struggente sviluppo. La nobile cantabilità del secondo tema si ritrova nel successivo Larghetto, tripartito, la cui sezione centrale coniuga sapientemente l’impiego dei suoni gravi con i brillanti assoli all’acuto di clarinetto e violino primo. Nel Menuetto, agli episodi concertanti si alternano due trii: il primo, in minore, è affidato ai soli archi; nel secondo, una sorta di Ländler, il clarinetto si esibisce in un’efficace stilizzazione popolaresca. Conclude il brano un Allegretto con variazioni, basate su un tema scherzoso che il solista rielabora riccamente.
Il Quintetto mozartiano figura tra i brani che Richard Mühlfeld eseguì alla corte di Meiningen davanti a un Brahms persuaso d’avere ormai concluso la propria carriera di compositore. La raffinata e femminea musicalità valsero al clarinettista l’appellativo di “Fräulein Klarinette” (‘signorina clarinetto’); Brahms, affascinato dalle doviziose risorse tecnico-sonore dello strumento, mise mano alla composizione del Quintetto op. 115. Esempio di suprema sintesi tra rigore contrappuntistico e libertà espressiva, l’opera si situa al vertice dell’arte compositiva brahmsiana. La levigata unitarietà è evidente già nell’Allegro d’esordio, in forma sonata: la trasognata malinconia dell’introduzione evoca un fitto corteo di temi; la fluidità del discorso musicale trova massima espressione nella parte centrale, dove i profili melodici e ritmici iniziali si riducono a romantiche ombre di sé stessi. Impostato nella forma del Lied ternario, assai cara a Brahms, l’Adagio è la quintessenza del romanticismo: sopra il sommesso tremolo degli archi in sordina il solista dispiega le sue doti patetiche per poi effondersi negli arabeschi floridi e rapsodici di un episodio en style hongrois. Il terzo movimento apre con un etereo Andantino, che funge da preludio alla sezione seguente, assai più veloce e brillante, e che ritornerà come accorato sguardo retrospettivo nell’ultima parte della coda. Il disegno musicale iniziale fornisce poi il soggetto a cinque variazioni; nella quarta di esse spicca l’amoroso dialogo del clarinetto col violino. Nell’ultima variazione riaffiora per barlumi sempre più flebili il tema primo movimento: quasi una rassegnata, stoica, serena accettazione dell’inverno che incombe sopra i bagliori di quel fervido autunno di cui il Quintetto medesimo offre la splendida immagine sonora.



Andrea Carenzi
Laurea magistrale in Discipline della Musica

coordinamento e redazione
Nicola Badolato



Wolfgang Amadé Mozart  (1756-1791)
Quintetto in La maggiore K 581
per clarinetto, due violini,
viola e violoncello


Allegro
Larghetto
Menuetto – Trio I – Trio II
Allegretto con variazioni








Johannes Brahms  (1833-1897)
Quintetto
in Si minore op. 115
per clarinetto, due violini,
viola e violoncello

Allegro
Adagio
Andantino – Presto non assai, ma con sentimento
Con moto










Gernot Süßmuth ha studiato alla Hochschule für Musik “Hanns Eisler” di Berlino. Ha guidato la Staatskapelle di Berlino e, dal 2002, la Staatskapelle di Weimar. Fondatore del “Waldstein Quartett” e dell’“Aperto Piano Quartett”, si è esibito con rinomati musicisti come S. Bishop, P. Meyer, N. Brainin e D. Barenboim. È direttore artistico della European Union Chamber Orchestra. Dal 2004 è professore onorario nella Hochschule für Musik “Franz Liszt” di Weimar.

Robert Kowalski ha studiato nella Scuola di musica “Feliks Nowowiejski” di Danzica e ha debuttato undicenne nell’Opera del Baltico a Danzica. Si è diplomato nel Conservatorio della Svizzera italiana. Si è esibito con la Cappella Gedanensis, l’Opera del Baltico, la Filarmonica di Zielona Góra e l’Ensemble ’900 in Svizzera, Italia, USA, Israele, Polonia, Germania; ha effettuato numerose registrazioni per la TV e la radio.

Erich Wolfgang Krüger ha studiato con A. Lipka alla Hochschule für Musik “Hanns Eisler” di Berlino. Vincitore dei concorsi internazionali “Markneukirchen” (1977), “Primavera di Praga” (1984) e “Vercelli” (1985), fa parte del Bach-Collegium di Stoccarda, dell’orchestra da camera “C.Ph.E. Bach” e del Victoria-Mullova-Ensemble. Dopo aver insegnato nella Hochschule “Hanns Eisler” di Berlino, dal 1997 insegna nella Hochschule für Musik “Franz Liszt” di Weimar.

Michael Flaksman partecipa giovanissimo alle masterclasses di P. Casals al Festival di Marlboro. Laureato a Harvard, è stato allievo di Nadia Boulanger (Parigi) e di Antonio Janigro (Stoccarda e Salisburgo), di cui è stato dapprima assistente, indi successore. Ha vinto il premio “Casals” di Barcellona, il “Cuccoli” di Bologna e il “Rockefeller” di New York. È direttore artistico dei Festival di Ascoli Piceno e “Carl Orff” di Bari. Insegna violoncello alla Hochschule für Musik und darstellende Kunst di Mannheim.

Andrea Massimo Grassi si è diplomato in clarinetto nel Conservatorio di Milano con Primo Borali. Diploma d’onore dell’Accademia musicale chigiana di Siena (1995) e diploma superiore all’Accademia internazionale di Musica di Biella (1996), si è esibito per la University of Chicago, la Minnesota State University, il Teatro alla Scala, l’Università di Rouen, la RAI. È laureato in Lettere moderne e dottore di ricerca in Filologia musicale. Ha pubblicato “Fräulein Klarinette”. La genesi e il testo delle opere per clarinetto di J. Brahms (2006) e l’edizione Urtext del Quintetto op. 115 di Brahms. Insegna nell’Accademia Teatro alla Scala.



ingresso gratuito  posti limitati
info: tel. 051 2092400/10/11




 
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