Archivio Storico:- ex Dipartimento di Musica e Spettacolo - Universita' di Bologna Dipartimento di Musica e Spettacolo - La Soffitta 2011
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Un’iniziativa dell’Alma Mater Studiorum
In collaborazione con
Associazione culturale BaronissiEuropaFestival – rassegna Internazionale di Musica d’Arte
Comune di Montoro Superiore – Assessorato alla Cultura e Spettacolo
Biblioteca Comunale “A. Saffi” di Forlì e Cooperativa Cultura Progetto di Forlì
Centro Interuniversitario per lo studio del Romanticismo di Bologna


7 marzo e 8 marzo
|  Laboratori DMS - Auditorium
La casa del Mugnaio


«In un solo genere artistico la musica ha fatto dopo Beethoven progressi indiscutibili: nel Lied. Lo dobbiamo soprattutto a Franz Schubert. Appena egli ebbe scritta la prima battuta, quella vecchia, scipita manifattura di Lieder dove parole e musica trotterellavano fianco a fianco sopra meschini tricordi apparve insopportabile.» Così nel 1856 Eduard Hanslick concludeva un’appassionata critica alla prima esecuzione integrale del ciclo Die schöne Müllerin, interpretato dal baritono Julius Stockhausen. Hanslick coglie un nucleo fondante del Lied schubertiano: il rapporto tra la musica e il testo, laddove quella non si riduce a semplice accompagnamento o imitazione di questo, si erge anzi al rango di un’intima compagna di viaggio e d’avventura, preciso sismografo delle passioni.
Composto nel 1823 – in quell’anno venne diagnosticato al compositore il contagio da sifilide, allora incurabile – il ciclo consta di venti Lieder tratti dalla Schöne Müllerin di Wilhelm Müller (1794-1827). Tra i versi del poeta romantico e la musica di Schubert corre un rapporto simile a quello che il Mugnaio e la Natura intrattengono nel corso del ciclo: il mondo naturale è infatti sonoro spettatore della triste vicenda di quell’amore non corrisposto, ma i suoni che lo popolano – dal gorgoglio del ruscello al ronzio delle ruote del mulino – si caricano dei significati che il Mugnaio vi proietta, del potere di vaticinio ch’egli attribuisce loro (Wohin?).
L’enigmatico ruscello – interpellato dal protagonista fin dal secondo Lied, solo nel penultimo gli risponderà in un vero e proprio dialogo a tu per tu (Der Müller und der Bach) – segue la vicenda del Mugnaio lungo tutto il ciclo. È il Mugnaio stesso ad attribuire al liquido elemento la trascinante potenza che guida il suo destino. Fin dal primo Lied (Das Wandern) egli proclama d’aver appreso proprio dall’acqua il gusto dell’andar girovagando. Lo scorrere del ruscello esercita uno strano effetto, addirittura ipnotico, su chi lo osserva: anche se il moto dei flutti è costante, e in quel fluire nulla ritorna, il ruscello appare sempre eguale. Come nel caso delle ruote del mulino – sonoramente effigiate in Halt! mediante sestine arpeggiate di semicrome – si tratta di un moto ingannevole: a fissarne la superficie, l’acqua del ruscello sembra sempre la stessa, così come la ruota del mulino, pur nel trasmettere il movimento alle mole, non si sposta mai dal luogo ove sosta: gira su di sé. Il Mugnaio, trascinato dall’illusione di ciò ch’egli crede di vedere e di sentire, cieco di fronte al palese disinteresse della Bella Mugnaia (Tränenregen), si culla nel suo candido sogno fintanto che non gli si para davanti un elemento antagonistico irriducibile al proprio desiderio: un rivale, il Cacciatore, gli tronca in bocca il canto dell’amore, lo tramuta in declamato incalzante, puntellato da accompagnamenti pianistici in staccato.
Sconfitto dall’irrompere della realtà in una condizione fin lì beatamente dedita alla fantasticheria, il Mugnaio si rifugia di nuovo nel moto, ora cullante, del ruscello. La parabola si conclude con un Lied strofico (Des Baches Wiegenlied), il più ripetitivo ed estenuato e stagnante dei tanti che costellano il ciclo: nel perpetuo pendolare tonica-dominante-tonica esso esalta quell’immagine del moto statico che predomina sull’intero ciclo. Il Mugnaio ha ormai varcato la soglia di un mondo ove nessuna infatuazione verrà più ad agitarlo.


Simone Faraci
Laurea specialistica in Discipline della Musica

coordinamento e redazione
Maria Semi



lunedì 7 marzo, h 20.30-22.30 | Laboratori DMS
LETTURA DELLA SCHÖNE MÜLLERIN DI SCHUBERT
Conferenza di Giuseppina La Face con esempi dal vivo
Marcello Nardis, tenore
Oliver Kern, pianoforte


martedì 8 marzo, h 21 | Laboratori DMS
ESECUZIONE DELLA SCHÖNE MÜLLERIN DI SCHUBERT
Marcello Nardis, tenore
Oliver Kern, pianoforte

Franz Schubert  (1797-1828)
Die schöne Müllerin

versi di Wilhelm Müller

Das Wandern
Wohin?
Halt! 
Danksagung an den Bach
Am Feierabend
Der Neugierige
Ungeduld
Morgengruß
Des Müllers Blumen
Tränenregen
Mein!
Pause
Mit dem grünen Lautenbande
Der Jäger
Eifersucht und Stolz
Die liebe Farbe
Die böse Farbe
Trockne Blumen
Der Müller und der Bach
Des Baches Wiegenlied




















Giuseppina La Face
. Violinista e musicologa, nell’Università di Bologna insegna Storia della musica e Pedagogia musicale, dirige il Dipartimento di Musica e Spettacolo, è membro del Senato. Dirige «Il Saggiatore musicale», periodico in cinque lingue. Ha svolto ricerche sulla pedagogia musicale, la poesia per musica di fine ’400, Bussotti, Händel. Per le monografie sulla Schöne Müllerin (Firenze 2003; edizione tedesca in corso di pubblicazione) e sulla Winterreise (in preparazione) ha lavorato a Tübingen nella Arbeitsstelle della Neue Schubert-Ausgabe e nel Musikwissenschaftliches Institut.

Marcello Nardis. Si è diplomato in Pianoforte e in Canto a Santa Cecilia. Si è perfezionato alla Franz Liszt Hochschule di Weimar con Peter Schreier e al Mozarteum di Salisburgo con Kurt Widmer. Ha collaborato con Riccardo Muti, Daniele Gatti, Pascal Rambaud, Pinchas Steinberg, Eliahu Inbal, Lior Shambadal, Donato Renzetti, Christophe Rousset, François Bonnet, Norman Shetler, Irwin Gage e Andrea Bacchetti. Canta in teatri famosi, in Italia e all’estero: La Scala, La Fenice, il San Carlo, il Liceu, il Nuovo Teatro Nazionale di Tōkyō.

Oliver Kern. Si è diplomato in Pianoforte, Direzione d’orchestra e Coro alla Staatliche Hochschule für Musik di Stoccarda, sotto la guida di Wan Ing Ong. Perfezionatosi in Pianoforte con Rudolf Buchbinder e Karl-Heinz Kämmerling, si è imposto a livello internazionale vincendo due importanti concorsi: l’ARD di Monaco di Baviera (1999) e il Beethoven di Vienna (2001). Si è esibito in Europa, Asia e America, suonando con orchestre insigni, tra cui la Nuova Filarmonica Giapponese, la Sinfonica di Seul, la Sinfonica Nazionale Cinese, le Sinfoniche della Radio di Berlino, di Monaco di Baviera, di Hannover e di Vienna. Oltre all’attività solistica, si dedica alla musica da camera, cui associa l’insegnamento nella rinomata Hochschule für Musik und Theater di Amburgo.











ingresso gratuito - posti limitati
info: tel. 051 2092411




 
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