Archivio Storico:- ex Dipartimento di Musica e Spettacolo - Universita' di Bologna Dipartimento di Musica e Spettacolo - La Soffitta 2008
martedì 6 maggio, ore 21
Aula absidale (via de' Chiari 25a)
ingresso libero - posti limitati



Franz Schubert (1797-1828)

An die Musik (D 547)

Nachtstück
(D 672 )

Der Wanderer an den Mond
(D 870)

Der Musensohn
(D 764)

Die schöne Müllerin
(D 795)

Das Wandern (I)
Wohin? (II)
Halt! (III)
Am Feierabend (V)
Mein! (XI)
Mit dem grünen Lautenbande (XIII)
Der Jäger (XIV)
Eifersucht und Stolz (XV)
Der Müller und der Bach (XIX)
Des Baches Wiegenlied (XX)





Matthias Stier. Dall’ottobre 2004 è iscritto al Conservatorio “Giuseppe Verdi” di Torino, dove frequenta il corso di Musica vocale da camera di Erik Battaglia. Dal 2001 partecipa ai corsi tenuti da Elio Battaglia all’Internationale Sommerakademie, Universität Mozarteum di Salisburgo e al corso estivo “Il Lied tedesco” alla Scuola “Hugo Wolf” di Acquasparta. Nel 2003 ha impersonato Morisco nell’opera Manuel Venegas di Hugo Wolf al Mozarteum. Nel 2004, accompagnato da Boris Petrušanskij, ha cantato Lieder di Michail Glinka, nell’àmbito della rassegna “SettembreMusica” di Torino. Si è esibito al “Reggio Parma Festival” (2005) e ha debuttato come Arlecchino nell’opera Mandragora di Karol Szymanowski al Festival delle Nazioni di Città di Castello, dove gli è stato assegnato il “Premio Calpurnia 2005”. Nel 2005 ha vinto il premio come miglior liederista nel concorso internazionale “Renata Tebaldi” di San Marino. Nel 2006 ha cantato al Regio di Torino e al Bellini di Catania in occasione della presentazione del libro Vincenzo Bellini: Canzoni per voce e pianoforte pubblicato da Ricordi. Nel 2006 ha vinto il primo premio e il premio come miglior duo, con Riccardo Mondino, al concorso internazionale di musica vocale da camera “Silvio Omizzolo” di Padova e si è esibito come tenore solista nel Messiah di Händel, trasmesso da RAI Radio Tre. Nel 2007 ha dato un recital di Lieder di Grieg su invito di Radio Vaticana e un concerto-tributo a Maria Callas nell’àmbito della rassegna musicale “MiTo SettembreMusica” (Torino-Milano) con un programma di Lieder e arie d’opera.

Riccardo Mondino. Ha iniziato lo studio del pianoforte con Bruno Dal Pozzolo nel 1989 e si è diplomato, a diciannove anni, nel Conservatorio di Cuneo. Ha frequentato, in qualità di pianista accompagnatore, un corso di specializzazione in Liederistica alla Scuola “Hugo Wolf” di Acquasparta sotto la guida di Erik Battaglia. Sotto la medesima egida ha conseguito nel 2007 il diploma di Musica vocale da camera nel Conservatorio di Torino. Dal 1990 ha partecipato a numerosi concorsi nazionali ed internazionali ottenendo sempre riconoscimenti tra il primo e il terzo premio. Dal 1995 ha tenuto vari concerti in Italia e all’estero, sia in qualità di solista, sia di pianista accompagnatore in alcuni recital di Canto lirico, collaborando con varie Associazioni tra cui (a Torino) l’Unione musicale, il Teatro Stabile e il Teatro Regio. Nel 1999 si è classificato primo alla Rassegna internazionale di Pinerolo. Ha frequentato per due anni corsi di perfezionamento all’Accademia di Cremona e all’Accademia di musica di Pinerolo. Nell’ottobre 2006 ha partecipato al concorso internazionale di musica vocale da camera “Silvio Omizzolo” con Matthias Stier, ottenendo il premio come miglior duo.


La casa del mugnaio

Matthias Stier tenore
Riccardo Mondino pianoforte



Il concerto di questa sera ci propone un viaggio nel mondo del Lied schubertiano. Da buoni viandanti, ci metteremo in marcia per attraversare un paesaggio intimo, guidati dal mormorio dell’acqua dei ruscelli e sotto lo sguardo cullante del tenue bagliore lunare. Il nostro viaggio ha inizio con un’invocazione Alla musica (1817, testo di Franz von Schober), arte che più d’ogni altra riesce ad accordarsi con l’interna Stimmung dell’uomo e a lenirne gli affanni. L’ascoltatore si trova rassicurato dalla semplicità dell’accompagnamento e dalla ripetitività delle melodie, che lo abbracciano con delicatezza. In Notturno (1819, testo di Johann Mayrhofer) un vecchio invoca l’abbandono dal mondo, intonando un dolcissimo canto sulle corde di un’arpa. La natura risponde al suo richiamo donandogli il sonno eterno; la musica lo accompagna fin sulla soglia. Poi tace. Con Il viandante alla luna (1826, testo di Johann Seidl) ci scostiamo dal buio della notte. Al vagare senza mèta dell’uomo, preda di una Sehnsucht priva d’oggetto, si contrappone la Luna, nella figura d’un eterno viandante che mai abbandona la propria patria, e il cui corso orientato percorre le volte celesti con familiarità. Anche Il figlio delle Muse (1822, testo del giovane Johann Wolfgang Goethe) è una figura in perpetuo movimento: l’incedere dattilico del ritmo poetico accompagna il festoso risorgere primaverile della natura. Ma il tempo di valzer è destinato agli altri, l’accompagnamento così marcatamente gioioso maschera il reale desiderio del beniamino delle Muse: sospinto dalla propria arte ad una vita randagia, serba nel cuore la speranza di poter riposare nel grembo della natura.
Dopo una breve pausa, il nostro viaggio schubertiano procede lungo il bordo d’un ruscello (a volte placido, altre impetuoso) che ci guida al mulino della Bella mugnaia (ciclo liederistico di Wilhelm Müller, musicato nel 1823). Il girovagare dipinge musicalmente le analogie tra il mugnaio e gli elementi simbolo del suo mestiere: anche il mugnaio – come l’acqua, la ruota e le mole del mulino – è una figura irrequieta. La musica disegna un moto guizzante, che tuttavia torna incessantemente su sé stesso, col ripetersi di una medesima melodia lungo le cinque strofe del testo. Ed ecco che, mentre il Mugnaio si interroga sul Dove? del proprio girovagare, il placido fluire d’un ruscello lo guida verso un mulino. Alt!, un preludio pianistico ci mette sull’avviso: una sestina di semicrome affiora dal tessuto musicale, si ode una ruota girare. Il Mugnaio si mette all’opera e A sera, dopo il lavoro si ritrova assieme ai compagni a ricevere i complimenti dalla voce grave del padrone e la ‘buona notte’ dai garruli accenti della bella Mugnaia: il divario tra le voci del padre, della figlia e del garzone evidenziano l’estraneità del giovane alla loro comunità. Ma forse una speranza c’è. Mia! ribadisce ossessivamente che la Mugnaia è conquistata, gli arpeggi spezzati del pianoforte rimandano all’interruzione del mormorio del ruscello, di cui il Mugnaio vorrebbe bloccare l’incessante fluire: nulla deve turbare la felicità tanto agognata dal giovane, che tuttavia ricorda la gioia del Figlio delle Muse, proclamata con una perentorietà che sembra celare ben altri pensieri. Le aspirazioni del protagonista vengono cullate dalla dolce melodia del Lied Col nastro verde del liuto, nastro ch’egli regala all’amata, infatuata com’è del colore che simbolizza la speranza. Il cacciatore spazza via in un baleno ogni dolcezza, la ripetizione melodica serrata sonorizza il precipitare della situazione, mentre la stentorea iteratività della frase musicale dipinge la baldanza del Cacciatore, così come l’inopinato repentaglio in cui versa ora il dolce sogno del Mugnaio. Ed ecco che il ruscello gorgoglia impetuoso in un Lied durchkomponiert (Gelosia e orgoglio); su un dolente e via via sempre più urlato semitono il Mugnaio implora il torrentello di portare un messaggio all’amata infedele, «dìlle, dìlle»: la sofferenza dev’essere mascherata, l’orgoglio impone di mostrarsi indifferenti al tradimento e all’oblio. Il Mugnaio e il Ruscello si abbandonano a un dialogo surreale, alla disperazione fa seguito uno struggente canto d’addio al mondo, in cui persino la Luna non riesce a reggere lo sguardo flebile del Mugnaio. Così il povero garzone si congeda dalla vita con la Ninnananna del Ruscello, che con struggente dolcezza conduce il viandante verso l’eternità, verso una casa che lo accolga con serena benevolenza.


Pamela Chiarappa – Andreas Böhlen
Triennale DAMS e Laurea specialistica in Discipline della musica

coordinamento e redazione
Maria Semi


ingresso libero - posti limitati
info: tel. 051 2092413; soffitta.muspe@unibo.it






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