7 aprile ore 17, Laboratori DMS - Auditorium Il documentario narrativo contemporaneo: a cura di Giovanna Tavianiuna finestra sul Salinadocfest Marco Amenta
nasce a Palermo l'11 Agosto 1970 e dopo il liceo comincia a lavorare
come foto-giornalista per “Il Giornale di Sicilia” e per alcuni
settimanali nazionali. Nel 1992 si trasferisce Parigi, dove continua come foto-giornalista per l’agenzia francese Gamma e per diversi settimanali francesi, come “Paris Match”, l’”Express”, “VSD”, ecc. A Parigi ottiene la Laurea in Cinematografia all’Università Paris 8. A Parigi realizza, come regista o direttore della fotografia, vari cortometraggi in pellicola. Realizza un documentario durante la guerra in ex-Jugoslavia Born in Bosnia per la TV francese, presentato al festival Palermocinema e un altro a Cuba, Lettre de Cuba, vincitore del Premio francese Rouletabille per giovani registi. Nel 1995, crea la società francese Odissea, con la quale produce e dirige il film Diario di una siciliana ribelle selezione ufficiale (fuori competizione) alla 54° Mostra del Cinema di Venezia. Il film vince 21 premi internazionali e viene trasmesso da 30 Tv nel mondo intero. In Italia è trasmesso da RAI 2 in prima serata. Nel 2004 ha scritto e diretto il documentario L’ultimo Padrino, una cooproduzione Italo-Francese con Mediterranea Film e ARTE France, venduto alle televisioni in Norvegia, Belgio, Svizzera, Spagna, Irlanda e molti altri Paesi. Nel 2005 ha diretto la docu-fiction Il Fantasma di Corleone, prodotto da Eurofilm in co-produzione con ARD-Germania e ARTE France. Acquistato da RAI Cinema e SKY Italia, uscito nelle sale cinematografiche il 30 marzo 2006 ha riscosso un notevole successo di pubblico e critica. Nominato ai Globi D’Oro 2006 e ai Nastri d’Argento 2007 come miglior documentario italiano uscito in sala. Premio Miglior produzione 2006 a L’AltroCinema FF e ad Etruria Cinema 2007. Ha appena finito di girare il lungometraggio La Siciliana ribelle di cui ha scritto la sceneggiatura con Sergio Donati. Il film è una coproduzione Eurofilm, R&C e Rai Cinema (Italia) e Roissy Film (Francia). Il film è in fase di post-produzione. Giovanna Taviani, saggista e studiosa di cinema e letteratura ha scritto diversi testi fra cui Parole contro parole. Crisi del linguaggio e vocazione al tragico nelle novelle di Pirandello (Università della Calabria. 1998); Michelstaedter (G.B. Palumbo Editore, 2002); Lo sguardo ubiquo. Al confine tra letteratura e cinema (G.B. Palumbo Editore 2006). Dal 1997 è nella redazione della rivista "Allegoria", diretta da Romano Luperini, e scrive per riviste come "Cinecritica" e "Eidos". Ha curato testo e regia di video didattici fra cui: Letteratura e cinema (G.B. Palumbo 1998); Il Neorealismo. Cinema e letteratura (Palumbo 1999); Il linguaggio cinematografico (G.B. Palumbo 2003). Attualmente è curatrice della collana di video a taglio interdisciplinare Dal testo allo schermo al confine tra letteratura e cinema (G.B. Palumbo editore). Ha debuttato come documentarista nel 2004 con il film I nostri 30 anni: generazioni a confronto (G.B. Palumbo Editore e Nuvola Film) presentato nell'ambito del Torino Film Festival. Nel 2005 realizza il suo secondo documentario Ritorni (Nuvola Film in collaborazione con G.B. Palumbo Editore e Yenta Production) presentato alla Festa di Roma 2006 e vincitore del Premio Speciale della Giuria al Potenza International Film Festival. |
7 aprile ore 17, Laboratori DMS - Auditorium IL DOCUMENTARIO NARRATIVO CONTEMPORANEO: UNA FINESTRA SUL SALINADOCFEST a cura di Giovanna Taviani Presentazione del documentario Il fantasma di Corleone di Marco Amenta Nomination Nastri D’Argento 2007 come Miglior Documentario Nomination Globi D’Oro 2006 come Miglior Documentario Salina Doc Festival 2007 Premio del Pubblico L’AltroCinema FilmFestival 2006 Miglior Produzione EtruriaCinema 2006 Miglior Produzione Premio speciale al Mediterraneo Film Festival Il
genere del documentario sembra conoscere, in questi ultimi anni, una
nuova giovinezza, caratterizzata non solo dall’utilizzo dei nuovi mezzi
di ripresa digitale. Uno degli elementi che più contraddistinguono
questa nuova fase del documentarismo cinematografico è infatti
l’attenzione che sempre più film dedicano all’aspetto narrativo
nascosto nella dimensione del reale e del quotidiano. È proprio su questa particolare connotazone del documentario contemporaneo che Giovanna Taviani - studiosa e regista, figlia d’arte - ha rivolto la sua attenzione. Non solo come autrice ma anche, in tempi recenti, come organizzatrice del Salinadocfest, giovane festival siciliano dichiaratamente dedicato al documentario narrativo. La serata sarà quindi un’ottima occasione per incontrare la regista e per apprezzare una scelta dei migliori lavori proposti dall’edizione 2007 del festival di Salina. EUROFILM presenta con il sostegno di LIBERA-Ministero della Cultura Francese-Comunità Europea- RAI Il FANTASMA DI CORLEONE regia Marco Amenta produzione Eurofilm s.r.l. coproduttore Mediterranea film-Arte France produttore Simonetta Amenta fotografia Fabio Cianchetti montaggio Claudio Di Mauro, Patrizia Cerasani sceneggiatura Andrea Purgatori, Marco Amenta suono Andrea Moser musiche Paolo Buonvino, Mario Modestini È possibile che un uomo riesca a vivere nascosto su un’isola da 42 anni, braccato da centinaia di poliziotti, e continui ad essere il capo supremo di Cosa Nostra? In Sicilia, terra di misteri e di vulcani, è possibile… Marco, giovane reporter siciliano, torna a Palermo in un viaggio-thriller per smascherare l’ultimo mistero italiano, ancora non risolto: Bernardo Provenzano. Il fantasma è vivo ma è come se fosse morto. Nessuno conosce il suo volto, né la sua voce. Si sa soltanto che nacque a Corleone il 31 gennaio 1933. “Caro amico, quel ragazzo non ha come noi, una grande esperienza della vita malvagia… insegnagli a restare calmo, corretto e coerente… Prima di parlare bisogna sempre conoscere la verità… Ora ti saluto e ti benedico.” È la voce del padrino che scrive una lettera ad uno dei suoi fedelissimi: è così che governa Cosa Nostra alternando saggezza e brutali esecuzioni. Il volto di Provenzano non lo vedremo mai… solo una voce, e le immagini evocatrici del suo mondo… un mondo si isolamento, macchinazioni e solitudine. Il film passa continuamente dal lato degli inseguitori a quello del fuggiasco e viceversa, creando la tensione e il ritmo propri a questo thriller del reale. Il cerchio si stringe attorno a Provenzano, gli investigatori arrestano gli uomini a lui vicini, ma misteriosamente lui riesce sempre a sfuggire… come un fantasma. I vari investigatori che invano l’hanno cercato da 42 anni, svelano i misteri legati alle sue insospettabili protezioni. Giuseppe Linares, giovane e impavido capo della Squadra mobile di Trapani non perde la speranza e incita i suoi uomini alla lotta: “Mostrate ai mafiosi la luce abbagliante di cui siamo fatti!” Se il film è soprattutto un thriller, nel racconto della ricerca dell’eterno latitante, il regista non tralascia di porre anche una nuova riflessione sulla mafia: Provenzano è ricchissimo, da quarant’anni accumula ricchezze ma non può goderne. A cosa sono serviti allora 42 anni di crimini e omicidi, se puoi devi vivere isolato, come un profugo, lontano dalla famiglia e dai figli? Un’ipotesi di risposta la dà un vecchio proverbio siciliano: “Comandare è meglio che fottere!” L’arresto di Provenzano l’11 aprile del 2006 getta una nuova inquietante luce sul mistero della sua latitanza. Era giunto il momento di un cambio dei vertici di Cosa Nostra? |