- 27 novembre 2002 - 25
marzo 2003
- CONCERTI
L'ESTRO
DI MOZART, IL CIMENTO DI BEETHOVEN
- PERSÉPHONE ENSEMBLE
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- Martedì
18 marzo 2003, ore 21
- AULA ABSIDALE
DI S. LUCIA · via de Chiari 23a
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- Presentazione
di Silvia Castellan e Alberto Fiorito
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- Ingresso
gratuito
- PROGRAMMA
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Ludwig van
Beethoven (1770 -
1827)
Quintetto per
pianoforte,oboe,
clarinetto, corno e fagotto
in Mi bemolle maggiore, op. 16
Grave Allegro ma non
troppo
Andante cantabile
Rondò: Allegro ma non troppo
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Wolfgang Amadé
Mozart (1756 - 1791)
Quintetto per
pianoforte, oboe,
clarinetto, corno e fagotto
in Mi bemolle maggiore K. 452
Largo Allegro moderato
Larghetto
Rondò: Allegretto
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- Si è
diplomato in pianoforte nel
Conservatorio di Pesaro con
Franco Scala. Si è perfezionato
con Jörg Demus. Tiene concerti
come solista e si esibisce con
complessi sinfonici e
cameristici. Ha suonato con Enzo
Porta, Annamaria Morini, Jörg
Demus e ha collaborato con Leo De
Berardinis. Nel 1986 ha
costituito il duo pianistico
Malferrari-Mazzoli. Si dedica con
particolare attenzione al
repertorio contemporaneo e ha
presentato diverse opere in prima
esecuzione assoluta. Ha
realizzato incisioni
discografiche per NLM, Nuova Era,
Tactus, Nuova Carisch.
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- Si è
diplomato in oboe nel
Conservatorio di Ferrara. Ha
iniziato a collaborare con
l'Orchestra del Teatro Comunale
di Bologna nel 1976, suonando il
corno inglese, e dal 1988 ne è
il primo oboe. Tiene concerti
come solista e con diversi
complessi cameristici, tra cui
Octandre e I Filarmonici di
Bologna. Ha insegnato Musica
d'insieme per strumenti a fiato
nel Conservatorio di Ferrara e
nell'Accademia musicale di
Chioggia. Dal 2000 dirige la
Scuola di musica "Adriano
Banchieri" e l'auditorium di
Molinella.
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- Si è
diplomato in clarinetto nel
Conservatorio di Bologna con
Enrico Quarenghi e si è
perfezionato con Antony Pay,
Alessandro Carbonare, Corrado
Giuffredi. Suona come solista ed
è membro stabile dell'ensemble
"FontanaMIX", complesso
dedito all'esecuzione di musica
contemporanea. Ha collaborato con
diversi direttori, tra cui
Daniele Gatti, Corrado Rovaris,
Paolo Olmi. Ha effettuato
registrazioni per RAI RadioTre,
RAISAT e ha inciso un CD con
musiche di Giacinto Scelsi. È il
fondatore del Perséphone
Ensemble.
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- Si è
diplomato in fagotto nel
Conservatorio della Spezia con
Claudio Gonella. Ha collaborato
con l'Orchestra Haydn di Bolzano,
l'Orchestra Sinfonica Nazionale
della RAI, l'Orchestra del Teatro
di San Carlo di Napoli,
l'Orchestra dei Pomeriggi
Musicali di Milano. Dal 1998 è
primo fagotto nell'Orchestra del
Teatro Comunale di Bologna. Tiene
concerti come solista o insieme a
complessi cameristici in Italia e
all'estero.
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- Si è
diplomato in corno nel
Conservatorio di Pesaro. Ha
suonato come primo corno in
diverse orchestre
lirico-sinfoniche italiane e ha
collaborato con l'Orchestra
Filarmonica della Scala, la Royal
Philharmonic Orchestra di Londra,
l'Orpheus Chamber Orchestra di
New York. Nel 1993 ha vinto il
Concorso internazionale ARD di
Monaco di Baviera insieme al
Quintetto Bibiena, formazione con
cui svolge un'intensa attività
concertistica in Italia e
all'estero. Ha inciso dischi per
Ermitage, Agorà, Bongiovanni.
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Nel 1781 il venticinquenne
Mozart cerca di affermarsi come libero
professionista a Vienna, città in cui si
è appena trasferito dopo il
licenziamento dallimpiego
salisburghese. Agli inizi il successo è
moderato, e si limita soprattutto agli
esclusivi ambienti delle riunioni private
organizzate da nobiluomini appassionati
di musica. Fra questi il più importante
per la formazione del compositore è
sicuramente il barone Gottfried van
Swieten: questi fa conoscere a Mozart la
musica antica di J. S. Bach e
G. F. Händel, e grazie ad essi Mozart
sviluppa maggior destrezza nella
scrittura contrappuntistica. Nello stetto
periodo il compositore si dedica
principalmente alla composizione di
concerti per pianoforte e orchestra,
destinati ai concerti pubblici
chegli promuove; il genere del
concerto toccherà il proprio culmine
proprio nel 1784, anno di maggior
successo per Mozart nella capitale.
Dell84 è anche il
Quintetto per pianoforte e fiati K. 452,
che dei concerti condivide la struttura
in tre tempi, di cui lultimo è un
rondò. Lopera è il testimone,
nella musica da camera, della particolare
attenzione che Mozart riserva agli
strumenti a fiato nelle proprie
partiture: i quattro fiati surrogano da
un lato una piccola orchestra o un
quartetto darchi, ma non rinunciano
dallaltro ad arrogarsi quelle
sortite solistiche che i fiati hanno
spesso, per esempio, nei concerti per
pianoforte e orchestra del Salisburghese.
Nel 1792, a un anno dalla
morte di Mozart, Beethoven si stabilisce
a Vienna per compiere i propri studi con
Haydn. Questi si rivelerà piuttosto
svogliato nel seguire il giovane allievo,
tanto da indurre Beethoven a proseguire
gli studi con Albrechtsberger per la
composizione, e con Salieri per lo stile
teatrale e la vocalità
allitaliana. Intanto il giovane
Ludwig comincia ad avere rapporti con
alcuni potenziali protettori: il conte
Waldstein, i principi Karl Lichnowsky e
Joseph von Schwarzenberg. Nel palazzo di
questultimo dedicatario del
Quintetto op. 16, il suo nome figurerà
varie volte nei Quaderni di
conversazione furono date le
prime esecuzioni della Creazione e
delle Stagioni di Haydn: forse
anche qualche opera di Beethoven è stata
ivi portata preventivamente a conoscenza
di uno stretto pubblico dinvitati.
La prima esecuzione del
Quintetto di Beethoven avviene nel 1797,
in un periodo che segna il consolidarsi
della fortuna professionale del
musicista: tra il 1796 e il 1798 il
compositore effettua la sua unica tournée
come pianista, raccogliendo allori e
guadagni considerevoli. Il Quintetto op.
16 riflette la serenità di questi anni e
presenta tutti i caratteri delle opere
giovanili di Beethoven, con uno stile che
guarda molto a Haydn e Mozart. Malgrado
una certa qual baldanza solistica del
pianoforte, in contrasto con
lequilibrio strumentale
nellopera di Mozart, i fiati non
hanno una funzione subordinata: ogni
strumento ha ampia occasione di spiccare
anche in passi solistici allinterno
dellopera.
Il Quintetto beethoveniano
è spesso accostato al K. 452 di Mozart,
cui probabilmente si ispira; tonalità e
organico sono i medesimi; entrambi
adottano unintroduzione lenta nel
primo movimento caratteristica,
questa, che li differenzia dalla coupe
classica dei concerti e presentano
una cadenza nel rondò conclusivo; in
Mozart essa coinvolge tutti gli strumenti
(con la dicitura cadenza in
tempo sulla partitura), mentre in
Beethoven è destinata al pianoforte.
- Silvia
Castellan, Alberto Fiorito
- studenti
DAMS
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coordinamento e redazione:
Tarcisio Balbo, Paola Soffià |
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