Archivio Storico:- ex Dipartimento di Musica e Spettacolo - Universita' di Bologna La Soffitta 2002 DANZA - Omaggio a Kazuo Ohno
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marzo - aprile 2002

Presentazione
22 - 30 aprile 2002
OMAGGIO A KAZUO OHNO
Presentazione dell'Archivio Kazuo Ohno
a cura di Eugenia Casini Ropa e Giovanni Azzaroni


Il Dipartimento di Musica e Spettacolo dell’Università di Bologna, diretto da Marco De Marinis, ha ricevuto in dono, dal grande Maestro giapponese Kazuo Ohno, uno dei fondatori e straordinario interprete della danza butoh, una copia del suo archivio, frutto di una personale selezione tra i moltissimi materiali raccolti sul suo lavoro creativo dagli anni ’40 ad oggi.

Si tratta della prima convenzione nel mondo per la concessione di questo prezioso materiale, firmata in esclusiva per l’Italia dal Maestro, il quale sta individuando enti di pari prestigio in Occidente per lasciti analoghi. All’interno dei festeggiamenti per il 95° compleanno del Maestro, il 27 ottobre 2001 una delegazione dipartimentale ha partecipato alla toccante cerimonia di addio alle scene del Maestro Ohno, e firmato la convenzione che prevede l’impegno, da parte del Dipartimento, a rendere fruibile il patrimonio ricevuto. L’Ateneo bolognese ha offerto in quell'occasione al Maestro il sigillo d’argento dell’Alma Mater Studiorum Università di Bologna.

L'Archivio verrà presentato al pubblico dal 22 al 30 aprile con alcune iniziative di Omaggio a Kazuo Ohno, inserite nell’ambito delle attività 2002 del Centro La Soffitta, che prevedono anche la visione di alcuni documenti audiovisivi dell'Archivio, inediti per l’Italia.

Lunedì 22 aprile 2002 alle ore 15.30, a Palazzo Marescotti (via Barberia 4), sede del Dipartimento di Musica e Spettacolo, alla presenza delle autorità universitarie e cittadine, avrà luogo la presentazione ufficiale dell’Archivio Kazuo Ohno, a cura di Eugenia Casini Ropa e Giovanni Azzaroni. Seguirà la presentazione del primo volume in lingua italiana interamente dedicato alla sua figura, Kazuo Ohno, di Maria Pia D’Orazi, per la casa editrice L’EPOS di Palermo, e l'anteprima assoluta di "O Kind God!", la più recente opera in video girata con e su Ohno nei mesi scorsi dal regista Gianni di Capua. Saranno presenti gli autori, che introdurranno le loro opere in dialogo con Elisa Guzzo Vaccarino.

Omaggio a Kazuo Ohno proseguirà martedì 23 aprile ore 16.00, nei locali della Biblioteca del Quartiere S.Vitale (vicolo Bolognetti 2), dove verrà inaugurata una mostra di manifesti e pannelli fotografici, che rimarrà aperta al pubblico fino al 30 aprile (ore 10-18; chiuso il 25.04). Verrà inoltre presentato dall'editore Mario Guaraldi il nuovissimo DVD interattivo "Beauty and Strength", prodotto dal Kazuo Ohno Dance Studio, che presenta la vita e le opere del Maestro Ohno.

Il programma prevede poi, sabato 27 aprile alle ore 17.00, sempre alla Biblioteca del Quartiere S.Vitale, la presentazione del video dello spettacolo più famoso di Kazuo Ohno: "Admiring La Argentina", nella versione originale del 1977, sconosciuta in Italia. Kazuo Ohno ha raggiunto fama mondiale quando aveva già 70 anni, proprio grazie a questo spettacolo che rende singolarmente omaggio alla danzatrice spagnola degli anni Venti-Trenta Antonia Mercé, detta La Argentina.

Tutti gli appuntamenti sono ad ingresso gratuito.

KAZUO OHNO

Nato nel 1906 (Hokkaido, Giappone), diviene insegnante di ginnastica. Nel 1929, profondamente colpito da un spettacolo della danzatrice spagnola La Argentina. inizia a studiare danza con Baku Ishi e Takaya Eguchi, entrambi influenzati dalla nuova danza espressionista tedesca.

Debutta sulle scene solo nel 1949, con uno spettacolo di piccoli brani ispirati alla danza tedesca d'anteguerra. L'incontro con Tatsumi Hijikata, nei primi anni Cinquanta, si rivela decisivo per la sua carriera. Con lui partecipa alla creazione della danza butoh, quella "danza delle tenebre" nata dall'inquietudine degli artisti dopo il disastro atomico, che è oggi la forma peculiare della danza moderna giapponese e di cui egli è riconosciuto come l'interprete più significativo.

Dal 1967 al 1977 lascia le scene, a parte alcune apparizioni in opere di altri autori, e gira alcuni film d'ispirazione surrealista (Portrait of Mr. O, Mandala of Mr. O, Book of the Dead of Mr. O).

Nel 1977, a più di settant'anni, crea sui ricordi di un tempo Admiring La Argentina, l'opera en travesti che, presentata a Nancy nel 1980 e col suo enorme successo internazionale, rende Ohno, ormai settantacinquenne, una vera leggenda vivente. Da allora, continua a creare dei soli ai quali spesso associa il figlio Yoshito cui trasmette la sua eredità artistica, e continua a viaggiare per tutto il mondo (tra gli altri: My Mother, 1981; Dead Sea, 1985; Water Lilies, 1987; Ka Cho Fu Getsu, 1990).

Nell'ottobre del 2001 compie novantacinque anni e lascia le scene.

La danza di Ohno si stacca dalla più diffusa tradizione del butoh, pur condividendone molti principi corporei, per il suo carattere luminoso e lirico. Egli danza per comunicare l'universale nella sua espressione più pura; secondo lui, presto convertitosi al cristianesimo, la danza deve rivelare "la forma dell'anima".

Nel suo sforzo quasi mistico di rivelazione dell'essere, di creazione di un mondo che è incontro con le fonti vitali, Ohno utilizza costantemente due concetti chiave: quello di "corpo morto" e quello di "libertà. Il corpo morto, negato, è per lui il primo fine da raggiungere per far sì che l'emozione in esso coltivata possa esprimersi liberamente, senza essere costretta a seguire le logiche coercitive imposte da un corpo vivente. L'anima deve poter manovrare il corpo come un burattinaio manovra una marionetta. Ne nasce una liberazione dalle pastoie della volontà, dalle strettoie del pensiero e dell'individualità. Per attingere all'universale occorre frantumare il rigido carapace di convenzioni che l'esperienza sociale ha costruito sul corpo e nella mente, e lasciar finalmente fluire all'esterno l'espressione pura dell'anima.

"Se desideri danzare un fiore puoi mimarlo e sarà un fiore qualunque, banale e privo di interesse; ma se metti la bellezza di quel fiore e l'emozione che esso evoca nel tuo corpo morto, allora il fiore che crei sarà vero e unico e il pubblico ne sarà commosso".
 
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