Archivio Storico:- ex Dipartimento di Musica e Spettacolo - Universita' di Bologna PERSONAGGI

AFFINITÀ

PRIMO ATTO

SECONDO ATTO

PERSONAGGI

FEDELE, la custode della villa
VERAYaiutante
La serva del signorEDOARDO,
La serva della signora CARLOTTA
La francese, serva del CAPITANO
La muta, serva della sig.na OTTILIA
Il vecchio GIARDINIERE
Si ringraziano: PatriZia Coletta, Laura Volta, Renée Ponect t, Albina Malerba, le cui diverse competenze linguistiche e redazionali hanno resa possibile la pubblicazione di questo testo.
 
Vocenarrante- Edoarolo - chiamiarno così un ricco barone nel meglio dell' età virile - avevatrascorso fra gli alberi del suo vivaio l'ora più bella di un pomeriggio d'aprile per innestare su tronchigiovani le marze apl?ciia arrivate. Aveva terminato, ormai: raccolti nel fodero gli arnesi, stava considerando Coli soddisfazionc il sito lavoro, quando si avvicinò il giardiniere, lieto dell'intervento e dello zelo del padrone,
"Non hai visto mia moglie?" chiese Edoardo, mentre si accingeva ad andarsene.
'E' là, nell'area nuova," risolse il giardiniere. "Oggi finiscono la capanna di muschio che ha fatto costruire di costa sidIa roccia, chrinipettoal castello. Uriuscito tutto molto bene, lepiacerà. Una vista straordinaria: sotto, il villaggio; tiri po'a destra, la chiesa, con la guglia del campanile che lo sguardo oltrepassa; di fronte, il castello e i giardini." ,
"Proprio così," disse Educiardo. "Pochi passi da qui e potevo vedere gli uomini all'opera."
"Poi," continuò il giardiniere, "a destra si apre la valle, e sopra le belle praterie e gli alberi, l'occhio spazia lontano. Il sentiero che sale lungo la roccia è stato tracciato ad arte. La signora se ne intende. Si lavora volentieri sotto la sita guida."
"Raggiungila," fece Edoardo, "e pregala di aspettarmi. Dille che voglio vedere le novità e rallegrar
inene.',
Il giardinicre s'allontanò svelto ed Edoardo lo seguì senza indugio.
Scendendo di terrazza in terrazza e dandovi, di passaggio, un'occhiata alle serre e alle aiuole, arrivò sino all'acqua, e sopra un ponticello, al luogo dove la via verso l'area nuova si bifqrcava. La più breve, che toccava il cimitero e andava su dritta verso la costa rocciosa, non la prese, e imboccò invece quell'altra a sinistra, un pò più lunga, che s'arrampicava pian piano,attraverso cespugliameni; la dove si ricongiungevano, si buttò un istante su una panchina messa al posto giusto, poi aftwntò la salita vera e propria, e per scale e piattaforme, lungo il sentiero stretto e ora più ora meno ripido, arrivò finalmente alla capanna.
Sulla soglia Carlotta accolse lo sposo, e lo fece sedere in modo che, attraverso la porta e la finestra, potesse abbracciare in un solo colpo d'occhio le diverse viste offerte, come cornice, dal paesaggio. Egli se ne compiacque, con la speranza che presto sarebbe venuta la primavera a rendere tutto ancor più vivo.
"Ho soltanto un'osservazione da fare," aggiunse, "la capanna ini sepribra ini po's1rctta. "Ma per noi due abbastanza spaziosa," rispose Carlotta.
"Sì certo," disse Edoardo, "per tiri terzo c'è ancora posto."
`Perchè no?" ribattè Carlotta. "Anche per un quarto. Per compagnie più numerose, possiamo poi preparare altrove...

 

PROLOGO

Vera e Fedele sull'aia della villa

(Due serve sono al servizio della signora Carlotta e del signor Edoardo da molto tempo. Conoscono molto bene i loro padroni.

Fedele è la più anziana ed autorevole. L'altra, più rozza e maligna, si chiama Vera, diminutivo di Severa: sono amiche inseparabili anche se il loro legame si nutre di continui bisticci e conflitti.

Fedele parla un dialetto con inflessioni piemontesi e liguri, Vera parla italiano cori forti inflessioni padane.

Ledueattendono Farrivodei nuoviospiti: il Capitano e la signorina Ottilia. Hanno ricevuto l'incarico di istruire quattro nuove serve che si occuperanno ciascuna di uno dei signori.

Per l'occasione i padroni hanno portato una cassa di vestiti nuovi, di stoffe robuste ma anche belle e preziose.)

Vera- Certo che il signor Edoardo è proprio un uomo magnifico... Ed è anche un belFuomo, alto, virile: ti ricordi che ridicola era la vecchia, la sua prima moglie vicino a lui?

Fedele- No mi am vis nen!

(No, non mi ricordo!)

Vera- Perchè sei corta.

Fedele- No, perchè, mi am vis ammà al stòrij d'amor e cola lì l'era na storia d'anteressi e mi am vis ammà dal storij d'amor.

  • (No, non mi ricordo perché io mi ricordo soltanto delle storie d'amore e quella era una storia d'interessi e io mi ricordo soltanto delle storie d'amore,)
  • Vera- Interesse!... 1 signori hanno fatto due bei matrimoni d'interesse e hanno fatto bene! Poi i consorti sono morti, ma loro si sono ritrovati...

  • Fedele- A j'han dicc mi son vidua, ti t'e viduo, sposomsi! (Hanno detto: io sono vedova, fu qei vedovo: spogiao1ociD
  • Vera- E così adesso si godorio l'eredità, cara mia!

  • Fedele- 1 diso che i vòro amnì chi a fa in "parco": sta 'tenta, nen in giardin, in "parco"! (Dicono che vogliono venire qui per fare un parco: sta attcnta, non un giardino... Un parco!)
  • Vera- Ma sì, lo so cos'è un parco, sai... Certo che lo so... Non è mica un giardino! Ci sono anche le case in un parco, anche le strade, i laghetti: c'è tutto!

  • Fedele- In "parco" al sareisa in giardin che t'sa nen da nuàn Facmensa e avan al finis. (Un parco sarebbe un giardino che non si sa dove inizia e non si sa dovefinisce )
  • Vera- No.Ci sono le serre nel parco e i giardini, i campi... Ma... Ma chi è che lo fa questo parco?

    Fedele- Ij padron, i diso che i vòro amnì chi a fa '1 "parco"

    (1 padroni.1 Dicono che vogliono venire e fare un parco )

    Vera- Si, i padroni: corta! Noi, lo facciamo il parco. Ci toccherà sgobbare da mattina a sera!

    Fedele- Soma servi e bsògna travajà e travajà per travajà, j'hò pi car travajà per fa na ròba bela che per fa na ròba bruta.

    (Siamo serve, e bisogna lavorareE lavorare per lavorare, io preferisco lavorare per fare una cosa bella piuttosto che una cosa brutta.)

    Vera - Lavorare per lavorareEra meglio se facevano qualcosa di utile.

    Fedele- Ma in "parco" l'è util! Pensa in po': t'è straca? At seti sota na bela pianta. Tha sei? At pasi dadnan a na fontan-a e zu, na bela golà

    d'acqua fresca. No! In "parco" l'e util! Aterchè.

  • (Ma un parco è utile! Pensa un po': sei stanca? Ti siedi sotto un bell'albero... Hai sete? Passi vicino alla fontana e bevi un bel sorso d'acqua fresca No, un

    parco è

    utile, altrochè.)

  • Vera- Ma va, vautileutile eraeracos'era utile? Un nosocomio, perchè non fanno un bel nosocomio?

    Fedele- N'ospidal? E chi ch'a i no fomma'nt'al nòst pais di n'ospidal? N'ospidal a l'è per i casi grave, noi soma quat gat: al basta al dotor.

    (Un'ospedale? E che ne facciamo al nostro paese di un'ospedale? L'ospedale è per i casi gravi, noi siamo quattro gatti: basta il dottore!) Vera- Gli annegati, non sono gravi quelli che cadono nel lago? Quattro sono annegati quest'estate! Fedele- Si, ma per coij lì ai vò al camposanto!

    (Sì, ma per quelli ci vuole il camposanto!)

    Vera- Ma non hai neanche rispetto per i morti tu!

    Fedele- T'ha m'ha facc pròpi in bel'esempi: pérché la gent a la s'nija an tal nòst pais? Pèrchè j'e nen na bela riva jouta an sij lagh. Sj fijssa

    la riva, la gent a la dròca nen andrenta e noi podomma fa al parco che am pias anchesì da pù.

    ( Mi hai fatto proprio un bell'esempio: perchè la gente annega qui in paese? Perchè non c'è una bella riva alta sui laghi... Se ci fosse la riva, la gente non

    cadrebbe in

    acqua: e la riva si fa se si fa il parco Che mi piace anche di più.)

    Vera- Eh, lo dicevo io: l'argine bisognerebbe fare, ho rispetto per i morti, io.

    Fedele- No! ti at givi l'ospidal. Mi giva I-argine"...

    (No! Tu dicevi l'ospedale, io dicevo l'argine... Vera- No, no, l'argine devono fare. Fedele- E mi chi c'ha digh?

  • (E io cos'ho detto?)
  • Vera- Tu dicevi il parco, non sono mica sorda, io: ti ho sentita, tu dicevi "il parco", io ho detto che l'argine è utile.

    Fedele- Ma 'nt'al parco a j'é tut, anchesì l'"argine" Signur! Mai dami rasòn!

    (Ma l'argine fa parte del parco Nel parco c'è tutto e c'è anche l'argine, dio mio! Mai che voglia darmi ragione

    Vera- Ma si... Ma sì, facciano quello che vogliono, noi dobbiamo preparare le nuove... (esce di scena urlando) Allora, manze, siete pronte?

    Forza... sbrigarsi.

    Fedele- Sent Vera... Sent, a j'hò pensà... m'è mnimi al desideri d'ina strà nòva...

    (Senti, Vera... Senti, ho pensato... Mi è venuto il desiderio di una strada nuova Vera- Fino in cima alla collina? Fedele- Da ch'si l'è faticosa, duvrio fala pù piann-a.

    (Da qui è faticosa, dovrebbero farla più piana.) Vera- Così quando siamo vecchie e rimbambite andiamo fino lassù, io e te... Fedele- Con al padròn e la padròn-a.

    (Con il padrow e la padrona.) Vera- Per vedere dall'alto... Fedele- Tuth col ch'a j'oma facc.

    (Tutto quello che abbiamo fatto.)

    Vera- Tutto il lavoro di una vita.

    Fedele- Al "parco" ij giardin, al fontann-i, al pais, la strà nòva, ij limòn, quantcia limon a j'oma piantà?... Ven, Ven a vègghi...

    (11 parco, i giardini, lefontane, il paese, lastrada nuova, la lúnonaia Quanti limoni abbiamo piantato? Vieni, vieni a vedere )

    (La scena si rabbuia, rimane proiettata su una tenda di pizzo, in fondo, la planimetria del parco. Un disegno settecentesco. Fedele e Vera aprono la tenda facendola scorrere su un filo e rivelandone un'altra, più ricca di ricami. In dissolvenza si sovrappone alla planimetria la veduta di una villa. Le serve anziane aprono anche quest'uffima tenda e dietro ci sono quattro ragazze in camiciola, intimorite.)

     

    SCENA PRIMA

    L'ispezione per assegnare le nuove serve.

    (Fedele e Vera, dopo avere spruzzato di disinfettante le quattro ragazze le esaminano una per una con violenza: si controllano i capelli, i

    denti,

    la pelle perchè siano sane e pulíte.

    Chiamano la prima.)

    Fedele - Fa vegghi is man. Butije al ciar! 1 sòn sporchi. Dro'b la boca... Tucc ij dentcc mars!

    (Fà vedere queste mani, vieni alla luce Sono sporche! Apri la bocca... Tutti i denti marci...

    Vera- Le mani, fai vedere quelle mani ... guarda che unghie sporche, bisogna pulirla questa qui... Torna in fila...

    Fedele- Zu la testa. Pinn-i ad piocc. Varda chi'j taiomma is cavifl

    (Giù la testa!... Piena di pidocchi! Guarda che questi capelli bisogna tagliarli!)

    Vera- Questi capelli bisogna tagliarli, bisogna... avanti un' altra...

    (Fedele riporta la prima serva e accompagna senza riguardi la seconda)

    Fedele- Oh ma costa l'è cita! giovna a l'è giovna! As mòrd j'ongi finn-a a la carn! và che do gambétti...

  • (Oh, ma questa è piccola! Giovane è giovane Guarda, si mangia le unghie fino alla carne Guarda che due gambette!)
  • Vera- Guardale in boccaapri quella bocca! le maniadesso giratigirati cipollinaanche questa va bene

    (La spinge al suo posto mentre ne fa avanzare un'altra.)

    E tu?Cosa sai fare, tu?

    Fedele- A la rid! Chi ch'a t'ha da ridi? Chi t'è bònn-a fà? Da van cat veni? 'mè ch'at ciami? Quantc-ani cha t'ha? Rispònd quanc'at ciamo?

    Parla! T'è bonn-a parlà?

    (Ride! Cosa c'è da ridere, eh? Cosasaifare? Dadovevieni? Comelichiami? Quanfiannihai? Oh, rispondi quando ti parlo Cosa sai fare, parla! Sei buona a parlare?... Vera- Ehi tu! Rispondi, hai capito che devi rispondere? Un nome ce F avrai, no?

    Ondina- (emette con fatica dei fonemi come per giustificarsi) Fedele- Ma l'è nen bonn-a parlà?

  • (Ma non sa parlare?)
  • Vera - Ma è muta!

    Fedele- Pijne n'atra Oh ti ven anàn, t' ha nen vist j' atri? Principessa! Aesì, buta na gambetta d' adnan da F atra. (la prende per un braccio,

    l'altra fa resistenza)

    Varda che strija, a la sghija acmè na bissa

  • (Prendi l'ultima Oh, tu: vieni avanti, non hai visto le altre? Principessa Così, guarda, metti una gambetta davanti all'altra.
  • Ma guarda che strega, scivola via come una biscia )

    Serva del Capitano- Moi je ne viens pas! Mais qu'est ce que vous voulez?

    (No che non vengo! Ma che volete?)

    Fedele- Ferma, Vera giutme, sbasa la cresta

    Serva del Capitano- OhOooh! Mais qu'est-ce vous faites! le suis déjà au service du Capitaine! le me suis déjà lavé les cheveux! le ne suis

    pas malade, je suis en bonne santé!

  • (Oh Oooh! Ma che fate? lo sono già al servizio del Capitano! I capelli me li sono già lavati! lo non sono malata, io sono

    sana!)

  • (La serva del capitano riesce a svincolarsi e si mette a piangere, umiliata dal

    trattamento)

    Vera - Senti un pò carina: guarda che quando siamo arrivate noi, qui, non c'era lo spruzzo per togliersi la rogna! E neanche questi bei vestitini,

    ma degli stracci.

    Fedele - E dovimo semper dì sì, anchesì quand che an piasiva nen!

    E mi an testa a-i vard lìstess perché an fid nen. E varda che chi al fiji i son tutti medesimi! (Cerca di prenderle i capelli ma la francese le morde

    una mano)

    Ah a m'ha mordimi!! M'ha mordimi a mi! Granoja, Bissa! Strija!

  • (E dovevamo sempre rispondere di sì, anche quando non ci piaceva!
  • Ma io a questa gli guardo lo stesso in testa, mica mi fido, io. E guarda che qui le ragazze sono tutte uguali! Ah Mi ha morsa! Ha morsicato me! Biscia, strega!) Serva del Capitano- Vieille garce.

  • (Vecchia strega!)
  • (Le due'si accapigliano, Vera le divide.)

    Vera~ Mettetevi a posto, via! Vestitevi, fate in fretta, vestitevi

    Fedele- (come pentendosi di avere esagerato in durezza con le nuove serve) Ij sonIj sòn dòni. A j'han vergògna, tirij su al paravènt.

  • (Sono donne, sono donne, si vergognano, tiragli su il paravento.)
  • (Mentre le nuove serve si vestono dietro al paravento, Vera e Fedele parlano tra

    loro)

    Fedele- Mah... Mi sò nen. Al mònd al gira pròpi al contrari. A t'ha vist acmè che a s'è arvotassi? Me volami dòss.

    (Mah Io non so Il mondo gira proprio al contrario, hai visto come si è rivoltata, mi è saltata addosso...) Vera- Noi non eravamo mica così con le serve più anziane, le rispettavamo... Anche quando ci passavano la brusca! Fedele- E tutt pérché a l'é la serva dal Capitan! At vighirrà, a saroma pu nen bònn-i a comandala cola lì.

  • (E tutta pcrchè è la scrva del Capitano! Vedrai non saremo più buone a comandarla, quella lì )
  • Vera- Dirà che non capisce, ma non potevamo trovarla noi la serva per il Capitano, come abbiamo fatto con le altre? Il Signor Capitano ha

    voluto portarsela dietro: ma da dove viene quella lì?

    Fedele- E al padron e la padronn-a?Chi ch'a l'è tuta sa gènt ch'as pòrto dré? A j'avo nen dice che a j'aurivo amnì chì per stà tranquil?

    Pér fa in "parco"?)

  • (E il padrone e la padrona, io non capisco chi è tutta questa gente che si portano dietro Non volevano venire in campagna per stare tranquilli? Per fare zia

    parco?)

  • Vera- Dovevano(ironicamente) togliersi dalla società, i padroni.

    Fedele- Ma a l'é nen so lì. A mi am pias che a-i sia torna tanta gènt al castè. Ma ch'a la vaga, ch'a la venn-a, nen stà chi: mangià, bèivi, dròmi,

    per dij meis. E al capitan, pérché al sta semper con al padròn?

  • (Ma non è questo... A me piace che ci sia tanta gente in villa, ma che vengano e poi vadano, non starc quia mangiare e bere per dei mesi E il Capitano, hai visto?

    Sta

    semprc insieme al padronc)

  • Vera- Ma il Capitano è suo amico, corta, dicono che si trova in cattive acque che sia in difficoltàE allora il signor Edoardo lo ha invitato

    a stare qui. Quell'altra piuttosto: la signorina Ottilia, cos'è venuta a fare? Non poteva starsene in collegio a finire i suoi studi?

    Fedele- La padronn-a la dis che a l'e per faj companijaPer avere un po' d'aiuto. Ottilia è come una figlia per lei!

    Vera- Vedrai, vorrà cambiare tutto in casa, comanderà sempre lei perchè ha fatto il collegio, e noi dovremo dire sempre -sì signorinaNo

    signorina-.

    Fedele-At vedrà j'avromma do padronn-i e coschè l'è al pes ch'i posa capitàMah! Mi spér che la padronn-a la sabia col che la fa.

    (Vedrai, avremo due padrone, ed è il peggio che possa capitare... Mah, io spero che la padrona sappia quel che fa ... )

    Vera- Ma sì, brava, dalle sempre ragione tu alla signora Carlotta, solo perchè tu e lei siete in confidenza...

    Fedele- Ma chi ch'a l'è tuta sà storia ad confidensa? Costa chì l'è la mé famija. Pensa pitòst al fiji...

    (Ma cos'è 'sta storia di confidenza? Questa qui è la mia famiglia... Pensa piuttosto alle ragazze ... ) Vera- Ah, io le ho già viste le pollastre! Quella lì, la muta, quella gliela diamo alla signorina Ottilia.

    Fedele- J'un-a cha la parla pòch, l'altra ch'a l'é nen bonn-a parlà, andomma bèn!

    ( ... Ah sì, una che parla quasi mai t, l'altra muta Andiamo bene ) Ondina- (Cerca di difendersi a gesti e fonemi: io lavoro come le altre! Vorrebbe dire... Vera- _Sì, sì, brava... Sei robusta, tu, è per questo che ti teniamo. Fedele- Per l'atra a jè gniente da fà. Al capitan as l'è portasla drè.

    (Per l'altra non c'è niente da fare: il capitano se l'è portata dietro )

    Serva del Capitano- Et alors? le suis déjà au service du Capitaine!

    (E allora? lo sono già al servizio del Capitano!) Vera- Ma cosa dici? Non si capisce niente, impara a parlare ? Serva del Capitano- Mon mari est le valet de chambre personnel du Capitaine! le m'en fiche que tu ne comprennes pas...

    (Mio marito è il valletto personale del Capitano, e io mene frego se tu non capisci quello che dico VeraMa stà zitta che non si capisce niente!

    Serva di Carlotta- lo la capisco lo parlo un po' di francese.

    Fedele- Alora costa chi a-j la domma a la padronn-a. A la padronn-a a-j piass parIà ari fransèis, t'at visi?

    (Allora questa la diamo alla padrona Alla padrona piace parlare francese )

    Vera- Guarda che la tua signora Carlotta parla francese solo per non farsi intendere da te e da me: ma adesso con questa qui anche noi

    sappiamo casa dice!

    Giusto tu sei per la signora Carlotta!

    Fedele- T'è semper la medesima malissiosa.

    L'ultima. Ti! Ti t'é per él padròn!

    (Sei sempre la solita maliziosa L'ultima, Tu sei per il padrone!)

    Vera- Sì, per il signor Edoardo!

    Serva di Edoardo- Per il padrone? Ma io non voglio servire un uomo, non ho mai servito nessuno, figuriamoci un uomo!

    Fedele- Ma per solì a j'é al "cameriere personale" dal padron! Ti at devi ammà lavalo, stiralo, vistilo, faij la stansia e faij al lécc.

    (Ma per quello che pensi fu c'è già il cameriere personale del signore: tu dovrai solo lavargli e strirargli i vestiti, rifargli la stanza e il letto

    Vera- Rifarglielo il letto, eh... Non infilartici dentro!

    Serva di Edoardo- (indignata) Ma per chi mi avete presa?...

    Serva del Capitano- Il n'y a pas de quoi rire. J' ai un mari, une famille...

  • ( Cosa ridete? lo ho marito, una famiglia )
  • Ondina- (protesta vivacemente con il suo vocabolario di suoni strozzati.)

    Serva di Carlotta-Ao sono una brava ragazza

    Vera- Sì, sìAdesso si indignano ma aspetta che vedano il padroneSe non fossi solo una serva

    Fedele- l-j diso tuti daisì, poi at vegghi quan ch'i-j riva al padròn.

    Alora, sij prònti? Vòi senti al vos ad tutti! Sij pronti?

    1 sun pronti, i sun pronti, i sun pronti!

  • (Allora, siete pronte? Voglio sentire la voce di tutte Siete pronte?

    Sono pronte, sono pronte!

    SCENA SECONDA

    La presentazione ai padroni

  • Fedele- Soma pròpi contenti che ij padron ij vòro cònossi al servi nòvi. La Signorina Ottilia as viserà "certo" ed mi e d' Vera, a l'oma tant

    atnìa an brass quand ch'a l'era cita!

    (Siamo proprio contente che i padroni vogliano conoscere le nuove serve. La signorina Ottilia si ricorderà certo di me e di Vera La tenevamo in braccio

    quand'era piccola )

    Vera- Quante volte me l'ha fatta addosso, birichina...

    Fedele- (imbarazzata) Parl mi pér tuti! E "benvenuto" anchesì al "Signor Capitano".

    Al Servi: adess a-i n'hei j'un-a pr'un. Ij sòn sviggi e devoti...

    (a Vera) ... Faie vegghi...

    (Parlo io per tutte! E benvenuto anche al Signor Capitano ...

    Le serve Adesso ne abbiamo una per uno... Fai vedere )

    Vera- _questa è per la signora Carlotta, questa per la signorina Ottilia...

    Fedele- Ma no, l'è nen dach'sì! Costa l'è pér al padròn, costa l'è pér la padronn-a, costa al Capitan a la conòss za e costa l'è pér la "Signorina",

    ven avanti ti...

    (Ma no, non è così! Questa è per il padrone... Questa è per la padrona. Questa qui il Capitano la conosce già E questa è per la signorina, vieni avanti, tu... Vera- Questa è per la signorina Ottilia... Che abbiamo pensato... Una è tanto discreta, quell'altra è muta... Fedele- (sempre più imbarazzata, cercando di sovrastare Vera) Al vesti! Al vesti i-j sòn tutti dal medesim color, ma ad tipo diferent pròpi achmé ch'a jè scricc ant la lettera. Per j'atri stagiòn j'oma preferì daj in taj da stòfa pérché i posso tajalo, cusalo, butaslo ansema pròpi achmé ch'ij vòro.

  • (i vestiti! Ivestitisono tutti del medesimo colorema di tipo differente... Proprio come è scritto nella lettera, Per le altre stagioni abbiamo preferito dare un taglio di stoffa

    perchè ognuna possa tagliarlo, cucirlo, metterlo insieme come preferiscono )

  • Vera- 1 vestiti sono dello stesso colore ma di foggia diversa, come desiderava la signora. Per le altre stagioni abbiamo preferito dare alle

    ragazze un taglio di stoffa che cuciranno secondo il loro gusto.

    Fedele- Ij padròn, ij sòn sodisfacc?

    (1 padroni sono soddisfatti?)

    Vera- Certo che sono soddisfatti, perchè non dovrebbero essere soddisfatti?

    Serva di Edoardo- Per forza sono soddisfatti...

    Serva del Capitano- Qu' est - ce qu'il y a qui ne vas pas, moi je suis venue ici de trés loin...

    (Cosa c'è che non va? lo sono venuta da lontano Ondina- (Conferma i commenti delle altre) Serva di Carlotta- Abbiamo lavorato già tanto solo per prepararci, ci siamo lavate, rivestite... Vera- Bene, allora al lavoro!

     

    SCENATERZA

    La danza dellavoro

    (Una musica ripetitiva commenta tutta la scena in cui le quattro ragazze avanzano presentandosi, tornano verso il fondo poi riavanzano in

    proscenio e avanti e indietro così fino a che la corsa diventa una danza convulsa sul crescendo musicale.

    Fedele e Vera guidano e incitano l'interminabile camminata.

    Nell'incalzante trascorrere della giornata le serve anziane ordinano i lavori di casa, le altre eseguono, fino al parossismo.

    La musica cessa all'improvviso com'era iniziata.

    Finalmente ci si può riposare un po'. Le sei serve sono esauste ed ansimanti).

     

    SCENA QUARTA

    Spiando i padroni dalla finestra

    (Le serve durante una pausa nel lavoro osservano in lontananza i movimenti dei padroni e li commentano)

    Fedele- E allora fiji? Per al prim dì a-i n'amma pròpi, pròpi, pròpi basta!

    (E allora, ragazze Per il primo giorno ne abbiamo proprio abbastanza!) Serva di Edoardo- Manca F aria... Vera- (a Ondina) Apri la finestra, sbrigati!

    Ondina- (Fa un gesto come per mandare a quel paese Vera che le si rivolge troppo rudemente, ma poi esegue l'ordine.)

    Serva di Carlotta- Ho la schiena a pezzi non sento più le gambe

    Serva del Capitano- (affacciata alla finestra) Regardez! Oh! Mais venez voirIl y a les quatre là-bas

    (Guardate! Oh! Venite a cedere Ci sono i quattro laggiù )

    Vera- Sì, sìVenite a vedere, i signori escono. Vanno a fare una passeggiata. Il signor Edoardo e il Capitano davanti, la signora Carlotta e

    la signorina Ottilia dietro

    Serva di Carlotta- E conversano amabilmenteloro!

    Fedele- Si ij vari en barca eri sij lac a l'é la Signorina Ottilia che la remma. A l'é brava andà in barca

    (Se vanno in barca sui laghi è la signorina Offilia che rema. E' brava ad andare in barca )

    Vera- Sentite un po'Ho sentito dire che di quei tre laghetti ne vogliono fare uno solo!

    Serva del Capitano- Oui, oui, c'est vrai! Et le Capitaine a décidé aussi de bátir un grand pavillon au bord du nouveau lac!

    (Sì, sì, è vero! E il Capitano ha deciso anche di costruire un grande padiglione al bordo del lago nuovo!)

    Serva di Carlotta- Cosa? Il Capitano ha deciso di costruire anche un grande padiglione in riva al lago

    Serva di Edoardo-Altro lavoro!

    Serva di Carlotta- Il Capitano decide e noi lavoriamo!

    Fedele--Pròpi lei a la travajà, ravaninNanca s'a la 'urjsa!

    ( Proprio lei che lavora, Rapanello Neanche se volesse )

    Serva del Capitano- Oh! Dis doncelle travaille comme moi et toutes les autres

    (Ehi, dì un po' Lei lavora come me e come tutte le altre

    Fedele- Sta cita ti: Va a cà tua se et pias nèn

    Vera, chi Pè là eri fond?

  • (Zitta tu! E torna al tuo paese se non ti piace Vera, chi c'è là in fondo?)
  • Vera- Hanno preso due barchette

    Serva di Carlotta- Il capitano rema per la signora Carlotta!

    Ondina- (Si rivolge alla serva di Edoardo bofonchiando e gesticolando come volesse dire qualcosa d'importante)

    Serva di Edoardo- (Cercando di tradurre non senza sforzo)"Quel furbone del Signor Edoardo si fa remare dalla signorina Ottilia" ho capito!

    ho capito benissimo

    Fedele- A la parla? E al pu bèl a I' è che I' atra la capiss

    1 (La muta parla? Ma il bello è che l'altra capisce )

    Serva di Carlotta- Non ci credo che ti ha capitanon è possibile

    (Nasce una piccola disputa tra l'incredulo e il divertito. Fedele taglia corto...

    Fedele- lj'ho mostraij mi a la signorina Ottilia a andà 'n barca .

    Quan che l'era cita la portavo semper an s'ij lagh, ant-i bosch, ant s'ij prà: la podiva nen sta en cà, la piansiva, finchè la portavo fora a l'aria.

    L'era contenta ammà a l'aria aperta. L'è mnija chi ca l'aurà vu (a Ondina) Quante-ani a l'aurà avu?

    (Sono io che ho insegnato alla Signorina Ottilia a remare. Quand'era bambina la portavo sempre sui laghi, nei boschi, per i prati: non poteva stare in casa, piangeva

    Piangeva finchè non la portavo fuori Era contenta solo all'aria aperta. E' venuta qui che aveva (a Ondina) Quanti anni avrà avuto?)

    Vera- Cosa vuoi che ne sappia lei che è muta? Chiedilo a me.

    Fedele- Anlura, quantc-ani l'avrà 'vu?

    (Va bene, quanti anni aveva?)

    Vera- Mah, sarà stataAdolescente?

    Fedele- Ma se l'andava ancor nent anan! L'avrà avu doi ani!

    So mari l'era'na gran amisa ed la padronn-a Carlotta. Quand che so mari l'è morta, la padronn-a l'ha pià la masnà en cà, all'ha elvaja, all'ha

    facia studià, all'ha travajà pròpi acmè la fijs la so fijaT'at visi, Vera?

    (Ma se quasi non camminava ancora da sola Avrà avuto due anni Sua madre era la migliore amica della padrona Carlotta. Così quando la madre della signorina

    Ottilia è morta, la padrona ha preso la bambina con leiL'ha allevata, l'ha fatta studiare, l'ha cresciuta proprio come fosse sua figlia Ti ricordi, Vera?)

    Vera- Cosa vuoi che ne sappia iolo devo lavorare!

    Fedele- A t'ha razòn, travajè, travajè voi, che mi a cont!

    Quand che a-jero ancora viv i vece, a-j auvreivo nen che al Signor Edoardo ij parleisa a la Signora Carlotta perchè lui a l'è nen c'a-i n'eisa

    tantc ad cust chi

    (Hai ragione, hai ragione Lavorate, lavorate voi che io racconto Quando erano ancora vivi i vecchi, i genitori della Signora Carlotta, non volevano che il signor Edoardo

    le facesse la corte, perchè liti non è che avesse molti soldi

    Serva di Edoardo- I soldi non fanno la felicità.

    Fedele- Pérchè t'è giovna

    (Perchè sei giovane )

    Vera- Era bello il signor Edoardo, ah com' era bello.

    Fedele- Ogna minca ent'and al signor Edoardo a l'amniva a trovà la signora Carlotta e es capìss, ij sortivo ansema a fà dal bèli spasigiadi

    (Però ogni tanto il signor Edoardo riusciva lo stesso a venire a trovare la signora Carlotta e, si capisce, andavano insieme a fare delle belle passeggiate

    Serva di Carlotta- (maliziosamente) Te lo dico io che passeggiate facevano

    Fedele- Ma i vece che a-ij aurivo nen ij mandavo semper andrera la signorina Ottilia, pérchè i-j gijsa tutt cul chi fava.

    ( Ma i vecchi, che non vedevano di buon occhio Edoardo, mandavano Ottilia, povera piccolina, a vedere di nascosto tutto quello che facevano i dite

    Serva del Capitano- Comme un chien de garde

    (Come un cane da guardia )

    Ondina- (Cerca di dire la sua, contrariata del commento della francese)

    Vera- Il signor Edoardo non poteva soffrire la bambinetta mocciosa

    Fedele- Ma che mocciosaIn dì al Signor Edoardo al sent bogià, el va da drera'na pianta, al la scròb, Lei l'è 'mnija tuta rossa, con ij occ

    en fora, s'è tacasi crià, crià, crià e i sortiva neri una vos, povra masnà, la criava, la criava, la criava, e i sortiva nen una vosCerto che adess

    s'è facia pròpi una bela signorina. A l'è per so lì che a-ij ho facc butà col quader en t'la sò stansia. En t'la stansia ed la padronn-a a-ij ho facc

    butà l'ater quader: l'annonciasiòn, collà con la figura ed l'angel che a-i và a diji a la madòna che l'ha da avei famija. Pérchè la padronn-a a la

    dis che la vò fa in parco, ma mi voi butaji en testa da fà una masnà! En bambin!

    (Ma che mocciosa Un giorno il signor Edoardo sente muovere dietro un cespuglio, fa un salto e la scopre Lei è diventata tutta rossa, con gli occhi di fuori

    Si è messa a urlareCercava, voleva urlare, ma la voce non usciva Certo che adesso si è fatta proprio una bella signorina, è per questo che ho fatto mettere

    nella sua camera quel quadro Nella stanza della padrona invece ho fatto mettere l'altro quadro: l'annunciazione, quello con la figura dell'angelo che va a dire

    alla Madonna che avrà un bambino Perchè la padrona dice che vuol fare il parco, ma io voglio convincerla a fare un bambino Un bambino!)

    (Le serve issano un grande telo bianco che si apre come un cielo).

     

     

    SCENA QUINTA

    La misurazione del parco

    Serva del Capitano- Et alors? Qu'est-ce que vous faites au lieu de travailler? Vous bavardez tout le temps eh, ici?

    (E allora? Tutte le scuse son buone per non lavorare, vero?)

    Vera- Ma cosa vuole questa?

    Fedele- Oh, ti pù bassa visti che t'è l'ultima rivaja a in si chi. Sbassa la cresta e crija neri tant ch'at fa mal la gola!

    (Ehi, abbassa la cresta Guarda che sei l'ultima arrivata, qui! Non urlare tanto che ti fa male alla gola )

    Serva del Capitano- Vite, vite, dépéchez vous, il y a un travail nouveau a faire. Ce sont les instruments que m'a donnés le Capitaine pour

    mesurer le jardin.

    Voilà!

  • (Via, via, sbrigatevi, c'è un altro lavoro da fare: questi sono gli strumenti che mi ha dato il Capitano per misurare il giardino: ecco!)
  • (La serva del Capitano apre il fascio di canne da misurazione che portava sulle spalle. Le canne si allargano sul pavimento come un Mikado. Tutte sifanno

    intorno, curiose.)

    Fedele- Oh ma mi lo conòss! Coss chi l'è én giogh! Ij giògo semper al padròn e la padronn-a. A bzògna pijà al lègn sensa bogià!

  • (Ah, ma io so cosa serio queste aste E' un gioco! 1 padroni giocano sempre: si deve prendere una canna senza muovere le altre
  • (Giocano impadronendosi di due canne ciascuna)

    Serva del Capitano- Ce n'est pas un jeu qa, c'est un travail!

    (Non è un gioco, questo: è un lavoro!)

    Serva di Carlotta- Non è un gioco: è un lavoro!

    Vera- Di nuovo lavoro!

    Serva del Capitano- Oui, c'est pour mesurer le jardin.

    (Si, servono per misurare il giardino)

    Serva di Carlotta- Questi servono per misurare il giardino?

    Serva del Capitano- CuiOn peut mesurer la largeur, la hauteur, la profondeur du lac.

    (Sì...Cori 7Licstesi può misurare la larghezza, la profondità del lago.)

    Serva di Carlotta- La profondità del lago?

    Vera- A cosa ci serve sapere quanto è profondo il lago? E' meglio sapere quanti pesci ci sono nel lago.

    Serva di Edoardo- Quante trote, quante tinche, anguille, cavedani, gamberi

    Serva del Capitano- Aujourd'hui il y a les instruments nécessaires pour savoir combien de poissons il y a dans le lac!

    (Al giorno d'oggi esistono strumenti per sapere quanti pesci ci sono nel lago!) Serva di CarlottaAh! Oggi esistono gli strumenti per sapere quanti pesci ci sono nel lago! Serva di EdoardoMa allora si può sapere quante mele ci sono in un frutteto! Fedele- ...E quanti castagni i-j sòn an sal pianti!

  • ( E quante castagne ci serio siigli alberi!)
  • Vera- E quanti chicchi in un raccolto.

    Ondina- (Spiega a gesti e fonemi, mentre la serva di Edoardo si sforza di comprendere

    Serva di Edoardo- (traducendo il linguaggio di Ondina) Dipende dal tempoSe il tempo è buonoIl raccolto sarà buono!

    Vera---. Ma se è per il tempo basta chiedere a Fedele

    Fedele- Mi an fid ammà dal me snocc!

    (lo mi fido solo del mio ginocchio)

    Vera- Il suo ginocchio non sbaglia un temporale!

    Serva del Capitano- Quoi? Un genou? Mais tu es une sorcière, alors...

    (Cosa? Un ginocchio Ma allora fu sei una strega ) Serva di Carlotta- Giusto, non sarai mica una strega, tu? Fedele- Oh strija at sarà ti. Masca. Pi mija écl rispet?

    (Oh! Strega sarai fu: più rispetto!)

    Serva del Capitano- Mais aujourd'hui il y a des instruments très précis pour savoir s'il y aura une bonne récolte!

    (Al giorno d'c~ggi esistono strumenti molto precisi anche per sapere se ci sarà un buon raccolto!)

    Serva di Carlotta- Altro che il tuo ginocchio! Oggi esistono degli strumenti ben precisi per sapere se si avrà un buon raccolto(alla serva del

    Capitano) Lascia fare al Capitano che è uno scienziato

    Serva del Capitano- Comme-i;a.

  • (Così )
  • (Le serve cominciano a montare le canne che diventano mano a mano più alte, come delle stadie.)

    Fedele- Cativ, "mediocre"... Serva del Capitano- Bon! Fedele- Bòn? Anche noi a 'guima bòn!

    (Bon? Anche noi diciamo nello stesso modo)

    Vera- Ottimo, eccezionale! Guarda quanto grano abbiamo raccolto quest'anno.

    Fedele- E quanta fruta!

    Serva di Carlotta---. e gustosa

    Vera- Così tanta e così buona non capita tutti gli anni!

    Serva del Capitano- Ce sont les méthodes moderne qu'a appliquées le Capitaine!

    (Sono i metodi moderni del Capitano)

    Serva di Carlotta- Grazie al Capitano e ai suoi moderni metodi di coltura

    Serva di Edoardo- Non delle nostre antiche schiene!

    Serva di Carlotta- E quanta uva

    Serva di Edoardo- Tanta uva non fa vino buono!

    Serva di Carlotta- Tanto a me il vino non piace.

    Fedele- E alora t'è ti che t'è sbagliaja, nen l'astrumènt. L'astrumènt la sbaglia mai!

    (Allora sei tu che sei sbagliata, non lo strumento. Lo strumento neri sbaglia mai!)

    Ondina- ("parla" rivolgendosi alla serva di Edoardo che la traduce con crescente scioltezza)

    Serva di Edoardo- (Traducendo Ondina) E' come per le persone qualcuna ti piace di più, e qualcuna ti piace di meno

    Vera- Sì, sì, proprio veroHa ragione la muta

    Serva di Carlotta- Ma non è scientifico!

    Fedele- A l'ha razòn. Quaidunn-a ét pias da pù e quaidunn-a at pias da meno.

    (Ha proprio ragioneQualcuno ti piace di più e qualcuno ti piace di meno )

    Serva del Capitano- Mais moi J'aimerais bien savoir si l'amour que mon mari a pour moi est aussi fort que le mien pour lui.

    (Io vorrei sapere se l'amore che mio marito ha per me è forte come il mio per lui )

    Serva di Carlotta- Oh, sì! Anch'io, sai, vorrei sapere se il mio fidanzato mi ama almeno quanto lo amo io

    Fedele- E mi aurissa savej se él bèn che él padròn i-j pòrta a la padronn-a a l'è1 medesim ben che la padronn-a a-i pòrta al padron: (A Ondina)

    as pò saveissi?

    (E io vorrei sapere se il bene che il padrone porta alla padrona è il medesimo bene che la padrona porta al padroneSi può sapere?)

    Ondina- (parla alla serva di Edoardo in maniera decisa, l'altra traduce con sicurezza )

    Serva di Edoardo-Basta misurare quanto stanno viciniMa allora il signor Edoardo e la signorina Ottilia che stanno sempre viciniSi

    amano!?

    Serva di Carlotta- Vuoi forse dire che la signora Carlotta si è innamorata del Capitano? Loro lavorano sempre insieme

    Vera-Ma anche io e Fedele lavoriamo sempre insiemeCosa vuol dire ?

    Fedele- As pòr nen amsurassi ij sentimènt daissi. Se no varda avand'andoma a finì.

    (Non si possono misurare i sentimenti, sennò guarda dove andiamo a finire )

    Serva del Capitano- Aujourd'hui il y a des instruments qui peuvent tout mesurer

    (Oggi ci sono strumenti che possono misurare tutto!)

    Serva di Carlotta- Oggi si può misurare tutto.

    Serva di Edoardo- Si è vero, il signor Edoardo per misurare il suo amore, pensate quanto deve essere grande, ha fatto arrivare in segreto

    una cassa di libriMa io li ho visti: sono dei libri rossi, con i titoli incisi in oro: il libro dell'amore folle, il libro del risentimento, il libro della

    malinconia d'autunno, il libro dell'ansia primaverile, il libro del destino infelice, il libro del debito del vento, il libro del mare della passione,

    il libro del cielo del peccato

    (Anche le altre serve prendono a recitare i titoli dei libri fino a farli diventare una nenia. La nenia commenta la costruzione di un padiglione con le canne che puntano sotto il telo sospeso)

    Voce narrante fuori campo- ...Il Capitano era esperto in rilevamenti aveva portato con sé gli attrezzi necessari, e cominciò subito. Il tempo era propizio. Di sera e di mattina lavorava agli schizzi e al tratteggio. In breve furono pronte le copie colorate ed Edoardo vide la sua proprietà emergere nitida dal foglio, come appena creata...

     

     

    SCENA SESTA

    Il capanno di muschio

    (Le serve scompaiono dietro una tenda che loro stesse hanno tirato sul fondo, rimangono soltanto la serva di Carlotta e quella del Capitano.

    Tirano delle tendine a delimitare uno spazio ristretto sotto il padiglione formato dalle canne e dal telone)

    Serva di Carlotta - Ehi! Ehi! Vieni.

    Serva del Capitano- Qu'est-ce qu'il y a?

    (Che c'è?)

    Serva di Carlotta- Vieni ad aiutarmi!

    Serva del Capitano- Non, non! C'est interdifl

    (No, no! E' vietato )

    Serva di Carlotta- Ma vieni, ti dico che si può, io ho avuto il permesso dalla signora Carlotta: bisogna pulire tutto qua perchè si deve preparare

    una festa!

    Serva del Capitano- Une féte, ici? Bon, alors on doit travailler ici!

    (Una festa, qui? Bene, allora dobbiamo preparare!)

    Serva di Carlotta- Ma aspetta un momento, è tutto il giorno che lavoriamo, fermati un attimo!

    Serva del Capitano- Bon. Mais pourquoi on fait une féte?

    (Va bè Ma perchè si fa una festa?)

    Serva di Carlotta- Ma per l'inaugurazione del lago nuovo! Guarda, da qui il parco si vede tutto, sembra un quadro, lo dice sempre la padrona.

    E il lago nuovo? Sembra più grande, un vero lago abbiamo fatto, non quelle quattro pozzanghere. Il signor Edoardo vuole farla là la festa,

    proprio in riva al lago.

    Serva del Capitano- Mais les travaux ne sont pas terminés! Il faut faire encore les digues!

    (Ma i lavori non sono terminati! Bisogna ancora fare gli argim!)

    Serva di Carlotta- Evero c'è ancora molto da fare, ma il signor Edoardo ha messo sotto tuttigli operai perfinirein fretta i lavori, ha chiamato

    anche il mio fidanzato!

    Serva del Capitano- Alors au travail! On doit nettoyer tout, c'est tout sale ici, on doit balayer les insectes, les fourmis, les araignées, les

    sauterellesMais dépéche-toi, tu ne peux pas regarder par la fenétre tout le jour!

    (Alloraallavoro! Dobbiamo pulire, è tutto sporco, qui: dobbiamo cacciare gli insetti Formiche, ragnicavallette Ma datti una mossa, non puoi mica stare tutto ilgiorno

    a guardare fuori dalla finestra!)

    Serva di Carlotta- Ma tu lo sai perchè i padroni vengono fin quassù tutti i giorni?

    La signorina Ottilia si siede qua, dài siediti! E il signor Edoardo si siede proprio qui, di fronte a lei, così!

    (Assumono la posizione di due danzatrici orientali mentre inizia una musica giapponese.

    La serva di Eduardo si avvicina tna rimane nascosta, dietro ad una delle tendine che le altre due hanno appena sistemato, ad origliare)

    Serva di Carlotta- Il signor Edoardo ha viaggiato in tutto il mondo, ha visitato tutti i paesi del mondo. Lui racconta alla signorina Ottilia cose

    che non abbiamo mai sentito, non le ha mai raccontate neanche a sua moglie: un giardino! Racconta di un giardino più grande di questo parco,

    ma senza alberi, nè fiori, nè frutti: solo sassi!

    Serva del Capitano- Quoi? Un jardin sans arbres? Mais ce n'est pas possible!

    (Che? Un giardino senza alberi? Ma non è possibile!)

    Serva di Carlotta- Per la verità qualche albero c'è, ma sono piccoli, piccolissimi, guarda sono piccoli così! (Indica con le mani un'altezza

    di non più di venti centimetri)

    Serva del Capitano- Comme-ga? Mais tu te trompes, il y a des fleurs comme-qapas les arbres!

    (Così? Ma tu ti sbagli, i fiori sono così, non gli alberi!)

    Serva di Carlotta- Ho capito benissimo, ho sentito! Sono degli alberi veri, con i rami, le foglie, i frutti: mele, pere, susine, come le nostre, solo

    che sono più piccole.

    Serva del Capitano- Oh, mais alorslà bassi les arbres sont comme-ga, les maisons sont comme-ga?

    (Certo, certo Laggiù se gli alberi sono così, le case saranno così?)

    (mima ironicamente con le mani un'altezza ancora inferiore a quella che indicava prima la serva di Carlotta)

    Serva di Carlotta- Sì, le case sono piccolissime e... gli abitanti che vivono in quelle case sono ancora più piccoli!

    Serva del Capitano- Et les enfants sont comme-ga, alors! (indica con due dita appena)

    (E i bambini sono così, allora!)

    Serva di Carlotta- (spazientita dell'incredulità della compagna) Sì, i bambini sono piccolissimi e pensa che giocano con delle bambole piccole

    come capocchie di spilli. Era un mondo grandissimo che si è andato via via restringendo fino a diventare sempre più piccolo

    Serva del Capitano- Et moi aussi, j'ai entendu raconter par le Capitaine des choses encore plus intéressantes, il a voyagé lui aussi et il a

    vu, au contraire, un monde énorme, des villes gigantesques; on ne sait pas où commence et où se termine la ville; avec des routes sur lesquelles

    voyagent des voitures qui portent cent, deux-cents personnes et qui roulent très vite.

  • (E anch'io, anch'io ho sentito raccontare dal Capitano cose ancora più interessanti, ha viaggiato tanto anche lui e lui ha visto, al contrario, un mondo enorme, città

    gigantesche che non si sa dove iniziano e dove finiscono, e in queste città viaggiano carrozze velocissime che portano anche cento o duecento persone

  • Serva di Carlotta- E quanti cavalli ci vogliono per quelle carrozze?

    Serva del Capitano- Combien de chevaux?Des milliers de chevaux. Parce que c'est un monde qui grandit, grandit toujours tandis que

    le tien devient toujours plus petit

    (Come quanti caualli? Migliaia di cavalli, perchè quello è un mondo che diventa tanto più grande quanto il tuo diventa più piccolo!) Serva di Carlotta- Guarda che io ti capisco benissimo quando parli... questo si che te lo sei inventato tu! Non fare la furba con me, sai! Serva del Capitano- Non, non, je l'ai entendu dire au Capitaine et je crois au Capitaine!

    (No, no, io l'ho sentito dire dal Capitano, e io al Capitano ci credo!)

    Serva di Carlotta- E allora sai cosa ti dico? Che preferisco quel mondo piccolo, dove anche i bambini possono raccogliere le mele dagli alberi!

    Che te ne fai di un mondo così grande, dove non puoi neppure uscire per strada che i cavalli ti calpestano!

    Serva del Capitano- Non, je préfère le monde le plus grand, avec beaucoup de maisons, beaucoup de voitures, beaucoup de monde!...

    (Io preferisco il mondo più grande con fante case, tante carrozze, tanta gente)

    Serva di Edoardo- (Esce dal suo nascondiglio, dove ha potuto ascoltare tu tti i discorsi delle due) Aha ! Sempre insieme voi due, eh?la serva della

    signora Carlotta e la serva del Capitanoma non sapete che qui è proibito?

    Serva del Capitano- Moi, j'ai la permission du Capitaine de rester ici!

    (lo ho il permesso del Capitano!)

    Serva di Edoardo- Eh? Cosa dice?

    Serva di Carlotta- Dice che noi due abbiamo avuto il permesso di entrare qui, io dalla Padrona e lei dal Capitano!

    Serva di Edoardo- lo ho avutodille che io ho avuto l'ordine dal signor Edoardo per pulire tutto per la festa, qui!

    Serva del Capitano- Oui, mais nous,toutes les deux, nous avons déjà travaillé ici, tu vois: nous avons tout nettoyé!

    (Sarà, ma intanto il lavoro l'abbiamo fatto noi due: guarda, è già tutto pulito )

    Serva di Carlotta- Non lo vedi? E' tutto il pomeriggio che noi lavoriamo qua dentro, abbiamo pulito dappertutto e abbiamo anche appeso

    le tendine nuove!

    Serva di Edoardo- Ah, Brave! Carlotta e il Capitano hanno messo le tendine insieme

    Serva del Capitano- Et toi? Tu restes toujours avec la servante de Ottilia!

    (E tu, allora? Tu sei sempre assieme alla serva di Ottilia!)

    Serva di Carlotta- Già, chissà cos'avrete da dirvi tutto il giorno tu e la muta!

    Serva di Edoardo- lo e la muta lavoriamo! Ondina è qui fuori, abbiamo portato la cristalleria per dar da bere a tutti gli ospiti di questa festa.

    Ondina? Ondinaa!? Ondinaaa!

     

    SCENASETTIMA

    Preparativi per l'inaugurazione del lago nuovo

    Fedele- L'è chi. Al l'ho trovaja. E ti rispond quan ch'at ciamo. T'am fà pià dij spavent...

    (Eccola qua, l'ho trovata! E tu rispondi quando ti chiamo, ci hai fatto prendere uno spavento...

    Ondina- (Cercando di giustificarsi)

    Fedele- Va là che se ét vòri t'at fa senti...

    (Dai! Che se vuoi tifai sentire-)

    Serva di Carlotta- Attente voi due che non hanno ancora messo i parapetti agli argini.

    Fedele- Che fadija amm fina chi . La strà l'è ancora tuta rotta.

    (Che fatica venire fino qui. La strada è ancora tutta rotta)

    Vera- E come faremo a batterla per domani?

    Fedele- Certo che a-j n'è dal travaj, pér acmensalo "un parco" fighiromsi finilo!

    (Certo che ce n'è del lavoro, per incominciarlo "un parco" figuriamoci per finirlo!)

    (Le serve estraggono dalla cassa una gran quantità di bicchieri, li strofinano e li dispongono su una lunga tovaglia, intanto dialogano senza mai smettere di lavorare)

    Serva di Edoardo- E siamo solo all'inizio

    Vera- Tanto siamo noi a sgobbaree sbrigarsi per finire in fretta che devono arrivare gli invitati

    Serva di Carlotta- Meglio, così prendono altri uomini e c'è lavoro per tutti!

    Serva di Edoardo- Molti sono persino venuti da fuori paese

    Serva di Carlotta- Hanno preso anche il mio fidanzato!

    Serva di Edoardo- Anche mio nonno hanno preso !

    Vera- Oh sì! Ho visto che sono arrivati certi bei giovanotti!

    Fedele- A mi col che an piass éd pù a l'è la posission che al padròn a l'ha trovà per fa la ca. Propi in bel pòst!

    (A me quello che piace di più è la posizione che il padrone ha trovato per fare la casa. Proprio un bel posto!)

    Vera- Eh sì, proprio un bel posto, ci toccherà arrancare tutti giorni fino in cima alla collina!

    Serva di Edoardo- Ma lassù si vede tutto il parco dall'alto!

    Vera- E ai muratori che dovranno portare fin là i mattoni non ci pensi?

    Serva di Carlotta- Così la sera saranno troppo stanchi per guardarti!

    Fedele- Entant a lej alla vardo nanca la matin ... La matin al sol al basa la cà dadnan, la seira alla pò basala anchesì da drera...

    (Intanto non la guardano neanche alla mattina. La mattina il sole bacia la casa davanti, e la sera la può baciare anche di dietro Serva del Capitano- Oui, c'est le Capitaine qui a travaillé pour ga.

  • (Sì, è il Capitano che ha lavorato per questo)
  • Serva di Carlotta- Il Capitano avrà scelto anche un bel posto ma la signora Carlotta lo ha aiutato molto... Lavorano bene insieme!

    Serva di Edoardo- E' il signor Edoardo che lavora, è lui che decide!

    Fedele- A l'ha rasòn, a l'è al padròn che al dev trovà al pòst pér fa la ca sadinò al pòrta mal pér tuta la vita.

    (Ha ragione, è il padrone che deve trovare il posto per fare la casa se no porta male per tutta la vita)

    Vera- E' vero, solo il signor Edoardo può decidere dove si deve fare la casa nuova perchè se no possono succedere delle disgrazie!

    Ondina- (Si rivolge, risoluta alla sua "traduttrice" nel suo linguaggio di suoni)

    Serva di Edoardo- Cosa? Non ha deciso il padrone?

    Ondina . ................................

    Serva di Edoardo- Zitte che non sento!

    Fedele- Chi ch'a j'é da senti?

    (Cosa ci sarà da sentire?)

    Ondina . ............................

    Serva di Edoardo- Ho capito, ho capito... non avete capito?

    Fedele- No, a j'omma nen capì, fami grassia dilo ti.

    (No, non abbiamo capito, facci la grazia di dirlo tu)

    Serva di Edoardo- " Ha deciso la signorina Ottilia!

    Vera- Tu hai capito quello che ho capito io...

    Ondina- (insiste) ......................................

    Serva di Edoardo- Ondina ha visto un foglio:"Un foglio grande... un disegno che il signor Edoardo mostrava alla signorina Ottilia...', e lui che cosa le ha chiesto?

    Ondina ..............................................

    Serva di Edoardo- " Dove voleva la casa nuova! " E lei cosa ha risposto?

    Ondina .

    Serva di Edoardo- " La voglio qui la casa nuova . Qui, in cima alla collina!

    Fedele- Adess i sòn i forest ch'ij decido! A j rivo con il Santissimo a dà la benediosiòn!

    (Adesso sono gli estranei che decidono! Arrivano con il Santissimo a dare la benedizione!) Serva del Capitano- C'est vrai. Ce sont les dessins qu'a faits le Capitaine. Moi aussi, je les ai vus dans la chambre du Capitaine!

    ~ (E' vero. Ci sono i disegni che ha fatto il Capitano. Anch'io li ho visti nella stanza del Capitano) Serva di Carlotta- Nella camera? Lei dice di aver visto il progetto nella camera del Capitano. Serva del Capitano- C'est le projet, le projet de la nouvelle partie du jardin et de la nouvelle maison!

  • (E il progetto, il progetto della nuova parte del giardino e della nuova casa)
  • Serva di Carlotta- Quei disegni sono " il progetto". Il progetto della casa nuova e della nuova ala dei parco.

    Vera- Ah, sì, certo: qui sono diventati tutti dottori! Tutte che vedono disegni, progetti: ma lo sapete voi cos'è questo "Progetto"?

    Fedele- Un proget a l'è n'idea, an desideri fòrt che quaidun a l'ha ad fà quaicòs, ammè al padròn: l'auriva la ca an sla culin-a e l'ha facc al

    proget.

    (Un progetto è un'idea, un forte desiderio che qualcuno ha di fare qualcosa, come il padrone: voleva la casa in collina e ha fatto il progetto) Serva di Edoardo- Come il padrone: voleva fare la casa sulla collina e allora ha fatto un progetto... Serva del Capitano- Le Capitaine a fait le projet!

    (11 Capitano ha fatto il progetto)

    Vera- Ma se il progetto è un desiderio

    Fedele - un' idea

    Vera- Tutti abbiamo dei desideri, delle idee

    Serva di Edoardo- Allora tutti possono fare dei progetti, anche noi! Tu che progetti hai?

    Serva di Carlotta- Io vorreiio vorreiviaggiare, si, viaggiare: per andare a vedere se esiste davvero quella città che dice lei, con tutti quei

    cavalli e le carrozze

    Serva del Capitano- Moije voudraisdes robes très élégantes

    (IovorreiVestiti molto eleganti )

    Fedele- E mi a j'hò al progett ad fà la padronn-a tuta la vita.

    (Io ho il progetto di fare la padrona per tutta la vita)

    Vera- Allora se è così che si fanno i progetti... lo ho il progetto di sposarmi!

    Fedele- Campa cavallo ... la speranza è F ultima a morire .

    Ondina . ....................................

    Serva di Edoardo- Lei ha il progetto di parlare!

    Vera- Ma quelli si chiamano miracoli!

    Fedele- A bsògna 'vei dal disponibilità per fà di proget...

    (Bisogna avere delle risorse per fare dei progetti)

    Serva del Capitano- C'est qa: il faut avoir de l'argent pour faire les projets!

    (E proprio così: è necessario avere del denaro per fare dei progetti!)

    Serva di Carlotta- Soldi! Ci vogliono molti soldi!

    Serva di Edoardo- Vero, e noi dove li prendiamo?

    Ondina .

    Serva di Edoardo- Non ci vogliono solo soldi, ma anche uomini, uomini che lavoranoe noi serve? Cosa facciamo noi ? Siamo noi che

    facciamo il progetto?

    Vera- Ah, sì eh? Allora noi siamo il progetto!

    Serva di Edoardo- Sì, noi siamo il progetto!

    Fedele- Al proget l'è facc ad cartaa tè facia ed carta ti? T'è facia ad carn, e d'òssa! (Le fa il solletico e riprendono il lavoro di pulire e disporre

    i bicchieri)

    (11 progetto è fatto di carta Sei fatta di carta tu? Sei fatta di carne ed ossa!) Serva del Capitano- Un projet c'est un projet quand on peut le réaliser.

  • (Un progetto è un progetto quando lo si può realizzare)
  • Serva di Carlotta- "Un progetto è un progetto solo se si può realizzare."

    Serva del Capitano- Nous pouvons seulement espérer des miracles ou. avoir des désirs, comme elle (accenna ad Ondina).

    (Noi possiamo solamente sperare nei miracoli o avere dei desideri, come lei)

    Serva di Carlotta- Noi possiamo soltanto avere dei desideri o sperare nei miracoli, come Ondina.

    Fedele- A l'ha rasòn. Vardè che al proget al padròn a lo fa, ma poi noi a fomma la ca. E a la fin al padròn as seta. E al varda la ca finija. A

    bzògna pudejssi setà per fà di proget...

  • (Ha ragione. Guardate che il padrone fa il progetto, ma siamo poi noi a fare la casa. E alla fine il padrone si siede. E guardala casa finita. Bisogna potersi sedere per fare progetti.)
  • (guardano i bicchieri che hanno finito di disporre in bell'ordine)

    Ondina . ............................................ Serva di Edoardo- Lei sa dov'è il progetto! Vera- Bestemmia! Se ci scoprono?... Noi dobbiamo lavorare... Fedele- Semper parlami d'is proget, a vòj vegh-lo. Valo pià! (Sempre a parlare di questo progetto, voglio vederlo. Vallo a prendere!)

    (le serve incitano Ondina ad andare a prendere il progetto, lei non si fa pregare mentre le altre preparano togliendo tutte le tendine che erano state poste a simulare lo spazio interno al padiglione)

    Vera- Ma... ma cosa fate, dove andate?

    Guarda che io non voglio responsabilità...

    Fedele- Prima al proget e pòi servi la festa. Responsabilità mija.

    (Prima il progetto e poi servite la festa. Responsabilità mia)

    (Ondina dispiega una tenda di pizzo sulla quale appare, proiettata, la planimetria del parco, un disegno settecentesco).

     

    SCENA OTTAVA

    L'interpretazione del progetto

    Fedele- A nù ma smija un tapiss, un acqerello, n'oli?

    (A me sembra un tappeto, un acquarello, un olio?)

    Tutte- Cos'è, un quadro? Un dipinto? Un arazzo senza cornice?...

    Ondina- (spiega) ..................

    Serva di Edoardo- (traducendo) "E' tutta la proprietà vista dall'altor"

    Ondiìia . .................................................

    Serva di Edoardo- "Come la vedono gli uccellini..." Ma è come volare!

    Serva del Capitano- Oh! D'abord elle voulait parler et maintenant elle veut voler.

    (Oh! Prima voleva parlare e adesso vuole volare)

    Serva di Carlotta- Prima voleva parlare e adesso vuole addirittura volare.

    Vera- Prima o poi la muta vorrà sposare il padrone...

    Serva di Edoardo- Cosa sono quei segni chiari?

    Ondina- (ormai si rivolgono a lei come esperta nella lettura del progetto, e lei risponde con competenza).

    Serva di Edoardo- Ah! 1 segni chiari sono le strade... e quelli gialli?

    Ondina . ............................................................

    Serva di Edoardo- "Campi coltivati."

    Fedele- Alora al verd i son ij prà.

    (Allora i verdi sono i prati)

    Serva di Carlotta- E blu è il lago, e poi c'è il fiume ...

    Vera- _E rosse le case , come i tetti !

    Serva del Capitano- Et noir le cimitiére.

    (Nero il cimitero)

    Ondina . .................................................

    Serva di Edoardo- "E' tutto il paese..."

    Fedele- Varda, la gesia, el campanil, cà d'u Gino di Doro, cà mija!

    (Guarda, la chiesa, il campanile, la casa di Gino di Doro, la mia casa!)

    Serva di Carlotta- E dov' è casa mia ? Ma non è così piccola...

    Serva di Edoardo- E io dove sono?

    Ondina . .............................................

    Serva di Edoardo- Non ci sono? Ma come non ci sono?

    Fedele- Ma a j'è ancion lì.

    (Ma non c'è 1Icssuno, lì)

    Serva di Carlotta- E perchè non ci siamo?

    Vera- Ma per forza che non ci siamo! Perchè questo è il progetto del parco finito. E il parco sarà finito tra cento, centocinquant'anni ... chissà

    dove saremo noi?

    Fedele- No fiji. Pér i'essj a-i somma, ammà che a somma sot tera, a 'ngrasà l'erba.

    ~ No raga::::c. Per esserci ci siamo, solo che siamo sotto terra. a ingrassare l'erba)

    Ondina- (risoluta) .....................................................

    Serva di Edoardo- Lei dice che vuole esserci adesso, nel progetto... vado anch'io!

    Serva del Capitano- Elle a raison, moi aussi j'y vais!

    (Ha ragione, voglio andarci anch'io!)

    Serva di Carlotta- Anch'io voglio andarci

    Fedele- Ma uan ch'i van?...

    (Ma dove uanno? )

    Vera---. cara mia, tu hai permesso che prendessero il progetto, adesso siamo in ballo e balliamo...

    (Una per volta le sei serve, passando sotto la tenda su cui è proiettato il progetto del parco, vengono in proscenio, avvicinandosi alla lunga tovaglia dove prima hanno disposto i bicchieri.)

    Fedele- Quan che a j'ero citi giugavo semper a fà dal ca, o dal cabani o di castè.

    lj castè as fan con la sabia.

    Al cabani as fan con al fòj. Al ca as fan con chi ch'a t'ha an ca.

    Per fa ij castè bsògna andà al mar.

    Per fa al cabani l'è mei la montagna.

    Per fa na ca at pòri anchesì sta a ca.

    (Quando ero piccola giocavo sempre a fare delle case, o delle

    capanne o dei castelli.

    I castelli si fanno con la sabbia.

    Le capanne si fanno con le foglie. Le case si fanno con quello che hai

    a casa.

    Per fare i castelli bisogna andare al mare.

    Perfare le capanne è meglio la montagna.

    Per fare una casa si può restare anche a casa).

    (Le serve cominciano a giocare. Il gioco è: costruire il parco con i bicchieri. Un parco di cristallo).

    Voce narrante- I quattro amici amavano riunirsi in salotto dopo cena, l'occasione fortuita, ma sempre gradita per le conversazioni veniva dalle nuove conoscenze tecniche del Capitano. La pratica saggezza della signora Carlotta, l'intuito istintivo di Ottilia e l'estro di Edoardo sapevano trasformare le esposizioni scientifiche del Capitano in metafore capaci di spiegare diversi aspetti dell'arte, della vita, dei sentimenti. In particolare si intrattennero diverse sere intorno ad un concetto della chimica, che il Capitano tentò di spiegare così: quando quattro esseri, appaiati a due a due, lasciano la primitiva unione e si riaccoppiano, l'abbandono e il congiungimento si possono rappresentare con uno schema a croce. In questo prendere e lasciare, fuggire e ricercarsi, si trova del tutto legittimo un termine chimico come "affinità elettive".

     

    SCENA NONA

    I sentinienti dei padroni sono svelati.

    Ondina- (mentre gioca con i bicchieri ne trova uno che pare interessarla particolarmente. Lo guarda con attenzione, poi si rivolge alla sua traduttrice mostrandole lo strano bicchiere).

    Serva di Edoardo- (fingendo di non capire, mentre prende il bicchiere dalle mani di Ondina) Sì, sì è il bicchiere del signor EdoardoMettilo

    via che si rompe

    Ondina .

    Serva di Edoardo- Ma quale regalo e regalo, questa è la festa per l'inaugurazione del lago nuovo

    Serva di Carlotta- (strappando il bicchiere dalle mani della serva di Edoardo) Non fare la tonta, la festa è per il compleanno della signorina Ottilia, e questo è il regalo per lei (leggendo un'incisione sul bicchiere): E ... do ... a ... r ... do, 0 ... ttiAia!

    Serva di Edoardo- (sarcastica) La serva della signora Carlotta sa anche leggere. (Come per giustificarsi) Il signor Edoardo è un gentiluomo e ha voluto preparare un pensiero per il compleanno della signorina Ottilia.

  • Serva del Capitano- Oui, oui, c'est pour qa que monsieur Edoardo a fait les travaux très vite? (Sì,sì Per questo il signor Edoardo ha fatto i lavori molto in fretta?).
  • Serva di Carlotta- Ecco perchè il signor Edoardo ha voluto che i lavori finissero per domani: per regalare tutto alla signorina Ottilia e questa coppa è il simbolo del suo regalo, guardate (passa il bicchiere nelle mani di Vera)...

    Vera- (guarda anche lei il bicchiere, curiosa)... Guarda, è il bicchiere che il signor Edoardo regalerà alla signorina Ottilia per il suo compleanno, è un segreto ... l'ha trovato Ondina ...

  • Fedele- Ma sì. As vegh subit che coschì a l'è un regal d'amor... pòvera padron-a. (Ma sì. Si vede subito che questo è un regalo d'amore povera padrona.)
  • Serva del Capitano- (arriva a lei la coppa e, per togliere tutte dall'imbarazzo delle allusioni di Vera, inizia un gioco con la sua gonna che diventa il lago, il bicchiere la barca.)- Mais non, écoutez! Charlotte n'est pas triste, il y a le Capitaine qui la console. Ils vont tous le jours en bateau sur le lac. (Ma no, ascoltate! Carlotta non è triste, c'è il Capitano che la consola Vanno tutti i giorni in barca sul lago)

  • Fedele- (Sostiene il gioco della serva del Capitano: la coppa diventa il sole) 1 sòn sorti ansema, per andà a vegghi al su ch'al tramonta. (Sono usciti insieme per andare a vedere il sole che tramonta)
  • Vera- Ma sulla barchetta si stà troppo stretti e qualcuno potrebbe vedere, la signora Carlotta vuole tornare a riva... Serva di Carlotta- Per andare a conversare sotto il vecchio colonnato, dove stanno facendo la fontana nuova...

    Fedele- Mi a-j buteria na pianta an sì chi. Un salice piangente.

    (10 pianterei un albero anche qui. Un salice piangente)

    Vera- No, il salice fa tristezza...

    Serva di Edoardo- Mettici una quercia che fa ombra!

    Serva di Carlotta- (si impadronisce della coppa continuando il gioco di simulazione) Guardate... Il signor Eduardo non è mica triste, oggi... Guardate, esce dalla casa nuova con la signorina Ottilia, insieme s'incamminano giù per il sentiero di ciottoli (disegna il percorso sul corpo di Ondina che si schermisce ma alla fine sta al gioco) lui fischietta e lei si mette a correre, sono contenti come due bambini, ma... Ma cosa fanno? Lui la raggiunge e lei... Riprende a passeggiare, però lui le tiene la mano, lei non vuole, allora si siedono all'ombra della quercia grande. Si mettono a giocare a nascondino? La signorina corre giù per la valletta e risale sulla collina di costa (nel gioco indica i seni prosperosi di Ondina sempre più imbarazzata)... Il signor Eduardo allora prende la scorciatoia, l'aspetta qui, dietro il cipresso e quando lei arriva le si para davanti l'abbraccia... E poi, insieme... Giù nella valle grande (indica sul corpo di Ondina una direzione che indigna la serva di Edoardo).

    (La serva di Edoardo strappa Ondina al gioco, le altre sono divertite e commentano maliziosamente lo scherzo.)

     

    SCENA DECIMA

    Il crollo degli argini (Nella confusione si sente un tuono, un lampo annuncia un temporale. Le serve si riparano con le loro gonne che diventano mantelline.)

    Ondina- (annuncia, allarmata ma anche divertita, nel suo linguaggio che ormai anche il pubblico dovrebbe riconoscere, che comincia a piovere.)

  • Fedele- Atension, fiji ch'al piòv. (Attenzione,ragazze che piove)
  • (Le ragazze si danno da fare concitatamente per mettere al riparo bicchieri e masserizie che già avevano disposto per la festa. Si sentono le voci di tutte mentre si lanciano richiami.

    Una musica durante il temporale annuncia l'inizio della festa mentre la serva del signor Edoardo versa scompostamente il vino da una brocca nei bicchieri invitando tutti a bere con esagerato entusiasmo.

    Un altro tuono e le serve urlano spaventate, soltanto la serva del signor Eduardo, forzatamente allegra, alterata, sembra non essersi accorta di nulla).

    Serva di Edoardo- E' solo un temporale, venite da questa parte, di qua verso la capanna di muschio, venite, correte, la festa continua, c'è da bere per tutti. Su venite a brindare! Il signor Edoardo sarà contento, una festa così non si è mai vista. C'è da mangiare per tutti e il vino è di quello buono, ce n'è per tutti. Su venite a brindare! Fedele- (La richiama severamente) Ma chi ch'at fa an sì lì? At vegghi nen che a j'è pù gnente da fa?

  • (Ma che cosa stai facendo lì? Non vedi che non c'è più niente da fare?)
  • (anche le altre serve richiamano con violenza la serva del signor Edoardo.)

    Tutte-Il tuo padrone non si è reso conto di nulla!Dov'era finito?Doveva essere qui quand'era oraE anche tuTu sei come il signor

    Edoardo, non hai più la testaa cosa pensi?

    Serva di Edoardo- Ma dove siete state. Che cosa dite?Cosa state dicendo?Non capisco! (Scaglia istericamente a terra il bicchiere che teneva

    in mano.)

    Serva dei Capitano- La levée de terre!

    (L'argine!) Vera- E' l'argine, capito?... L'argine è crollato! Fedele- La riva l'e drocajà!

    ( La riva è crollata)

    Serva di Edoardo- E' crollato l'argine? L'argine è crollato con tutta quella gente! Ma il signor Edoardo dov'è? I fuochiSta cominciando

    la festa!!

    Serva di Carlotta- (Siavventa contro laserva delsignor Edoardo) E'crollato l'argine! Il mio fidanzato è cadutoin acqua mentre tu eil tuopadrone

    eravate qua a brindare con la signorina Ottilia , nessuno ha fatto niente per salvarlo! E' tutta colpa vostra!

    (Le due serve si accapigliano con violenza mentre le altre cercano di separarle).

    Ondina- (Accorre gesticolando affannosamente. Viene in soccorso della serva del signor Edoardo. Riesce a sedare la rissa)

    Serva di Edoardo- (traduce i suoni concitati di Ondina) Calmestate calme, non è morto nessuno! "Il suo fidanzato si è salvato"

    Ondina- (spiega le circostanze in cui il Capitano si è gettato in acqua al crollo dell'argine e ha salvato il fidanzato della serva di Carlotta)

    Serva di Edoardo- "Il Capitano l'ha salvatoV'

    Vera- (Alla serva di Carlotta) Hai sentito?Il tuo fidanzato è salvo!

    Serva~deI Capitano- C'est le Capitaine qui l'a sauvé.

    (E'il Capitano che l'ha salvato)

    Serva di Carlotta- (Riscuotendosi) Il Capitano l'ha salvatoE' vero?Però se fosse stato per lei e per il signor EdoardoA quest'ora sarebbe

    morto!

    (Cerca nuovamente di avventarsi sulla serva del signor Eduardo ma viene bloccata da Vera)

    Vera- Ma basta!E' stata una disgrazia e nessuno ne ha colpa.

    Fedele- A l'è al destin a l'è tuta colpa dal destin!

    Mi a lo sava che coi quatera anserna i pudivo nen andà anan. Am lo sentiva!

  • (F il destino, è tutta colpa del destino! Io lo sapevo che quei quattro insieme non potevano andare avanti. Me lo sentivo!)
  • (Le serve cominciano a riordinare mestamente la cristalleria.

    Ripongono i bicchieri, mentre dialogano, nella cassa da cui li avevano estratti all'inizio della scena precedente)

    Serva del Capitano- Le Capitaine avait prévù tout qa... les travaux n'étaient pas encore terminés... mais personne ne l'a écouté

    (11 Capitano aveva previsto tutto questo i lavori non erano ancora terminati, ma nessuno l'ha ascoltato)

    Serva di Carlotta- Il Capitano l'aveva detto che i lavori non erano finiti, ma il padrone non ha voluto ascoltarlo

    Serva di Edoardo- Non è soltanto colpa del signor Edoardo, anche il Capitano voleva sbrigarsi e finire i lavori prima di andarsene

    Serva del Capitano- (Molto sorpresa) Quoi, le Capitaine s'en va? Je ne le savais pas!

    (Che cosa? Il Capitano va via? Non lo sapevo!)

    Serva di Edoardo- (Sarcastica) Tuo marito che è il suo valletto non ti ha detto niente?

    Vera- Che se ne vada, il Capitanosempre addosso alla signora Carlottastava rovinando un matrimonio!

    Serva del Capitano- Non, le Capitaine est venu ici pour travailler. S'il y a quelqu'un qui doit s'en aller d'ici c'est la dernoiselle, Ottilia.

    (No, Il Capitano è venuto qui per lavorare. Se c'è qualcuno che se ne deve andare da qui questa è la signorina, Ottilia)

    Serva di Carlotta- Fvero! Il Capitano non ha fatto altro che lavorare. Fla signorina Ottilia che ha portato lo scompiglio in casa, la signora

    Carlotta dovrà rendersene conto.

    Ondina- (Prendendo le difese della signorina Ottilia).

    Serva di Edoardo- "La signorina resta, è il Capitano che sta partendo"

    Ondina .

    Serva di Edoardo- " Con il signor Edoardo: partono per la guerra"

    Partono per la guerra? Quale guerra, Ondina?

    Fedele- La guera! A j'è semper una gueraquan che ij padròn i san pu nen che fa i parto e i van an guera. E noi a stomma chi. A trava*jà.

    (La guerra! C'è sempre una guerra quando i padroni non sanno più che cosa fare partono e vanno in guerra. E noi stiamo qui. A lavorare)

    Serva di Edoardo- Ma allora anch'io devo partire, anch'io devo andare in guerra con il padrone

    Vera- Dove vuoi andare, tu? Tu sei una donna e quando gli uomini partono e vanno in guerra le donne stanno a casa ad aspettare.

    Serva di Edoardo- E cosa facciamo? Cosa facciamo, qui?

    Fedele- Oh tiTi t'ha pù pòch da fa. Al tò padròn a l'è partì, ancor grassia che at teno chi.

    (Oh tuTu non hai più niente da fare, qui. Il tuo padrone è partito, dovrai ringraziare se ti terranno ancora qui).

    Serva di Edoardo- Ma io sono la serva del padrone, questa èla sua casa, dovrà pur ritornarepiuttosto manderanno via la serva del Capitano:

    non si capisce niente di quello che dice

    Serva di Carlotta- Non è vero che non si capisce, è Ondina che non si capisce quando parlamanderanno via lei!

    Serva di Edoardo- No, io la capisco!

    Serva di Carlotta- E allora manderanno via tutte due.

    Serva di Edoardo- Manderanno via tutte!

    Fedele- Ma a j'hei pròpi vòja ad parlà! Chi al l'ha dicc che dovij andà vija. Eh? Chi al l'ha dicc? Sensa òmmi an si chi, i son al doni ch'i devo

    travajà.

  • (Ma avete proprio voglia di parlare! Chi ha detto che dovete andare via. Eh? Chi l'ha detto? Senza gli uomini qui, sono le donne che devono lavorare)
  • (i bicchieri sono stati tutti riposti, anche la tovaglia, tutta bagnata, tiene strizzata e ripiegata mentre calano le luci fino quasi a morire.)

    Fedele - Dés mminuti d'aria: bejvì se aorij bejvi, fumà se aorij fumà, ma dés minuti e pòi es travaja torna. Dès minuti, ma nèn ed pù.

  • (Dieci mina ti d'aria: bevete se volete bere, fama tese volete fu mare, ma dieci minuti e poi si torna a lavorare. Dieci minuti, ma non di più.)
  • (buio.) Fine del primo atto.

     

    ATTO II

    Archivio Storico:- ex Dipartimento di Musica e Spettacolo - Universita' di Bologna