Archivio Storico:- ex Dipartimento di Musica e Spettacolo - Universita' di Bologna
4. Gli sviluppi istituzionali dopo "il
cambiamento"
Nel 1990, alla ventiquattresima
edizione dell'annuale festival di Testour, il governo ha
compiuto un decisivo passo in avanti verso la de-nazionalizzazione
del ma'luf. Su iniziativa del Ministero della Cultura, il
festival ha cessato la sua funzione di concorso nazionale
tra formazioni amatoriali regionali, e i finanziamenti,
precedentemente stanziati per i premi e per i compensi
dei giurati, sono stati utilizzati per ingaggiare gruppi
di professionisti o altri ensemble specializzati. Il
Ministero della Cultura aveva in precedenza sostenuto un
programma di scambio che consentiva la partecipazione di
gruppi stranieri; anche questo è stato soppresso, e il
comitato locale del festival è stato invece incoraggiato
a cercare degli sponsor privati. Di conseguenza, gran
parte dei gruppi ospitati venivano adesso da Tunisi e
molti non avevano particolare attinenza con il ma'luf.
Privati del principale obiettivo dei loro sforzi e, in
numerosi casi, del maggior incentivo per il loro impegno
nella pratica del ma'luf, molti gruppi regionali
amatoriali hanno ovviamente abbandonato del tutto questo
repertorio, concentrandosi invece su quello più
redditizio dei canti da danza da eseguire nelle feste
nuziali.
Il CMAM è la sede dell'Archivio sonoro nazionale; esso ospita mostre e promuove la ricerca su vari aspetti della musica tunisina, in particolare su quelli relativi alla vita e all'opera di d'Erlanger; realizza registrazioni del ma'luf e di altri repertori tradizionali in collaborazione con il Ministero della Cultura e organizza concerti pubblici incentrati soprattutto sul ma'luf e sulla produzione dei più importanti membri del Rashidiyya di ieri e di oggi. Nel 1988, la premiata violinista Amina Srarfi, figlia dell'eminente compositore e primo violino del Rashidiyya Kaddur Srarfi (morto nel 1977), ha istituito il primo conservatorio privato a Tunisi. Da allora, in città e nei sobborghi sono sorti numerosi altri istituti di questo tipo. Essi offrono lo stesso curriculum di base, con il ma'luf come materia fondamentale, dei conservatori statali, e in molti casi, impiegano gli stessi insegnanti del conservatorio nazionale, sebbene ciascuno di loro abbia caratteri, importanza, metodi di insegnamento e specializzazioni suoi propri. In parallelo con questo movimento si sono sviluppati i club di musica privati - informali riunioni musicali, spesso connesse con i conservatori privati. I club tendono a specializzarsi in particolari tipi di repertorio e molti di essi sovvenzionano un gruppo professionista. Il club più prestigioso di ma'luf è quello di Tahar Gharsa, autorevole personalità di questo genere, suonatore di 'ud 'arbi e direttore di coro del Rashidiyya, il quale, insieme con suo figlio Zied, dirige un conservatorio privato. Nel 1992, dopo diversi anni turbolenti segnati dalla crisi della leadership e da controversie finanziarie, l'ensemble del Rashidiyya ha acquisito una nuova guida e un nuovo status professionale. Il Ministero della Cultura, con il pretesto di innalzare il livello qualitativo del gruppo nazionale del ma'luf, ha stanziato fondi sufficienti per ingaggiare Abdulhamid Belalgia, leader in pensione del gruppo radiofonico, come direttore del Rashiddiyya, e Tahar Gharsa come direttore del coro. I precedenti suonatori, quasi tutti professori e studenti del conservatorio, sono stati sostituiti da musicisti professionisti della Radio, trasformando di fatto il Rashidiyya in una sezione specializzata dell'ensemble radiofonico. In virtù della storia e della reputazione unica del suo ensemble e degli intensi rapporti con le successive generazioni delle figure mitiche della musica tunisina, il prestigio del Rashidiyya rimane intatto. Ad ogni modo, mentre Gharsa e Belalgia sono delle autorità indiscusse, la maggioranza dei suonatori di oggi non ha delle specifiche relazioni o attitudini verso il ma'luf. Nato come associazione di amatori e professionisti, uniti dalla dedizione alla conservazione e promozione della musica tradizionale tunisina, il Rashidiyya, per gran parte dei suonatori che vi operano, costituisce attualmente solo il luogo per una attività lavorativa come un'altra, e il ma'luf nient'altro che uno dei tanti repertori. |