Archivio Storico:- ex Dipartimento di Musica e Spettacolo - Universita' di Bologna
Le informazioni raccolte nel corso della mia ricerca permettono di delineare una mappa del background dei repertori musicali del gruppo e confermano l'ipotesi di un processo di trasformazione regolato dalla dinamica tradizione/modernità: gli stili di base (houari e hamada), pur presentando una certa varietà nei testi dei canti, mantenengono nella metrica, nella linea melodica e nei modelli ritmici una sostanziale unità. Questi due stili, e il relativo repertorio di canti, sarebbero migrati dalla regione dell'Hamada del Dr`aa, dove la tradizione è tutt'ora viva, verso nord, dapprima verso Taroudant e in seguito verso Marrakech, seguendo le direttrici dei processi di sedentarizzazione e di inurbamento, conformemente all'organizzazione dello spazio nell'economia del Marocco moderno (Beguin 1973). Gli stili houari e hamada, influenzati dal canto beduino arabo-berbero e dalla musica dell'Africa nera sahariana e sub-sahariana, sembrano aver esaurito le loro possibilità creative con il mutare delle condizioni socio-economiche e si prestano oggi soltanto alla composizione per variazione, mentre la composizione per invenzione di temi nuovi si basa sulle strutture della canzone popolare moderna (cha`abi), sviluppatasi soprattutto in ambiente cittadino. I diversi stili sono caratterizzati da modalità esecutive e caratteristiche musicali diverse. Quando eseguono il repertorio houari e hamada le donne siedono a terra in circolo, a gambe incrociate (posizione detta ghelsa), come ancora avviene durante le pause di lavoro, nei campi o al telaio. Le musiciste invitano i presenti alla danza con il suono delle percussioni e con il canto; talvolta una di loro si alza in piedi per partecipare alla danza. I brani eseguiti in stile houari sono basati su una scala pentatonica anemitonica che non oltrepassa l'estensione di ottava e presentano tutti la divisione in due parti: dakhla e kherja. La prima parte, dakhla ("ingresso"), è in ritmo di 7/8, accentato sui movimenti dispari. Due cori espongono il tema in forma responsoriale: il primo coro intona l' oughna ("canto"), il secondo coro l' `azima ("risposta"). La seconda parte, kherja ("uscita"), è in ritmo di 5/4: i due cori sottolineano le immagini fondamentali del testo esposto in precedenza e terminano in crescendo con il mizan ("bilancia", misura ritmica), sostenuto da vocalizzi a hochetus in contrappunto ritmico con il crescendo finale delle percussioni. L'Harka li Jeya (Il drappello che arriva) (Dakhla) (wav file: 207 kb) a - Nel drappello di cavalieri che arriva ci sono i vostri figli(Kherja) (wav file: 169 kb) a - Ecco il vassoio, bevi il tè1. Nobili (Chorfa) del lignaggio Almoravide e appellativo della donna che ha compiuto il pellegrinaggio (spesso metaforico, vedi nota 3) ai Luoghi Santi dell'Islam. 2. I "Maestri degli stati estatici". 3. Membro della tribù dei Banou Hilal, giunti in Marocco dall'Egitto nell'XI secolo (invasione dell'Hilal). Lo stile hamada, così chiamato dal nome della sua regione d'origine, l'Hamada del Dr`aa, presenta caratteristiche simili: struttura responsoriale del canto, emissione sforzata della voce, scala pentatonica, ritmo basato sulla sovrapposizione di cellule ritmiche binarie e ternarie. Tutti i brani terminano con un crescendo ritmico-dinamico, l'esplosione finale del ferda (letteralmente "armi da fuoco"), un'immagine della fantasia dei cavalieri arabi. Ammalya (Che mi succede?) (Hamada) (wav file: 113 kb) a - Che mi succede?(Ferda) (wav file: 196 kb) Al repertorio più tradizionale appartiene anche il brano Arfoud, influenzato dall' ahouach dei berberi tacheleht di Imin Tanout. Arfoud (Andiamo) (wav file: 230 kb) a - Venite, andiamo Lo stile più "moderno" (genericamente definito cha`abi, cioè popolare), conseguenza dell'urbanizzazione e delle mutate strutture produttive, dà maggior risalto alla voce solista, che presenta abbellimenti vocalici basati su scale di tipo arabo, con intervalli anche inferiori al semitono. La figura della donna-musicista assume qui un ruolo di primo piano, grazie alla posizione in piedi (ouqfa), che permette di esibirsi nella danza e di "spettacolarizzare" il corpo femminile. Il repertorio in posizione ouqfa comprende anche stili tipici delle cheikhat, come l' `aita ("chiamata"). Ayly Ayly ( Che succede?) (`Aita) (wav file: 186 kb) a - Che succede? Che vuole da me il mio amore? La composizione dei testi utilizzati nei diversi stili risente l'influsso di forme di metrica classica, in particolare delle rouba`ayat (quartine) che danno il nome allo stile popolare, tipicamente femminile, chiamato `aroubi (metatesi dialettale del termine rouba`ayat, El Fassi 1967), esemplificato nel brano seguente.
Khelliouni Menni Lih (Lasciatemi sola con lui) (`Aroubi) a - Lasciatemi sola con lui Dopo la prima quartina, che introduce la forma metrica e la linea melodica e il cui primo verso dà il titolo all'intera canzone, il testo può presentare delle variazioni notevoli da un'esecuzione all'altra, variazioni dovute all'improvvisazione estemporanea adattata alle circostanze. In pratica metro, ritmo, tema e melodia fungono da cliché, da matrice generativa, sulla quale si basa l'improvvisazione, cioè la variazione estemporanea delle esecutrici. La maggior parte dei testi delle canzoni delle B'net Houariyat sono delle composizioni "modulari" assemblate a mo' di patchwork, dei "canovacci" adattati dalle interpreti alla circostanza e all'ispirazione momentanea. Tra i temi più utilizzati nei canti, come si è visto negli esempi riportati sopra, troviamo immagini della vita religiosa popolare e della visita ai marabout (vedi il canto Ammalya) e, com'è da attendersi in un repertorio di canti epitalamici, l'esaltazione dell'amore (vedi il canto L'Harka li Jeya), l'elogio della bellezza, o ancora immagini della seduzione. E' inoltre tipico il panegirico dedicato agli ospiti e alla loro famiglia. A volte viene espressa in modo diretto la protesta contro la repressione indotta dal falso perbenismo, dalla maldicenza e dai giudizi stereotipati. Del repertorio più recente, in stile cha`abi, fanno parte la canzone dedicata alla nazionale di calcio marocchina, in occasione della "Coupe du Monde 1998", Kas El-`Alam (la Coppa del Mondo) e infine la presa di posizione sui fenomeni di fanatismo della musica giovanile, attraverso un brano dedicato al personaggio di Bob Marley. Kas El-`Alam (La Coppa del Mondo) (Cha`abi) a - La corona del cuoreBob Marley (Cha`abi) a - Non ti vergogni1. Luoghi di Marrakech dove si trovano i santuari di due grandi marabout. 2. Allusione alla moda giovanile di sfrangiare e strappare i jeans, per avere un look da Rasta giamaicano. |