Archivio Storico:- ex Dipartimento di Musica e Spettacolo - Universita' di Bologna Note 2a

NOTE a "Oltre l'autore":

 

(1) L. Delluc, "Notes pour moi", in Le Film, n. 99 (1918), ora in Ecrits cinématographiques, vol. II, Cinéma et Cié (Paris: Cinémathèque Français, 1986), p. 60.

(2) Cfr. N. Heinrich, Du peintre à l'artiste (Paris: Editions de Minuit, 1993), cit. in F. Jost, "La mano e l'occhio", in questo numero, p. 45

(3) Cfr. P. Sorlin, "Il cineasta, l'attore, l'autore", in questo numero, p. 75

(4) Si vedano di Marcel Pagnol, "Le film parlant offre à l'écrivain des ressources nouvelles", in Le Journal (17 maggio 1930), "Cinématurgie de Paris", in Cahiers du film, n. 1 (1930) ,e "Cinématurgie de Paris, chapitre II: le théatre en conserve", in Cahiers du film, n. 2 (1934), di René Clair "Les auteurs de film n'ont pas besoin de vous", in Pour Vous, n. 85 (1930), e "Le sens du cinéma: à propos des théories de Marcel Pagnol", in Candide (22 febbraio 1930).

(5) Diversi saggi presenti in questo numero pongono giustamente l'accento sul contributo "autoriale" dell'attore: ad esempio quelli di Jost (la performance dell'attore come traccia "autografica") di Sorlin (l'attore come responsabile di scelte anche decisive concernenti la mise en scène e l'articolazione del racconto) e di Chion (l'attore come autore della colonna sonora).

(6) Si veda a questo proposito - e in generale - il libro di Michel Chion Le cinéma et ses métiers (Paris: Bordas, 1990).

(7) Cfr. Th. W. Adorno, Einleitung in die Musiksoziologie. Zwölf theoritische Vorlesungen (Frankfurt am Main: Surkamp Verlag, 1962) tr. it. Introduzione alla sociologia della musica (Torino: Einaudi, 1971), pp. 128-145. In realtà Adorno riconosce che una grande partitura sinfonica "richiede per guidarla anche una coscienza unitaria che sia in grado di raggiungere spiritualmente l'integrazione per poi realizzarla o almeno controllarla" (Ibid., pp. 131-132), ma mette in luce le contraddizioni che stanno dietro all'immagine e ai ruoli attribuiti dalla nostra cultura al direttore d'orchestra, descritto come un membro della "casta dei padroni e del caposcuderia del circo che schiocca la frusta" (Ibid., p. 130). Inutile osservare come questa definizione richiami lo stereotipo cinematografico hollywoodiano del regista Fürer, domatore d'attori, e i suoi attributi più tipici: stivali di cuoio, pantaloni da cavallerizzo e frustino.

(8) Cfr. M. Chion, "L'auteur du son du film, c'est le film", in questo numero, p. 61

(9) Si veda a questo proposito un interessante articolo del 1927 di Alberto Cavalcanti, in cui il cineasta sostiene che il sistema di produzione europeo costringe il regista a sobbarcarsi incombenze che non gli competono (come la ricerca dei finanziamenti, l'elaborazione della sceneggiatura o la messa a punto delle scenografie), ed esorta i suoi colleghi ad essere meno réalisteurs e più metteurs en scène. Cfr. A. Cavalcanti, "Le metteur en scène", in Filmliga, n. 2 (1927), tr. it. in F. Bono, A. Boschi, E. Reirer (a cura di), La Filmliga olandese (1927-1933). Avanguardia, critica, organizzazione del cinema (Bologna: Dipartimento di Musica e Spettacolo, 1991), pp. 58-59.

(10) Cit. in R. Clair, Cinéma d'hier, cinéma d'aujourd'hui (Paris: Gallimard, 1970), pp. 161-162.

(11) J. Epstein, "Londre parlant", in Cinéa Ciné pour tous (15 dicembre 1929), ora in Ecrits sur le cinéma, vol. I (Paris: Seghers, 1975), p. 203.

(12) Cfr. A. Costa, "François, Eric, Claude, Jean-Luc, Jacques e - les auteurs'", in questo numero, p. 91

(13) Questa deformazione non va certo imputata ai critici dei Cahiers, uno dei cui meriti principali e senz'altro quello di avere saputo apprezzare il "cinema di parola" di registi come Mankiewicz, Pagnol o Guitry.

(14) J. Nearemore, "Authorship and Cultural Politics", in Film Quarterly, n. 44 (1990), p. 20.

(15) J. Mukarovskj, Il significato dell'estetica (Torino: Einaudi, 1973), p. 445.

(16) Ibid., p. 452.

(17) R. Barthes, "La mort de l'auteur", in Mantéia, n. 5 (1968), ora in Le bruissement de la langue (Paris: Seuil, 1984), tr. it. "La morte dell'autore", in Il brusio della lingua (Torino: Einaudi, ... ), p. 51. La considerazione è supportata, fra gli altri, anche da Ernst Kris, per il quale "a partire dal XVI secolo nuove forme compaiono nelle biografie degli artisti, che sono ora diventati membri della grande società degli spiriti dotati e dei creatori, dividendo con essi gli affascinanti e pericolosi attributi del genio. Questi può fare a meno dei divini favori. L'ispirazione, concepita in origine come un soffio di vita divina, non è più sacra, esprime soltanto l'intima voce dell'artista. [...] in un'antica similitudine l'amore dell'artista per la sua opera è descritto come un'autentica parentela: l'opera d'arte è considerata figlia dell'artista. Alcune facezie utilizzano questa similitudine per stabilire un parallelo fra creazione sessuale e creazione artistica, anticipando forse, in parte, la teoria della sublimazione", E. Kris, ... , tr. it. Ricerche psicanalitiche sull'arte (Torino: Einaudi, 1967), pp. 73-74. Curioso notare come quest'ultima fantasia ritorni in culture molto distanti, quale, per esempio quella araba, dove "l'invenzione (ikhtirâ') è assimilata ad un'operazione erotica: il poeta è uno stallone (fahl); egli apre una strada, una via; in una parola, deflora l'idea", A. Kilito, L'auteur et ses doubles (Paris: Seuil, 1988), tr. it. L'autore e i suoi doppi (Torino: Einaudi, 198 ), p. 24.

(18) M. Foucault, "Qu'est-ce qu'un auteur?", in Bullettin de la société Française de Philosophie, LXIII, n. 3 (1969), ora in Dits et écrits. 1954-1988, vol. I, 1954-1969 (Paris: Gallimard, 1994), tr. it. "Che cos'è un autore?", in Scritti letterari (Milano: Feltrinelli, 1984), p. 9.

(19) M. Foucault, L'ordre du discours (Paris: Gallimard, 1971), tr. it. L'ordine del discorso (Torino: Einaudi, 1972), pp. 22-23.

(20) Cfr. U. Eco, I limiti dell'interpretazione (Milano: Bompiani, 1990).

(21) R. Barthes, Le plaisir du texte (Paris: Seuil, 1973), tr. it. Il piacere del testo (Torino: Einaudi, 1975), pp. 26-27.

(22) P. Zumthor, Langue, texte, enigme ( ... ), tr. it. Lingua, testo, enigma (Genova: Il Melangolo, 1991), p. 139.

(23) M. Schapiro, ... , tr. it. Lo stile (Roma: Donzelli, 1995), p. 19.


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