Archivio Storico:- ex Dipartimento di Musica e Spettacolo - Universita' di Bologna Note 1b

NOTE a "Metamorfosi colorate":

 

(1) A. Bazin, "Il mito del cinema totale" [1946], in Che cosa è il cinema. (Milano: Garzanti, 1986), tr. A. Aprà, pp. 13-14.

(2) Il brano di Gor'kij è riportato in appendice a J. Leyda, Kino: A History of the Russian and Soviet Film (London; Allen R Unwin, 1960), pp. 407-409.

(3) Si veda la sezione dedicata all'introduzione del colore nell'industria hollywoodiana in D. Bordwell, J. Staiger, K. Thompson, The Classical Hollywood Cinema: Film Style and Mode of Production (New York: Columbia University Press, 1985).

(4) L. Frank Baum, Il meraviglioso mago di Oz (Milano: Mondadori, 1986), tr, M, D'Amico, pp. 11-12. Questa edizione comprende le coloratissime illustrazioni fuori testo dell'edizione originale del 1900, ma riproduce in bianco e nero i disegni a margine del testo (n.d.t.).

(5) Per una collocazione di Baum in rapporto alla nuova cultura commerciale, si veda W. Leach, Land of Desire: Merchants, Power and the Rise of a New American Culture (New York: Pantheon Books, 1993), p. 59. Per una discussione delle teorie di Baum relative alla decorazione di vetrine, si veda S. Culver, "What Manikins Want: The Wonderfal Wizard of Oz and The Art of Decorating Dry Goods Windows", Representations, n. 21 (Winter 1988), pp. 97-116.

(6) Cit. in Leach, Op. cit., p. 45.

(7) L'editoriale di Godkin viene discusso in P. Marzio, The Democratic Art: Pictures for a Nineteenth Century America (Boston: David. R. Godine, 1979), pp. 1-2.

(8) La citazione di Prang è riportata in N. Harris, "Color and Media, Some Comparisons", in Cultural Excursions: Marketing Appetites and Cultural Tastes in Modern America (Chicago: University of Chicago Press, 1990), pp. 320-321. Cfr. anche Marzio, Op. cit., pp. 94-106.

(9) Cit. in Marzio, Op. cit., p. 105.

(10) Un compendio di questo dibattito si trova in Harris, Op. cit., p. 320.

(11) Un'ottima analisi dell'attitudine della Columbian Exposition nei confronti della cultura americana è contenuta in A. Trachtenberg, The Incorporation of America: Culture and Society in the Gilded Age (New York: Hill & Wang, 1982), pp. 208-234.

(12) Un ampio panorama storico del fumetto americano, corredato da un'eccellente selezione di ristampe, è fornito da B. Blackbeard e M. Williams (a cura di), The Smithsonian Collection of Newspaper Comics (Washington e New York: Smithsonian Institution Press e Harry N. Abrams, 1977).

(13) Cit. in S. Kanfer, "From the Yellow Kid to Yellow Journalism", Civilization: The Magazine of the Library of Congress, val. 2, n. 3 (May-June 1995), p. 34. Come osserva Kanfer, il personaggio dello Yellow Kid comparve per la prima volta sul giornale di Pulitzer World. Subito dopo, il giornale concorrente, il Journal di Hearst, cominciò a manovrare per assicurarsi la collaborazione di Outcault. L'espressione "yellow journalism" venne usata per la prima volta nel corso della battaglia fra questi due titani editoriali per la pubblicazione delle strisce del Kid.

(14) Una buona ricostruzione storica dei pulp magazines, corredata dalle riproduzioni a colori di diverse copertine, è rappresentata da L. Server, Danger is My Business: An Illustrated History of the Fabulous Pulp Magazines, 1896-1953 (San Francisco: Chronicle Books, 1993).

(15) T. C. McLuan, Dream Tracks: The Railway and the American lndian, 1890-1930 (New York: Harry N. Abrams, 1985), pp. 39-40.

(16) Cit. in McLuan, Op. cit., p. 40.

(17) R. Marchand, Advertising tbc American Dream: Making Way for Modernity, 1920- 1940 (Berkeley: University of California Press, 1985), p. 122.

(18) Cit. in Leach, Op. cit., p. 77.

(19) Si vedano le pubblicità di questi film riprodotte in E. Bowser, a cura di, Biograph Bulletins 1908-1912 (New York: Farrar, Straus and Giroux, 1973), pp. 27, 17, 20, 39.


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