Archivio Storico:- ex Dipartimento di Musica e Spettacolo - Universita' di Bologna
ALMA MATER STUDIORUM - UNIVERSITÀ DI BOLOGNA
DIPARTIMENTO DI MUSICA E SPETTACOLO
LABORATORI
TEATRALI
a.a.
2002 - 2003
Il laboratorio si prefigge di fornire le informazioni necessarie alla conoscenza del teatro d'animazione, partendo dalla sua storia e con particolare attenzione alle diverse e straordinarie tradizioni che si sono sviluppate nel nostro Paese, fino alla evoluzione di queste ultime e al loro inserimento nel tessuto sociale e storico.Inoltre, il laboratorio prevede lanalisi del linguaggio e della struttura drammaturgica dei testi, al fine di elaborare scritture per questo genere di spettacolo.
Conoscere la danza vuol dire sapersi muovere, saper creare e saper osservare: il laboratorio si propone di stimolare le capacità di analisi, osservazione e invenzione del movimento, analizzando, attraverso il ricorso a metodologie di lavoro tanto pratichequanto teoriche, alcuni degli elementi che sono alla base di questa nuova disciplina educativa. In ciascuna delle lezioni, articolate attorno allindagine di uno degli elementi di base della danza educativa (tema di movimento), si mirerà a dar forma ad invenzioni danzate, che verranno poi analizzate per evidenziarne il processo di selezione, ricerca, assemblaggio, attivato da ciascun gruppo o soggetto.
Le molteplici proposte della nuova drammaturgia pongono allosservatore più attento problematiche diverse da quelle tradizionalmente pertinenti al ruolo interpretativo dellattore e alla sua formazione. Il laboratorio si propone di mettere in rapporto modelli ricavabili dalla sociologia, dalla psicologia e da altre scienze umanecon le odierne strutture ed esigenze rappresentative. Una prospettiva interdisciplinare ampiamente giustificata e motivata da molti autori e che, come ipotesi applicativa, ha tuttora necessità di verifiche costanti, metodologicamente osservabili e criticabili.
La vita è sogno di Calderón de la Barca è una folgorante allegoria della crisi della coscienza moderna e della deriva del reale, che ha attraversato lintera scena occidentale fino ai giorni nostri. Da Grillparzer a Hofmannsthal, da Strindberg a Pasolini, generazioni di drammaturghi hanno interrogato questo ingegnoso emblema del teatro secentesco. Attraverso il dedalo delle riscritture, delle riletture e degli spettacoli, il laboratorio propone ai partecipanti uninchiesta intorno ai misteri di questa impenetrabile sfinge del teatro del siglo de oro, tesa, oltre che a far luce sui segreti della drammaturgia barocca, a reinventare in un gioco di traduzioni e citazioni, imitazioni e remake cinematografici, tra cronaca e storia, retorica e psicanalisi ladamantino mito calderóniano.
A partire dallesperienza teatrale con Giuliano Scabia e dal lavoro sulla particolare concentrazione necessaria allattore durante lesecuzione di una precisa serie di movimenti, Gianfranco Anzini propone ai partecipanti una ricerca sulle Baccanti di Euripide e sul coro inteso come "corpo di ballo e di canto".. Una laboratorio dunque dedicato allanalisi teatrale delle problematiche aperte dal coro greco e alla resa di parti del testo tramite sequenze corporee eseguite individualmente, come pure allacquisizione di precise competenze tecniche attraverso esercizi di armonizzazione del movimento, del respiro e dellemissione della voce tratti anche dalle pratiche tradizionali cinesi.
Non un laboratorio sul "metodo" Stanislavskij: piuttosto unindagine pedagogica, sulla scorta di tutto un sapere teatrale derivato dal teatro di tradizione, esistito prima e sopravvissuto dopo Stanislavskij; le possibilità di azione scenica oltre i parametri dellazione fisica, oggi considerata spesso quasi un assoluto scenico. Il lavoro e le esercitazioni pratiche vogliono evidenziare invece gli esiti estetici che anche il semplice uso "teatrale" della voce e del corpo possono suscitare nello spettatore. Proprio dal significato e dalle implicazioni pragmaticamente sceniche di quel "teatrale" può scaturire infatti la consapevolezza scenica di un attore comunque possibile.
La trasposizione in chiave teatrale di uno dei romanzi culto della fantascienza, The body snatchers di Jack Finney, che ha avuto tanta fortuna al cinema, con ben tre versioni filmiche; e insieme anche una verifica della tenuta scenica di un racconto apparentemente "impossibile" per il teatro. Partendo così dalle suggestioni filmiche e letterarie, il lavoro prevede lelaborazione di un copione con relativa messa in scena, sulla base di tre momenti specifici della comunicazione teatrale: dialogo, scenografia (verbale e materiale) e corpo dellattore, in uno scambio costante tra reale e immaginario.
Il laboratorio si propone di fornire ai partecipanti cenni teorici e pratici sulle strutture operative degli uffici stampa, indicandone gli scopi e gli obiettivi, sia per quanto attiene gli enti pubblici che quelli privati. Saranno individuati i rapporti da tenere con gli organi diinformazione locali, nazionali e internazionali, con le riviste specializzate, con le radio e le televisioni, attraverso un esercizio pratico che prevede simulazioni di lavoro in situazioni diverse e con prodotti differenti da pubblicizzare appartenenti al settore della cultura teatrale. Particolare cura sarà posta alla scrittura dei comunicati stampa e alle regole giornalistiche di base che, pur nella diversità dei documenti, sottendono alla fase compositiva.
Il laboratorio intende affrontare il tema della promozione delle attività di spettacolo legata alle funzioni degli uffici stampa. Partendo dalla stesura dei comunicati, lo studio si estenderà dallorganizzazione delle azioni pubblicitarie riferite agli eventi, allutilizzo di internet, dalla posta elettronica alla vendita on-line dei biglietti. Particolare attenzione sarà altresì dedicata allo studio dellaudience del teatro in rapporto alle diverse tipologie di pubblico e di genere spettacolare (prosa, musica, danza ecc.). Saranno anche prese in esame le metodologie dindagine, quantitative e qualitative, utilizzate per analizzare la domanda reale e la domanda inespressa.
Karl Valentin, una delle personalità più suggestive del teatro espressionista tedesco, capace di pervadere la sua opera di una comicità anarchica come di un cupo pessimismo, è la figura chiave del laboratorio condotto da Vladimira Cantoni; e Tingeltangel lopera di Valentin attorno a cui ruoterà il lavoro di improvvisazione e ricerca dei partecipanti. L'avvicinamento al testo, la scrittura drammatica, la creazione, l'uso della voce a teatro, il corpo: una guida sensibile attraverso le proprie capacità e caratteristiche personali, riconvertite con estro e rigore in un percorso di apprendimento teatrale orientato alla scena, per unidea di regia come costruzione materiale e critica dello spettacolo.
Il corso ha per principale oggetto le competenze necessarie - di base e specialistiche - per la conduzione del lavoro di gruppo nella dimensione del laboratorio o del percorso di animazione teatrale; per impostare la relazione col destinatario bambino o adulto; per affrontare le caratteristiche del possibile contesto lavorativo (educativo, artistico, socioculturale, terapeutico, ecc.) comprese le prospettive occupazionali aperte dalle nuove tecnologie e strumenti di comunicazione e informazione. " Chi fa cosa, con chi, perché, come, quando e dove?" saranno, pertanto, gli interrogativi prioritari a cui si cercherà di dare risposta tra storia e prospettive, tra teoria e pratiche, tra analisi di progetti e di esperienze sul campo.
Il laboratorio prevede lanalisi e lo studio del teatro danimazione dagli anni Cinquanta del XX secolo, con particolare attenzione alle nuove drammaturgie per il teatro, per la televisione (pupazzi) e per il cinema (animatroni e C.G.I.), in Italia e soprattutto allestero. Durante il laboratorio, verrà osservata e analizzata con speciale interesse la poetica contemporanea delloggetto animato.
Lanalisi delloggetto "teatro" attraverso due componenti materiali: la luce e la scenografia. Il laboratorio intende osservare da vicino, "mettere in luce" - appunto - due degli aspetti più significativi delloperare teatrale. Un osservatorio pratico sulle tecniche e i segreti del palcoscenico, con esempi, simulazioni e produzione di modelli operativi. La luce come elemento non solo decorativo ma effettivamente poetico; la creazione scenografica come pratica artistica: questi saranno i temi e i nodi centrali per un laboratorio che vuole coniugare lacquisizione di saperi professionali ad uno slancio creativo.
Se il discorso amoroso - come diceva Roland Barthes - è oggi di unestrema solitudine, è vero forse che uno dei luoghi dove questo discorso può essere compreso, accolto, abbracciato, è il teatro. Frammenti di un discorso amoroso è un incoraggiamento, un "correre qua e là" tra i segni che compongono i contorni delle figure dellinnamorato e strutturano lopera di Barthes. Il procedere per passi e frammenti, insieme ai riferimenti forniti dai richiami letterari, filosofici, musicali contenuti nellopera, concede la possibilità anche a chi partecipa di porsi come"soggetto amoroso". Un in-vito amorevole come "messa in vita" in forma teatrale del proprio racconto damore.
Il laboratorio si propone di offrire agli studenti un metodo organico di lettura dello spettacolo teatrale e una serie di strumenti analitici che permettano di indagarne i molteplici aspetti: lorganizzazione drammaturgica, le linee poetiche, la tradizione personale dellartista. Ciò avverrà sulla base di un lavoro comune, corredato da esempi (materiali video e audio selezionati dal docente) e dalla visione collettiva di spettacoli, la cui lettura sarà prima elaborata singolarmente dai partecipanti, quindi discussa in aula. Un modo organico per imparare ad osservare lo spettacolo dal punto di vista del "professionista dello sguardo".
Lopera di Bertolt Brecht, quando è immersa nella sostanza ludica e affascinante della creazione laboratoriale, acquista una sorta di implicita tensione alla mobilità formale, che coinvolge i partecipanti in un lavoro di voce, di corpo e di movimento. Lopera da tre soldi sarà il filo rosso di questa avventura, il fattore drammaturgico intorno al quale si concentrerà loperazione di riscrittura, elaborando così una lettura scenica che trasferirà il testo dalla pagina scritta allo spazio teatrale. Gli studenti lavoreranno anche a una parziale riscrittura delle canzoni contenute nel testo di Brecht, alla ricerca di una drammaturgia "totale" che coniughi sapientemente la parola scritta allazione drammatica e musicale.
Partendo dalla condizione drammatica che tradizionalmente precede lo spettacolo, il laboratorio si concretizza nel lavoro di regia preparatorio sul testo drammatico. La bancarotta ovvero Pantalone mercante fallito è lopera di Carlo Goldoni su cui saranno condotte le diverse fasi del lavoro: interpretazione, prove di recitazione (ritmo scenico, metrica) e improvvisazioni fisiche singole e in gruppo intorno alla caratterizzazione dei personaggi. Unindagine minuziosa e approfondita, al confine fra analisi storico-critica e intensità espressiva, sulle possibilità drammatiche e sui livelli di "materialità" del testo in vista di una messa in scena.
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