10/11 CINEMA
1-2 dicembre 2010 • Cinema Lumière
GRANDI ATTORI TEATRALI NEL CINEMA MUTO ITALIANO
Film superstiti e ritrovati
Rassegna cinematografica a cura di Michele Canosa, Davide Gherardi, Gerardo Guccini
in collaborazione con Cineteca di Bologna
MERCOLEDÌ 1 dicembre, ore 17.30
IL FAUNO (Italia/1916) di Febo Mari (70’)
Il Fauno rappresenta uno straordinario e quasi isolato esempio di cine-poema a carattere simbolista, racchiuso in una poesia del regista ed attore principale Febo Mari: “L’amore primo è il Mito della Favola. Ha, dalla faccia all’anca, forme umane ha infisso sulla fronte un segno dell’amore dell’offesa. Ha nome ‘Fauno’. Poggia il peso del tronco sugli stinchi di capra e sugli zoccoli forcuti. Fu generato dall’amore di Fede e formato dal pollice dell’Arte”.(d.g.)
Copia proveniente da Museo Nazionale del Cinema
ATTILA (Italia/1918) di Febo Mari (53’)
1918. La figura del barbaro teutonico che cala sull’Italia, distruggendo ogni cosa, aleggia nell’aria. L’Italia è in piena guerra. L’esercito Austro-Ungarico avanza verso Parigi. Febo Mari vuole realizzare un poderoso affresco storico sul leggendario re degli Unni che sia militante, ossia interventista. Si documenta a lungo sulle fonti (come Griffith o Dreyer). Infine, elabora l’immagine di Attila in chiave di superuomo pagano, dando rilievo al lato psicologico. Il risultato è un film ambizioso e visionario, accolto con grande entusiasmo in sala. (d.g.)
Accompagnamento al piano di Marco Dalpane
Copia proveniente da Cineteca del Comune di Bologna
Introduce Davide Gherardi
Ingresso libero per gli studenti universitari muniti di libretto
GIOVEDÌ 2 dicembre, ore 18.00
PADRE (Italia/1912) di Gino Zaccaria, Dante Testa, Giovanni Pastrone e Segundo de Chomón (20’)
Già dall’estate del 1912 compaiono sparsamente sulle riviste le notizie della scrittura di Ermete Zacconi – tra i maggiori attori di teatro del periodo – per la realizzazione di Padre. La critica accoglie il film come un capolavoro, concordando sulla “naturalezza” della mimica “efficace ed espressiva” di Zacconi, e sulla vivida impressione suscitata nel pubblico dalle spettacolari scene dell’incendio finale, realizzate con inimitabile perizia dal mago degli effetti speciali Segundo de Chomón.
Copia proveniente da Museo Nazionale del Cinema
CENERE (Italia/1916) di Febo Mari (35’)
Sceneggiatura tratta dall’omonimo romanzo di Grazia Deledda per un film sospeso tra cruda descrizione degli ambienti, ricordo e simbolo. Unica e folgorante apparizione sullo schermo della “divina” Eleonora Duse, che rompe così un lungo periodo di volontario ritiro dalle scene. La sofisticata rivista “L’Arte Muta” dei fratelli Scarfoglio saluterà Cenere come la vittoria di una “battaglia, decennale oramai, sempre ingaggiata e mai decisa, che deve alla giovane e sprezzata figura di rappresentazione [cinematografica] dar diritto di nazionalità, in Terra d’Arte”.
Copia proveniente da Cineteca del Friuli
AMLETO (Italia/1917) di Eleuterio Rodolfi (60’)
Un film captato nella sperimentazione dell’interprete principale, Ruggero Ruggeri, ondeggiante tra vecchie e nuove modalità recitative. Ruggeri impone la massa frenante della tradizione scenica al dinamismo cinematografico: sensazione ricercata, insistita, di torsione lenta. La lentezza recitativa, il carattere confidenziale e bizzarro dei primi piani – con quelle parole dette a fior di labbra, con la magistrale morte in scena del finale – sembrano voler mesmerizzare lo spettatore. Sul film la critica specializzata si spaccherà in due: chi ne saluta l’“audacia” e la “temerarietà” e chi ne lamenta il carattere “troppo teatrale”. (d.g.)
Copia proveniente da Cineteca del Comune di Bologna
Accompagnamento al piano di Marco Dalpane
Introduce Gerardo Guccini
Ingresso libero per gli studenti universitari muniti di libretto
IL FAUNO (Italia/1916) di Febo Mari (70’)
Il Fauno rappresenta uno straordinario e quasi isolato esempio di cine-poema a carattere simbolista, racchiuso in una poesia del regista ed attore principale Febo Mari: “L’amore primo è il Mito della Favola. Ha, dalla faccia all’anca, forme umane ha infisso sulla fronte un segno dell’amore dell’offesa. Ha nome ‘Fauno’. Poggia il peso del tronco sugli stinchi di capra e sugli zoccoli forcuti. Fu generato dall’amore di Fede e formato dal pollice dell’Arte”.(d.g.)
Copia proveniente da Museo Nazionale del Cinema
ATTILA (Italia/1918) di Febo Mari (53’)
1918. La figura del barbaro teutonico che cala sull’Italia, distruggendo ogni cosa, aleggia nell’aria. L’Italia è in piena guerra. L’esercito Austro-Ungarico avanza verso Parigi. Febo Mari vuole realizzare un poderoso affresco storico sul leggendario re degli Unni che sia militante, ossia interventista. Si documenta a lungo sulle fonti (come Griffith o Dreyer). Infine, elabora l’immagine di Attila in chiave di superuomo pagano, dando rilievo al lato psicologico. Il risultato è un film ambizioso e visionario, accolto con grande entusiasmo in sala. (d.g.)
Accompagnamento al piano di Marco Dalpane
Copia proveniente da Cineteca del Comune di Bologna
Introduce Davide Gherardi
Ingresso libero per gli studenti universitari muniti di libretto
GIOVEDÌ 2 dicembre, ore 18.00
PADRE (Italia/1912) di Gino Zaccaria, Dante Testa, Giovanni Pastrone e Segundo de Chomón (20’)
Già dall’estate del 1912 compaiono sparsamente sulle riviste le notizie della scrittura di Ermete Zacconi – tra i maggiori attori di teatro del periodo – per la realizzazione di Padre. La critica accoglie il film come un capolavoro, concordando sulla “naturalezza” della mimica “efficace ed espressiva” di Zacconi, e sulla vivida impressione suscitata nel pubblico dalle spettacolari scene dell’incendio finale, realizzate con inimitabile perizia dal mago degli effetti speciali Segundo de Chomón.
Copia proveniente da Museo Nazionale del Cinema
CENERE (Italia/1916) di Febo Mari (35’)
Sceneggiatura tratta dall’omonimo romanzo di Grazia Deledda per un film sospeso tra cruda descrizione degli ambienti, ricordo e simbolo. Unica e folgorante apparizione sullo schermo della “divina” Eleonora Duse, che rompe così un lungo periodo di volontario ritiro dalle scene. La sofisticata rivista “L’Arte Muta” dei fratelli Scarfoglio saluterà Cenere come la vittoria di una “battaglia, decennale oramai, sempre ingaggiata e mai decisa, che deve alla giovane e sprezzata figura di rappresentazione [cinematografica] dar diritto di nazionalità, in Terra d’Arte”.
Copia proveniente da Cineteca del Friuli
AMLETO (Italia/1917) di Eleuterio Rodolfi (60’)
Un film captato nella sperimentazione dell’interprete principale, Ruggero Ruggeri, ondeggiante tra vecchie e nuove modalità recitative. Ruggeri impone la massa frenante della tradizione scenica al dinamismo cinematografico: sensazione ricercata, insistita, di torsione lenta. La lentezza recitativa, il carattere confidenziale e bizzarro dei primi piani – con quelle parole dette a fior di labbra, con la magistrale morte in scena del finale – sembrano voler mesmerizzare lo spettatore. Sul film la critica specializzata si spaccherà in due: chi ne saluta l’“audacia” e la “temerarietà” e chi ne lamenta il carattere “troppo teatrale”. (d.g.)
Copia proveniente da Cineteca del Comune di Bologna
Accompagnamento al piano di Marco Dalpane
Introduce Gerardo Guccini
Ingresso libero per gli studenti universitari muniti di libretto
Gli studenti DAMS che seguiranno nel complesso le iniziative contrassegnate dalla dicitura “Inter/Sezioni cinema/teatro” avranno diritto a 6 CFU (Crediti Formativi Universitari) come “laboratorio”. In tal caso la frequenza è obbligatoria.
CIMES
Centro di Musica e Spettacolo
Laboratori DMS
via Azzo Gardino 65/a
40122 - Bologna
tel. +39 051 20 92 410-11
fax. +39 051 20 92 417