martedì 29 aprile, ore 21 Laboratori DMS - Auditorium (via Azzo Gardini 65a) ingresso libero - posti limitati John Bull Fantasia K 5 Henry Purcell «Remember not, Lord, our offences» John Bull Fantasia K 15 Henry Purcell Funeral sentences «Man that is born of a woman» «In the midst of life we are in death» «Thou knowest, Lord, the secrets of our hearts» Voluntary in Re minore «Lord, how long wilt thou be angry» *****
CORO DA CAMERA DEL COLLEGIUM MUSICUM ALMAE MATRIS.
Nasce nel 1953 e viene organizzato in forma stabile nel 1961 dal
compianto professor Giuseppe Vecchi (1912-2007). All’inizio comportava
un coro e una sezione strumentale denominata “Antiqua Musica Italica”,
composta da musicisti che riscoprono l’uso degli strumenti antichi.
Negli anni diventa una realtà sempre più significativa nell’ambiente
universitario. In più di cinquant’anni d’attività, che hanno visto la
partecipazione di moltissimi studenti italiani e stranieri, il
Collegium musicum è progressivamente cresciuto; oggi le diverse
formazioni corali e orchestrali coinvolgono circa duecento
partecipanti. Il Coro da camera, fondato nel 1988 con l’obiettivo di
eseguire brani musicali che non si prestano all’esecuzione da parte di
un organico ampio come quello del coro universitario, è formato da una
ventina di coristi selezionati mediante apposita audizione. Si dedica
principalmente alla musica del Rinascimento e del ’900. Accanto ai
monumenti della musica corale, come il Requiem
a sei di Tomás Luis de Victoria, tiene in repertorio brani di autori
bolognesi come Andrea Rota, Giovan Paolo Colonna, Giacomo Antonio
Perti. Per quanto riguarda il Novecento, il Coro ha eseguito di recente
i due cicli di mottetti di Francis Poulenc, la cantata In the Beginning di Aaron Copland e la Messa
di Igor Stravinskij, quest'ultima sotto la direzione di Zoltán Peskó.
Negli ultimi anni il Coro da camera ha effettuato diverse tournées
nell’àmbito di scambi con i cori universitari di Berlino, Bergen,
Palermo e con il coro del Gonville & Caius College di Cambridge. Ha
inoltre partecipato a un master class con i King’s Singers. Dalla fondazione il Coro da camera del Collegium musicum è diretto da David Winton.
ENRICO LOMBARDI. Ha iniziato privatamente lo studio del pianoforte e dell'organo. Ha poi frequentato i corsi triennali di Organo e Organo nella liturgia all'Accademia organistica del Liceo “Perticari” di Senigallia, sotto la guida di Federica Iannella. Attualmente frequenta il corso di laurea in DAMS/Musica nella nostra Facoltà di Lettere e Filosofia, e studia Composizione nel Conservatorio “G. B. Martini”. Partecipa alle attività del Collegium musicum come accompagnatore e corista, ed è membro del consiglio direttivo dell'Associazione che lo anima. È inoltre membro del comitato organizzativo del Festival organistico internazionale “Città di Senigallia”. |
Gloriose polifonie del Seicento Coro da camera del Collegium musicum Almae Matris Enrico Lombardi organo David Winton direttore Tra il 1676 e il 1695 Henry Purcell (1659-1695) compose circa 70 anthems.
Il termine, in uso già nel medioevo, è sinonimo di ‘antifona’, ma dai
primi del ’600 designa genericamente mottetti in lingua inglese, su
testi tratti perlopiù da libri religiosi riformati, in particolare dal Prayer Book. Nei cinque anthems
che ascolteremo stasera, la musica asseconda la struttura prosastica
dei versetti e presta particolare attenzione alla resa patetica del
dettato. Mediante uno stile declamatorio accorato e un sapiente uso di
dissonanze Remember not, Lord, our offences e Lord, how long wilt thou be angry
suscitano nell’ascoltatore affetti flebili e contriti, che riflettono
il timore con cui l’uomo si rivolge a Dio chiedendo perdono e
misericordia. I tre anthems tratti dalle letture funebri (Man that is born of a woman, In the midst of life we are in death e Thou knowest, Lord, the secrets of our hearts) ebbero una vicenda compositiva piuttosto complessa: stilati nel 1674, vennero rielaborati da Purcell nel 1678; Thou knowest, Lord
fu musicato addirittura una terza volta, per i funerali della regina
Maria II celebrati a Westminster il 5 marzo 1695. Stasera ascolteremo
le tre Funeral Sentences nella revisione del 1678. Quanto alla produzione organistica, sono attribuiti con certezza a Purcell cinque Voluntaries, esemplari d’un genere squisitamente inglese, a carattere improvvisativo, diffuso dalla metà del ’500 e usato di solito per concludere un service. Simile al Voluntary per il suo carattere imitativo è la Fantasia, forma ampiamente praticata dal più anziano John Bull (1563-1628), musicista inglese noto soprattutto per le sue composizioni per virginale. Dopo essere stato per molti anni al servizio della corte d’Inghilterra, a partire dal 1613 Bull trascorse gli ultimi anni in esilio, in terra di Fiandra, con tutta probabilità a causa della sua fede cattolica. Sebbene le Fantasie in programma stasera (K 5 e K 15) gli siano comunemente ascritte, gravano tuttora dei dubbi sulla loro attribuzione. La Messa a quattro voci da cappella di Claudio Monteverdi (1567-1643) apparve nella raccolta postuma Messa a quattro voci et Salmi curata dall’editore Alessandro Vincenti (Venezia 1650). Il tipografo presentò queste composizioni del compianto maestro di cappella di S. Marco come «sacre reliquie» offerte al pubblico per «sodisfare alla comun divotione». La dicitura a cappella da un lato indica la modalità d’esecuzione della messa (a sole voci, senza strumenti), dall’altro implica una modalità di scrittura scabra e severa che rimanda allo stile “osservato”, di ascendenza palestriniana. La messa è costruita su un materiale motivico limitato, ma i processi di elaborazione e variazione – soprattutto ritmica – cui Monteverdi lo sottopone permettono di sfruttarne appieno le potenzialità espressive. La raccolta dei Fiori musicali, pubblicata a Venezia nel 1635 e dedicata al cardinal Antonio Barberini, è uno dei lavori più organici e sistematici di Girolamo Frescobaldi (1583-1643). Consta di tre messe per organo (tra esse la Messa della Domenica, di cui stasera ascolteremo tre brani): i singoli pezzi, che vanno intercalati al canto monodico o polifonico dell’ordinarium missae (Kyrie, Gloria, Credo, Sanctus e Agnus Dei), vengono eseguiti in corrispondenza di determinate sezioni del proprium missae, mentre il ministro procede sottovoce nella celebrazione del rito. Tali composizioni, che non derivano dal canto piano, assumono le forme strumentali tipiche della toccata, della canzone, del ricercare e del capriccio. La Toccata avanti la messa, che “sostituisce” l’introito, ha funzione di preambolo-introduzione. La Canzon dopo la Pístola, posta in corrispondenza del graduale, è concepita come una variazione sul tema iniziale e sul suo ritmo. Il Recercar dopo il Credo, eseguito durante l’offertorio, nella sua solida architettura presenta un contegno sonoro consono allo stylus ecclesiasticus. Valeria Casali coordinamento e redazione ingresso libero - posti limitati info: tel. 051 2092413; soffitta.muspe@unibo.it |