martedì 22 aprile, ore 21 Aula absidale (via de' Chiari 25a) ingresso libero - posti limitati Olivier Messiaen (1908-1992) Visions de l’Amen Amen de la Création Amen des étoiles, de la planète à l’anneau Amen de l’agonie de Jésus Amen du désir Amen des anges, des saints, du chant des oiseaux Amen du jugement Amen de la consommation Maurice Ravel (1875-1937) La Valse Darius Milhaud (1892-1974) Scaramouche, op. 165b Vif Modéré Brasileira Daniel Adni.
Studia pianoforte e composizione a Haifāh, città in cui dà, dodicenne,
il primo recital. A diciassett’anni si diploma al Conservatoire di
Parigi (premier prix), a
diciannove debutta a Londra: Otto Klemperer lo invita ad aprire la
stagione della Philarmonia Orchestra al Royal Festival Hall. Da allora
si è esibito con le maggiori orchestre britanniche e ha registrato
numerosi programmi per la BBC. La sua carriera ha toccato Austria,
Germania, Italia, Olanda, Israele, Singapore, Hong Kong, Giappone,
Australia e Nuova Zelanda. Recensioni entusiastiche hanno festeggiato i
concerti dati con l’orchestra della Radio di Berlino diretta da
Lawrence Foster, con l’orchestra sinfonica di Gerusalemme diretta da
Sergiu Comissiona e con le orchestre filarmoniche di Tokyo e Hong Kong.
Sir Georg Solti, Lorin Maazel e Zubin Mehta l’hanno invitato ad
esibirsi con le orchestre di Chicago e di Cleveland e con la
Filarmonica d’Israele. Negli Stati Uniti, dove ha ottenuto il premio
“Phillip M. Faucett” per giovani interpreti, ha dato concerti e master classes
in diverse università e centri musicali. Appassionato esecutore di
musica da camera, ha registrato più di venti dischi per EMI, con un
repertorio che spazia da Chopin a Gershwin. Ha avuto la nomination per il Grammy Award (miglior registrazione solistica strumentale) con i Country Gardens di Percy Grainger.
Nicolas Le Roy. Studia pianoforte a Lille, indi al Conservatoire supérieur de Musique di Ginevra, dove ottiene il diploma di pianoforte solista e accompagnatore. Si perfeziona con Pascal Rogé e Jean-François Antonioli. Appassionato del teatro d’opera, concorre a numerosi allestimenti come maestro di canto, in particolare al Grand Théâtre di Ginevra. È pianista ufficiale in concorsi internazionali quali il CIEM di Ginevra (canto) e il “Tibor Varga” di Martigny (violino). Come solista, predilige la musica di Olivier Messiaen, di cui interpreta spesso in pubblico i Vingt regards sur l’Enfant-Jésus. Si esibisce in duo con Elena Ivanova e Daniel Adni. Collabora col trombonista Michel Becquet, col sassofonista Pierre-Stéphane Meugé e col flautista Jacques Zoon. Nelle Hautes Écoles de Musique di Ginevra e Losanna è accompagnatore nei corsi di musica strumentale. |
Cori celesti e ballabili terrestri Daniel Adni pianoforte Nicolas Le Roy pianoforte Il
duo pianistico può presentarsi nella veste per pianoforte solo “a
quattro mani”, oppure, come nel programma di stasera, nell’esecuzione
per due pianoforti. La principale differenza tra i due organici sta nel
fatto che l’unione di due pianoforti offre al compositore potenzialità
sonore tendenzialmente “orchestrali”. Questo risultato è raggiunto nelle Visions de l’Amen (1943) di Olivier Messiaen. Il ciclo, dedicato alla pianista Yvonne Loriod, volge lo sguardo verso la ricerca coloristica di Liszt, Skrjabin e Ravel, alla ricerca d’una rinnovata estetica del “poema” pianistico. La composizione, ispirata alle Paroles de Dieu del teologo Ernest Hello, è suddivisa in sette movimenti, ognuno dei quali interpreta un differente significato della parola amen. L’opera ha inizio con la musica mundana dell’Amen della Creazione e dell’Amen delle stelle, del pianeta con l’anello, ove dal crepuscolare sorgere del mondo veniamo proiettati nella danza dei corpi celesti. Il terzo movimento (Amen dell’agonia di Gesù) interpreta l’amen come accettazione della volontà divina nel supremo sacrificio del Figlio, mente l’Amen del desiderio rappresenta il doppio volto della speranza contemplativa e della brama appassionata. Nell’Amen degli angeli, dei santi, del canto degli uccelli le creature alate esprimono il proprio amen di ringraziamento per il dono della vita. Infine l’Amen del giudizio e l’Amen della consumazione ci confrontano con i due possibili explicit della vita: da un lato l’amen della dannazione, freddo e dissonante, dall’altro l’amen della Gloria divina, in cui ritorna il motivo caratterizzante dell’Amen della Creazione. In quest’opera Messiaen assegna ai pianoforti due distinte funzioni: all’uno la dimensione armonico-ritmica, al secondo quella melodica, cui il compositore affida l’espressione dell’emozione e della potenza. Dagli echi celesti di Messiaen alla danza terrena di Ravel. Con La Valse, composta tra il 1919 e il 1920 in tre versioni (per orchestra, per uno e per due pianoforti), il compositore francese offre un omaggio alla tradizione leggendaria del valzer viennese, non senza gettare uno sguardo sulle infervorate danze dei dervisci. Nelle parole dello stesso compositore, La Valse è un ‘poema coreografico’: gli fu commissionato da Sergej Djagilev, che però lo respinse in quanto ritenuto inadatto ai Ballets russes: l’impresario rimproverò alle pagine di Ravel d’essere non già un balletto, bensì «pittura» e «ritratto d’un balletto». Ravel, nel descrivere l’opera, aveva immaginato di collocarla in un palazzo imperiale di metà ’800, avvolto nelle nuvole: la sala da ballo si anima man mano, il crescente fervore viene scandito dall’accensione dei candelabri, fino a completa illuminazione della sala. Il brano si presenta come una serie ininterrotta di valzer, in un continuo crescendo di tensione. L’ultima opera in programma è la suite Scaramouche, per due pianoforti, composta nel 1937 da Darius Milhaud, membro del Gruppo dei Sei. Il primo e il terzo movimento traggono la materia musicale dalla rielaborazione di temi delle musiche di scena composte per Le Medecin volant. Il brano reca anche chiare risonanze dei contatti di Milhaud con la musica latino-americana. Nel 1917-18 Milhaud era stato segretario del poeta Paul Claudel, ambasciatore francese in Brasile: ebbe così modo di compiere molti viaggi che arricchirono e influenzarono il suo stile musicale. È in particolare l’ultimo, esplosivo movimento della suite (Brasileira) a rievocare ritmi sudamericani, sapientemente miscelati col jazz. Samuel Manzoni coordinamento e redazione ingresso libero - posti limitati info: tel. 051 2092413; soffitta.muspe@unibo.it |