Archivio Storico:- ex Dipartimento di Musica e Spettacolo - Universita' di Bologna Dipartimento di Musica e Spettacolo - La Soffitta 2008     

in collaborazione con Cineteca del Comune di Bologna 
5-6 maggio, Cinema Lumière
Il documentario narrativo contemporaneo:
una finestra sul Salinadocfest
a cura di Giovanna Taviani



I FILM

Aderlass
1981, 16mm (S 8 blow up), 11’

Erotique
1982, Super 8, 1’ 40’’

Liebesfilm
1982, 16mm (S 8 blow up), 8’

Urlaubsfilm
1983, 16mm (S 8 blow up), 9’

Freeze Frame
1983, 16mm (S 8 blow up), 9’

Miniaturen - viele Berliner Künstler in Hoisdorf
1983, Super 8, 15’

Motion Picture (La Sortie des Ouvriers de l´Usine Lumière à Lyon)
1984, 16mm, 3’

Manufraktur, 1985
35mm, 2’

Kelimba
1986, 16mm (S 8 blow up), 10’

Shot-Countershot
1987, 16mm (S 8 blow up), 22’’

Tabula rasa
1987/89, 16mm (S 8 blow up), 17’

Parallel Space: Inter-View
1992, 16mm, 18’

Happy-End
1996, 35mm (S 8 blow up), 10’

L’Arrivée
1997/98, 35mm CinemaScope, 2’

Outer Space
1999, 35mm CinemaScope, 9’

Get Ready
(Viennale ‘99-Trailer), 1999, 35mm
CinemaScope, 1’

Dream Work
2001, 35mm CinemaScope, 11’

Instructions for a Light and Sound Machine
2005, 35mm CinemaScope, 17’

5-6 maggio, Cinema Lumière

Breve trattato sulle immagini mobili: il cinema di Peter Tscherkassky

a cura di Rinaldo Censi
con la collaborazione di Luisa Ceretto (Cineteca di Bologna)


Peter Tscherkassky - viennese, cinquant’anni, acuto critico e studioso del mezzo cinematografico - è una delle figure più originali del cinema sperimentale contemporaneo. Un cineasta che persegue da anni una sua ricerca al tempo stesso artigianale e concettuale, capace di unire il lavoro sulla materialità della pellicola con un’indagine sui limiti della soggettività, della memoria e della percezione umana, e sull’ontologia stessa dell’immagine filmica.
La sua carriera somiglia a qualcosa di mobile, in perenne evoluzione. Come segnala pure Alexander Horwath, potremmo suddividere la sua filmografia in almeno tre periodi: il primo ci mostra il cineasta studiare e sperimentare i meccanismi della macchina da presa, con un piglio documentaristico che non disdegna una dimensione autobiografica (Liebesfilm - 1982, e Urlaubsfilm - 1983). Il secondo lo coglie immerso in un’analisi serrata del regime dello sguardo, colto nella sua dimensione psicanalitica (Tabula rasa - 1987-89). Un’accurata analisi del dispositivo cinematografico cui Hollywood non è estranea (Shot-countershot - 1987): analisi e insieme lezione di sguardo, in una dialettica tra spettatore e immagine schermica. La terza fase è quella che vede Tscherkassky alle prese con materiale ritrovato e rielaborato: metri di pellicola già filmata, found footage. Questa fase definisce la sua “Trilogia in CinemaScope” (L’Arrivée - 1997-98, Outer Space - 1999, Dream Work - 2001). L’ultimo film realizzato è ancora in CinemaScope (Instructions for a Light and Sound Machine - 2005).
L’opera di Peter Tscherkassky - proposta in questa rassegna con un numero di film più che esaustivo - ci appare in fondo come una costante riflessione sulle possibilità del cinema, colte in una dimensione che Hollis Frampton chiamerebbe metastorica.






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