XIX STAGIONE:
LA SOFFITTA IN EMERGENZA
Nel momento in cui scrivo non sappiamo ancora se la prossima stagione del Centro La Soffitta si potrà svolgere secondo il programma stampato in questa brochure. In primo luogo, il Dipartimento di Musica e Spettacolo (a cui il Centro afferisce) a tutt’oggi - dopo mesi di trattative - non ha ancora ricevuto una risposta definitiva circa l’erogazione del finanziamento indispensabile per la gestione 2007 dei Laboratori di via Azzo Gardino (alla Manifattura delle Arti), dove La Soffitta è fisicamente ubicata. Ciò significa, per altro, che - qualora questi finanziamenti non dovessero arrivare o fossero concessi in misura fortemente insufficiente - non sarebbero a rischio soltanto le attività della Soffitta ma anche quelle dell’altro Centro dipartimentale, il Cimes, e soprattutto le stesse attività didattiche curriculari di tipo pratico, le quali si svolgono ormai da anni prevalentemente in via Azzo Gardino e che del resto ora non sapremmo come sistemare diversamente, dopo la perdita - nel 2006 - dell’unico altro tradizionale spazio laboratoriale del Dipartimento, quello situato in via Valdonica.
In secondo luogo, è ormai praticamente certo - per le ragioni ben note - un cospicuo taglio al finanziamento annuale con il quale l’Ateneo consente la realizzazione dei programmi della Soffitta. Per altro, il taglio è stato annunciato soltanto in dicembre, quindi a programma abbondantemente preparato e chiuso, inclusi gli impegni presi con altri teatri cittadini (a cominciare da Nuova Scena/Arena del Sole, nostro principale partner) e i contratti sottoscritti con compagnie e artisti.
Come si vede, non è affatto esagerato il titolo di questa presentazione. La Soffitta (ma, in realtà, l’intero Dipartimento di Musica e Spettacolo) è davvero IN EMERGENZA. Se e come si uscirà da questa emergenza, dipenderà in gran parte dal senso di responsabilità di tutti gli “attori” in gioco ma soprattutto dalla sensibilità dell’Ateneo e quindi del nostro Rettore, il quale per altro in questi anni non ha mai fatto mancare il suo convinto appoggio alle nostre attività, anche in situazioni finanziariamente difficili, come l’attuale, e nonostante una certa indifferenza che talvolta i più alti organi universitari sembrano manifestare nei nostri confronti.
E tuttavia, a dispetto di questo clima di grave incertezza, confido ancora in una soluzione positiva delle questioni aperte. Sono certo che l’Ateneo non vorrà davvero mettere a rischio le attività di un Centro che ha saputo affermarsi in questi anni come uno dei più prestigiosi in Italia e non solo, nella sua funzione di attento e selettivo osservatorio sul nuovo teatro, anche mediante inedite soluzioni del rapporto fra mondo accademico e mondo teatrale, cioè fra didattica, ricerca scientifica e lavoro artistico (e lo stesso discorso può essere fatto per quanto riguarda la danza, la musica e il cinema).
A tale proposito, sarà forse il caso di ribadire che La Soffitta, come del resto il Cimes, rappresenta uno dei luoghi e uno degli strumenti principali dei quali il nostro Dipartimento si avvale per svolgere al meglio una parte rilevante del suo lavoro di ricerca. Ciò significa (lo si ripete a beneficio di eventuali distratti o disinformati) che i nostri Centri, pur occupandosi di attività secondo alcuni “frivole” come il teatro, la musica e il cinema, non hanno niente a che vedere con, per altro degnissime, istituzioni dopolavoristiche deputate all’organizzazione del tempo libero (degli studenti e dei docenti). La loro funzione e le loro attività vanno accostate piuttosto a quelle di un laboratorio di fisica, di chimica o di agraria: luoghi deputati, appunto, alla didattica e alla ricerca scientifica di livello universitario, cioè alto e specialistico. Alle tante e articolate attività pratiche che il nostro Dipartimento promuove a più livelli, gli studenti partecipano, com’è ovvio, attivamente e creativamente, ma (com’è altrettanto ovvio) sotto la guida e la responsabilità dei nostri docenti e, in qualche caso, di uomini di teatro (o di esperti musicale e cinematografici) appositamente ingaggiati; insomma, mutatis mutandis, esattamente secondo le stesse modalità con cui gli studenti di fisica o di chimica frequentano i laboratori delle loro Facoltà.
In ogni caso, e a futura memoria, ricordo che La Soffitta è già passata attraverso momenti molto difficili, come ad esempio quello rappresentato dalla perdita della sala di via d’Azeglio, della quale per altro conserva il nome: per diversi anni, fra 1995 e 2002, le sue attività sono state interamente ospitate da altri teatri cittadini. Insomma, le difficoltà, anche gravi, non ci hanno mai scoraggiato e così sarà anche questa volta. Anche perché sentiamo di avere delle responsabilità, non soltanto verso i nostri naturali utenti primari, gli studenti, ma anche nei confronti della città di Bologna che ci segue con una partecipazione sempre crescente, della regione che ci ospita e della più ampia realtà teatrale italiana, di cui facciamo parte ormai da tempo con rilievo.
Il programma della stagione 2007 (per limitarmi al solo cartellone teatrale) conferma la vocazione del nostro centro a dare spazio alle più importanti realtà regionali (che spesso sono anche fra le più significative a livello nazionale) nell’ambito del teatro di ricerca e di sperimentazione. Se gli anni scorsi abbiamo ospitato la Socìetas Raffaello Sanzio, Teatro delle Albe, Teatro della Valdoca, Fanny & Alexander, in questa stagione è la volta del Teatro delle Ariette, Masque Teatro e, fra le realtà più giovani, Teatrino Giullare e il gruppo Cosmesi. Inoltre, torna l’Odin Teatret di Eugenio Barba, o meglio la sua tradizione, con uno spettacolo di Lorenzo Gleijeses, firmato come regista da una delle attrici storiche del celebre gruppo italo-scandinavo, Julia Varley; la quale, per l’occasione, terrà anche un breve stage e presenterà il suo recente libro Pietre d’acqua. Completano il cartellone teatrale un esponente ormai storico della sperimentazione italiana come il gruppo Krypton, diretto da Giancarlo Cauteruccio, e soprattutto tre attrici di differenti generazioni e diversa provenienza, fra le più significative e originali del panorama teatrale attuale, impegnate in altrettanti assoli: Iaia Forte, Giuliana Musso e Maria Paiato. Lascio volutamente per ultimo quello che costituisce in realtà uno dei punti di forza dell’intero programma: la “due giorni” che Claudio Meldolesi dedicherà, con la collaborazione di un folto gruppo di attori, operatori, studiosi e critici, a Leo de Berardinis, uno dei maestri indiscussi della scena italiana degli ultimi quarant’anni e presenza essenziale (ancorché troppo presto dimenticata) a Bologna per due decenni.
Marco De Marinis
Responsabile scientifico del Centro La Soffitta
Responsabile scientifico del Centro La Soffitta