martedì 13 marzo 2007, ore 21
Aula absidale (via
de' Chiari 25a)
ingresso gratuito - posti limitati
Ludwig van Beethoven (1770 - 1827)
Trio in Si bemolle maggiore op. 97 “Arciduca”
Allegro moderato
Scherzo: Allegro
Andante cantabile ma però con moto
Allegro moderato - Presto
Dmitrij Šostakovic (1906 - 1975)
Trio in Mi minore n. 2 op. 67
Andante - Moderato
Allegro non troppo
Largo
Allegretto
Il Trio di Torino
si è costituito nel 1987. L’ormai lunga attività
artistica lo ha visto ospite di importanti associazioni musicali e
festival internazionali, tra i quali: l’Accademia di Santa
Cecilia e i Concerti del Quirinale di Roma, le Settimane musicali di
Stresa, il Festival dei Due mondi di Spoleto, l’Unione musicale
di Torino, il Festival Mahler di Dobbiaco, il Festival Settembre musica
di Torino. Vincitore nel 1990 del primo premio al Concorso
internazionale Viotti di Vercelli e nel 1993 del secondo premio al
Concorso internazionale di Osaka, ha vinto nel 1995, in formazione di
Quintetto d’archi con pianoforte, il secondo premio al Concorso
internazionale di Trapani. Si è esibito in Francia, Austria,
Svizzera, Germania e Giappone. Il repertorio, vastissimo, spazia dai
classici del Settecento ai contemporanei. La discografia, in esclusiva
per la Real Sound, comprende opere di Chopin, Brahms, Dvorák,
Smetana, Rubinštein, Taneev, Rachmaninov, Šostakovic.
I componenti del Trio svolgono singolarmente una rilevante
attività concertistica; in particolare Umberto Clerici, che fa
parte del Trio di Torino dal 2001, è ospite abituale
d’importanti stagioni sinfoniche e cameristiche in Italia e in
molti altri paesi. Ricordiamo in particolare il debutto alla Carnegie
Hall di New York e la partecipazione al Festival di Salisburgo, dove
ricopre anche il ruolo di docente assistente al corso di violoncello
del Mozarteum. Sergio Lamberto è primo violino
dell’Orchestra Filarmonica di Torino e docente nel Conservatorio
Giuseppe Verdi della stessa città. Giacomo Fuga insegna
pianoforte principale nel Conservatorio Antonio Vivaldi di Alessandria
e fa parte del comitato artistico dell’Associazione Sandro Fuga,
che è tra l’altro promotrice dell’omonimo Concorso
nazionale di musica da camera.
|
Omaggi all’arciduca e al musicologo
Trio di Torino
Sergio Lamberto, violino
Umberto Clerici, violoncello
Giacomo Fuga, pianoforte
Oltre centotrent’anni intercorrono
tra il Trio op. 97 di Ludwig van Beethoven (1811),
dedicato all’arciduca Rodolfo, ed il Trio op. 67 (1944) di
Dmitrij Šostakovic, intitolato a Ivan Ivanovic Sollertinskij. In
entrambi i casi la dedica rappresenta un sentito omaggio a persone
care. Rodolfo d’Asburgo (1788-1831), nobile d’altissimo
lignaggio – era fratello dell’imperatore Francesco I
–, fu una figura centrale nella vita di Beethoven, il quale
nutriva una sincera e profonda devozione per l’arciduca,
ricambiata da una vera e propria adorazione. Sappiamo che Rodolfo
conservò gelosamente tutte le lettere del compositore e
collezionava suoi autografi e prime edizioni. Allievo di pianoforte e
composizione di Beethoven, Rodolfo fu il suo principale mecenate, colui
che gli assicurò la sicurezza economica essenziale allo
svolgimento dell’attività artistica. Se la dedica certo
non fu un mero obbligo formale, nella società del primo
Ottocento essa aveva anche un significato pubblico ed istituzionale.
Diversa la situazione nel Novecento, allorquando l’omaggio ha un
significato essenzialmente privato. Il Trio di Šostakovic
è un tributo alla memoria dell’amico fraterno
Sollertinskij (1902-1944), personaggio poliedrico e di profonda
cultura: musicologo, critico musicale, direttore artistico
dell’Orchestra Sinfonica di Leningrado, fu il mentore del giovane
musicista pietroburghese.
Ad onta dei cento e passa anni di distanza, i due Trii presentano
alcune affinità strutturali di fondo, cioè una
suddivisione in quattro movimenti, scandita dall’alternanza tra
tempi di carattere gaio e brillante ed episodi mesti e cupi. Il Trio
dell’Arciduca si caratterizza per la vastità delle
dimensioni, la grandiosità dell’architettura, i singolari
effetti ritmici, armonici e timbrici. Beethoven, in modo piuttosto
inconsueto, fa seguire lo Scherzo al tradizionale Allegro
d’apertura in forma sonata. Lo Scherzo fa pensare a una danza
gioiosa, cui si contrappone il Trio centrale, a sua volta distinto al
suo interno (altra singolarità) in due episodi: oscuro e
tenebroso il primo (in piano), con un soggetto cromatico che passa in
imitazione tra tutti e tre gli strumenti; accordale e affermativo il
secondo (fortissimo). L’Andante consta di un tema e variazioni:
ad ognuna di esse il tema è trasfigurato sotto l’aspetto
armonico, timbrico, dinamico. Il movimento conclusivo è in forma
di rondò, con un ampio episodio finale in Presto, nel quale si
passa dal metro binario al 6/8 (quasi una tarantella).
Šostakovic compose il Trio op. 67 a partire dal febbraio 1944, a
pochi giorni dalla terribile notizia dell’improvvisa morte
dell’amico Sollertinskij; ma è probabile che abbia
sviluppato idee musicali nate in precedenza. Tinte livide e funeree
colorano il Trio: esso si apre con un Andante, ove i suoni armonici
sovracuti del violoncello evocano il pianto sommesso di un fanciullo,
con effetto di grande suggestione timbrica. Lo Scherzo, vivacissimo (e
in seconda posizione come nel Trio di Beethoven), è
caratterizzato da uno slancio frenetico. Il Largo si basa su un basso
di passacaglia, a valori larghissimi, esposto dal pianoforte, sul quale
poggia la cantilena triste dei due strumenti ad arco. Il quarto tempo,
Allegretto, impiega spunti attinti dal modalismo orientale e dalla
tradizione popolare russa. Secondo una testimonianza attendibile, la
melodia ebraica e il carattere di danza grottesca che si avvertono sul
principio del movimento si collegherebbero alle sconvolgenti notizie
che cominciavano a trapelare circa i campi di sterminio nazisti, dove
gli aguzzini costringevano i prigionieri ebrei a danze macabre
sull’orlo delle fosse che si erano appena scavati.
Annalisa Lo Piccolo
studentessa Laurea specialistica
in Discipline della musica
coordinamento e redazione
Saverio Lamacchia
ingresso gratuito - posti limitati
info:
tel. 051 2092413; soffitta.muspe@unibo.it
|