22 marzo, ore 15
Laboratori DMS - Auditorium via Azzo Gardino 65a Kazuo Ohno nasce nel 1906 ad Hakodate, nella regione di Hokkaido. Compie studi di educazione fisica e diviene insegnante di ginnastica in un collegio femminile. Nel 1929, rimane profondamente colpito da uno spettacolo della danzatrice spagnola Antonia Mercé "La Argentina", così come, più tardi, ammirerà le danze espressioniste di Harald Kreutzberg. Inizia a prendere lezioni di danza, studiando con Takaya Eguchi e Souko Mija, entrambi profondamente influenzati dalla nuova danza moderna tedesca. Debutta sulle scene solo nel 1949, a quarantatré anni, presentando uno spettacolo di piccoli brani ispirati alla danza tedesca d'anteguerra (Il lamento del diavolo, Tango, Primo fiore dell'albero di tiglio). L'incontro con Tatsumi Hijikata, nel 1954, si rivelerà decisivo per la sua carriera (Il corvo). Parteciperà alla nascita della danza butoh, che costituisce oggi la forma famosa nel mondo di danza moderna giapponese. Per Hijikata interpreta, tra l'altro, il personaggio di Divine in Nostra Signora dei Fiori, tratto dall'opera di Jean Genet. Dal 1967 al 1977 lascia le scene, a parte alcune apparizioni in opere di altri danzatori d'avanguardia, e si dedica alla creazione di alcuni film d'avanguardia, d'ispirazione surrealista (Ritratto di Mr. O, Mandala di Mr. O, Il libro dei morti di Mr. O). Nel 1977, a più di settant'anni, crea sui ricordi di un tempo Omaggio a La Argentina, l'opera che, presentata a Nancy tre anni più tardi, lo rende celebre in tutto il mondo occidentale. Questo spettacolo en travesti, interpretato da un artista insolitamente anziano per il mondo occidentale, ha un enorme successo internazionale e rende Kazuo Ohno, ormai settantacinquenne, un'autentica leggenda vivente. Da allora, continua a creare spettacoli ai quali sempre più spesso associa il figlio Yoshito, cui trasmette la sua eredità artistica, e continua a viaggiare per tutto il mondo (alcuni titoli: Ozen, 1980; Mia Madre, 1981; Mare morto, 1985; Ninfeee, 1987; Metamorfosi di un insetto, 1988; Ka Cho Fu Getsu, 1990; Un fior di loto bianco, 1992; Kazuo Ohno World, 1996). Lascia le scene nell'ottobre del 2001, a novantacinque anni, con una commovente cerimonia cui partecipano artisti, allievi ed estimatori di tutto il mondo. Il 27 ottobre 2006 compie felicemente cento anni e viene festeggiato da manifestazioni in suo onore a Tokio, Parigi, New York, Bologna. |
Per conoscere Kazuo Ohno documenti video dall’Archivio Ohno a cura di E. Casini Ropa, E. Cervellati Il pomeriggio sarà
dedicato a ripercorrere con la guida di esperti le tappe biografiche e
artistiche del Maestro Kazuo Ohno, fondatore con Tatsumi Hijikata della
danza moderna giapponese butoh, attraverso la proiezione brani
delle sue opere maggiori (come Omaggio a La Argentina e Mia madre) e di preziosi documentari e interviste. In particolare verrà mostrato il ricchissimo DVD Beauty and Strenght (2000) e un'inedita intervista del 1993 in cui Ohno ben riassume la sua poetica della danza.
Sulla poetica di Ohno
La danza - dice Ohno che ne ha fatto una vera filosofia di vita - deve essere capace di rappresentare l'universale nella sua più pura e più astratta espressione. Come i rami di un albero crescono verso il cielo soltanto se le sue radici sono ancorate alla terra, così la danza deve penetrare nelle profondità dell'esistenza quotidiana. Se rimane troppo concentrata sulla vita di ogni giorno ci ricorda il mimo e non può far luce sulla confusione della realtà. Se è troppo astratta, ogni connessione con la realtà scompare e il pubblico non riesce ad esserne toccato". "Se desideri danzare un fiore puoi mimarlo e sarà un fiore qualunque, banale e privo di interesse; ma se tu metti la bellezza di quel fiore e che da esso viene evocata nel tuo corpo morto, allora il fiore che crei sarà vero e unico e il pubblico ne sarà commosso". Nel suo sforzo quasi mistico di rivelazione dell'essere, di creazione di un mondo che è incontro con le fonti vitali, Ohno utilizza costantemente due concetti chiave: quello di "corpo morto" e quello di "libertà", il cui connubio è apparentemente sconcertante. Il corpo morto, negato, è per lui il presupposto essenziale, il primo fine da raggiungere per far sì che l'emozione in esso coltivata possa esprimersi liberamente, senza essere costretta a seguire le logiche coercitive necessariamente imposte da un corpo vivente. L'anima deve poter manovrare il corpo come un burattinaio manovra una marionetta. La libertà che ne nasce per il danzatore è da intendersi in senso tutto orientale. Non si tratta infatti di libero arbitrio, di fare ciò che si vuole, ma al contrario di liberarsi dalle pastoie della volontà, dalle strettoie del pensiero e dell'individualità. Per attingere all'universale, occorre frantumare il rigido carapace di convenzioni che l'esperienza sociale ha costruito sul corpo e nella mente e lasciar finalmente fluire all'esterno l'espressione pura dell'anima. Solo allora - dice il poeta Ohno ai suoi allievi - "Tu sei felice perché sei libero. Sorridi, e un fiore sboccia nella tua bocca". L'Archivio Ohno Il 27 ottobre 2001, in
occasione del suo 95° compleanno, Kazuo Ohno firmava nel suo
studio, a Yokohama, la convenzione con la quale concedeva al
Dipartimento di Musica e Spettacolo dell'Università degli Studi
di Bologna una copia completa del suo archivio personale, allora in via
di completamento. Documenti, immagini, testimonianze, riflessioni,
creazioni di un'intera, lunga vita nell'arte, che vi erano raccolte in
un prezioso tesoro di memorie biografiche e artistiche, venivano
così generosamente messe a disposizione degli studiosi e degli
estimatori italiani ed europei.
Completato e continuamente aggiornato nel tempo, oggi l'Archivio Kazuo Ohno bolognese rimane il solo punto di riferimento in Europa per la documentazione, gli studi e le ricerche sul Maestro e la sua attività, così come sulla danza butoh: danzatori e ricercatori - di ogni età e nazionalità, ma soprattutto giovani studenti - lo frequentano per immergersi nel fascino di una vita e di una danza in apparenza molto lontana dallo spirito occidentale, ma in realtà profondamente vicina a chi cerca nel fare artistico una profonda motivazione poetica, una vera filosofia dell'essere nel mondo. ingresso libero |