27 aprile, ore 21
Laboratori DMS -Teatro
Paolo Puppa
PAROLE DI GIUDA
conferenza/spettacolo al termine
una chiacchierata con Paolo Puppa
… davanti a un bicchiere di vino
Paolo Puppa è ordinario di storia del teatro e dello spettacolo alla Facoltà di Lingue e di Letterature dell'Università di Venezia, nonché direttore del Dipartimento delle Arti e dello Spettacolo. Ha insegnato in numerose università straniere. E' redattore della rivista "Biblioteca teatrale". Collabora in qualità di cri-tico a "Hystrio", "Sipario", "Ariel". Oltre a numerosi saggi, si ricordano Fantasmi contro giganti, Patron-Bologna 1978 (vincitore del premio I.D.I. e del premio Pirandello nel 1980) e Saturno in laguna (suo primo romanzo e vincitore del premio Enna-Savarese opera prima). Sta dirigendo, in qualità di coeditor, per la Cambridge University Press, The History of the Italian Theatre, e, per l’Università di Princeton, Encyclopedia of the Italian Literature. Collabora come dramaturg e consulente a mes-sinscene sul repertorio classico e moderno, con autorevoli attori e registi. In qualità di presentatore-dramaturg ha tenuto a Cagliari un laboratorio di drammaturgia, da Shakespeare a Savinio, in sei serate (1995-1996) e un altro a Salerno (1997). Inoltre, ha tenuto un ciclo di conferenze-spettacolo a Nuoro (1998). Ha allestito con attori inglesi allo Steiner Theatre di Londra gli spettacoli Grotesque (1999) e Cecè e gli altri (2001), saggi di chiusura dei corsi tenuti come visiting professor all'University College di Londra. Nel 2002 ha allestito all’Estorick Collection A futurist soirée con attori francesi e inglesi. Nel 2003, ha organizzato all’Ateneo veneto La scena del filò, un laboratorio sulla narrazione con noti performers. Come autore drammatico, tra i numerosi testi, si ricorda Ponte all’Angelo, finalista al premio Riccione e al premio Fondi La Pastora nel 2001.
Da un anno a questa parte, il commediografo professore si diverte a leggere personalmente i propri miti in giro per il mondo, da Pechino a San Paolo, da Princeton a New York, alle principali città italiane.
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La conferenza/spettacolo è concepita come uno sproloquio delirante. A parlare è qui Giuda, stanco di sentire il suo nome quale mera occasione di imprecazione, simbolo riconosciuto di tradimento. Il suo monologo costituisce così una sorta di vangelo apocrifo e si ispira allo stesso tempo alla tragica contemporaneità in cui religioni monoteiste contigue per simboli e origini si scatenano in fratricide guerre di religione a contendersi pezzi di cielo. Dunque, una lettura laica ma non blasfema dei Vangeli, con inchieste, interviste, colloqui coi protagonisti carismatici del mito nascosto nella cultura occidentale. E in più Maria, Giuseppe, Pietro, Giovanni, la Maddalena sfilano in scorci ora rapidi ora rallentati. E Giuda che nega non cessa tuttavia di amare Cristo e gli Apostoli che l'hanno respinto e condannato a gesti eccentrici e solitari. Insomma, quasi schizofrenico nella sua voglia di amore, di amicizia, di solidarietà cui non accede per sua colpa, appare questo Giuda che offre ogni volta umori diversi e prospettive opposte rispetto ai fatti che narra. E ogni tanto affiora Pirandello.
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