2 – 3 maggio, ore 21
Laboratori DMS - Teatro
Evoè Associazione Culturale
LA MALASANGRE
di Griselda Gambaro
regia di Francesca Matricoti
con Lara Brucci (Dolores), Maria Cristina De Lucia (Fermìn),
Dona Guerzoni (Juan Pedro), Enrica Matricoti (Madre di Dolores),
Martina Motzo (Rafael Sanchez), Giorgia Sinicorni (Padre di Dolores)
adattamento e regia Francesca Caterina Matricoti
wolf Pier Paolo Paganelli
e con la collaborazione di Ricardo Apilanez, Pavel Jarè, Andrea Curiazi
prima nazionale
realizzata in occasione della terza edizione del festival Iberamericana
Griselda Gambaro (1928), è autrice riconosciuta a livello internazionale come una delle maggiori rappresentanti della drammaturgia latino-americana e del teatro d’avanguardia argentino. Le sue opere sono rappresentate in Argentina, Inghilterra, Messico, Francia, Spagna, Svizzera.
L’Associazione Culturale Evoè nasce nell’autunno 2003 con l’obiettivo di promuovere e produrre attività artistico-culturali con particolare riguardo a temi di forte interesse sociale. Gli artisti del gruppo hanno collaborato a numerosi progetti, tra i quali si ricordano il ‘Progetto Petrolio’ di Mario Martone, il progetto ‘Tressètte’ realizzato con Amnesty International e il Patrocinio della Provincia di Bologna, in occasione dell’avvio della ‘Campagna Donne 2004/06’ di Amnesty. Del 2005 è il “corto” teatrale dal titolo Parossismi, spettacolo su esistenzialismo e guerra liberamente ispirato all’11 settembre 2001.
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Per la prima volta tradotta e rappresentata in Italia, La Malasangre, letteralmente ‘Sangue Cattivo’, è un dramma rivelazione di lucidità struggente, di terribile e sottile violenza, che si consuma fra pareti domestiche tinte di rosso, entro le quali i personaggi appaiono come vittime e carnefici al contempo della ineluttabilità del proprio destino. Questo dramma ha per protagonista il sangue. È il sangue delle vittime di una prepotenza folle dell’uomo sulla donna, di un’umiliazione del corpo e della mente. La forza irripetibile della vicenda viene tutta dalla personalissima mano di Griselda Gambaro, che denuda di continuo gli aspetti più intimi e riposti della natura umana. Pur rimanendo il più possibile fedele al testo, Evoè propone una versione tutta al femminile dell’opera, tentando di restituire, attraverso la dimensione privata in cui si snoda il dramma, un piccolo spaccato sulla condizione argentina ai tempi del dittatore Juan Manuel de Rosas.
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