LA SOFFITTA 2006
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TEATRO
17 gennaio - 5 maggio |
Il Teatro delle Albe: paradossi in-civili
a cura di Gerardo Guccini
6 febbraio, ore 17.30 Incontro con Marco Martinelliin occasione della presentazione durante l’incontro verrà proiettato il video Mighty Mighty Ubudi Giovanni Belvisi e Alessandro Renda produzione Ravenna Teatro 6-7 febbraio, ore 21 LA CANZONE DEGLI F.P. E DEGLI I.M.di Elsa Morante“lettura pubblica” con Alessandro Argnani, Luca Fagioli, Roberto Magnani, Alessandro Renda ideazione e regia di Marco Martinelli «Che significa F.P.? Si tratta di un’abbreviazione
Elsa Morante da sempre ci accompagna nel nostro lavoro. Ora, a vent’anni dalla morte, di lei si parla poco. Quello che ci ha toccato è che, oltre ad aver previsto la grande omologazione e il regno degli «Infelici Molti», possedeva una sorta di «premura rivoluzionaria». C’è una lettera a Goffredo Fofi in cui questa sua sensibilità è evidente: il mondo va a rotoli, è sempre più orribile, e lei si preoccupa della diffusione gratuita dei suoi libri. «È il mio modo di fare la rivoluzione culturale (questo te lo dico per ridere, cioè: magari la mia rivoluzione fosse così semplice e facile! Invece si tratta di una rivoluzione permanente, la mia, forse disperata)». Il pensiero delle Albe corre anche a Martin Luther King quando diceva: «Se anche sapessi che domani sarà gettata la bomba atomica, oggi pianterei lo stesso il melo nel mio giardino». È su questo che abbiamo fondato la nostra po-etica, in una costellazione dove brillano il gesto irriducibile di Luther King e la premura rivoluzionaria di Elsa Morante. Marco Martinelli
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Il progetto prevede una “lettura pubblica”, La canzone degli F. P. e degli I. M. di Elsa Morante, con la regia di Marco Martinelli, e un incontro con Marco Martinelli in occasione della presentazione della nuova edizione di Teatro Impuro. La canzone degli F. P. e degli I. M. lancia un messaggio rivoluzionario: si può essere felici. Anche in un mondo di cinici, di manipolatori e consapevolmente manipolati, di “berlinesupermolleggiatefuoriserieultimomodello, di camicie regolarmente lavate stirate disinfettate”. Anche in questa dittatura della felicità nella quale viviamo dove i felici, quelli veri, sono preziosi eversori guardati con sospetto. Elsa Morante, con la sua premura rivoluzionaria e la sua resistenza permanente nei confronti dell’omologazione, da sempre accompagna il lavoro del Teatro delle Albe. In scena il testo diventa lo sproloquio di un matto, accompagnato da un medico e da due infermieri della “clinica”. Questa Canzone degli F. P. e I. M. sembra il doppio del precedente lavoro del Teatro delle Albe, Salmagundi - Favola Patriottica. In Salmagundi la felicità era obbligatoria o obbligatoriamente condivisa da tutta la parte sana della popolazione. Una felicità forzatamente leggera e spensierata. Nella Canzone, i veri felici sono costretti e legati in una barella e trascinati da infermieri pronti a farli tacere a forza, la loro felicità è pericolosa quanto è sovversivo il pensare. Ma a differenza di Salmagundi, nella Canzone degli F. P. e I. M. le certezze dei “sani” vacillano e il medico e gli infermieri, anche solo per qualche istante, arrivano a sfiorare la verità Nel 1983 Marco Martinelli, Ermanna Montanari, Luigi Dadina e Marcella Nonni fondano il Teatro delle Albe. La compagnia sviluppa il proprio percorso intrecciando alla ricerca del «nuovo» la lezione della Tradizione teatrale. Nel 1988 la formazione diventa afro-romagnola, e pratica un originale meticciato teatrale che coniuga drammaturgia e danza, musica e dialetti, invenzione e radici. Gli spettacoli valgono alle Albe premi e riconoscimenti, nazionali e internazionali, evidenziando una poetica rigorosa, raffinata e emozionante. Fondamentali all’interno del gruppo, oltre alla direzione artistica tenuta da Martinelli, sono le accensioni visionarie e la vocalità inquietante di Ermanna Montanari, così come il lavoro sulle favole tradizionali di Dadina. Nel 1991 il Teatro delle Albe ha fondato Ravenna Teatro, «Teatro Stabile di Innovazione», che a Ravenna porta avanti un’idea di «coltura» teatrale della città. Nello stesso anno il Teatro delle Albe ha inventato la «non-scuola», entrando direttamente nei licei e negli Istituti Professionali della città per portare avanti laboratori teatrali con gli studenti adolescenti. Gli allestimenti teatrali finali sono stati organizzati in un «Festival della non-scuola», che si tiene ogni anno al Teatro Rasi. |