LA SOFFITTA 2006
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MUSICA
17 gennaio - 27 maggio |
17 gennaio - 27 maggio
CONCERTI
marted́ 4 aprile Aula absidale (via de’ Chiari 25a) ore 21 ingresso gratuito LA SPADA DI EDWARD,
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Il titolo del concerto di questa sera allude ad alcuni brani specifici in programma e, più in generale, ad uno dei caratteri peculiari del romanticismo musicale: l’aspirazione a trasfigurare in suoni suggestioni letterarie. Dopo il “preludio” introduttivo offerto dalle trascrizioni bachiane realizzate da Busoni, ascolteremo infatti un’opera giovanile di Brahms ispirata alla ballata scozzese Edward, mentre “il guardo di Laura” si riferisce ai tre Sonetti petrarcheschi inclusi nella raccolta di Liszt Années de pèlerinage. Ferruccio Busoni è uno degli ultimi musicisti a legare la propria fama tanto alla composizione quanto alla carriera di concertista itinerante (in verità, almeno nel corso della sua vita, più alla seconda che alla prima). Come per Liszt, suo principale modello, la trascrizione per pianoforte di brani organistici di Bach (tra i quali i dieci Preludi-Corali, 1898; stasera ne ascolteremo tre) ha il fine da un lato di diffondere presso un pubblico ampio musiche non concepite per la sala da concerto, e dall’altro di trasferire sul pianoforte, e quindi di fatto di ricreare, timbri propri di altri strumenti. Nel 1854, quando scrive le Ballate op. 10, Johannes Brahms è un ragazzo di 21 anni, tanto energico e pieno di idee appassionate quanto timido e modesto. Ha da poco stretto un’amicizia profonda con il grande compositore Robert Schumann, che ripaga la fervente ammirazione del giovane amburghese segnalandolo come una promessa per il futuro della musica, con un entusiastico articolo intitolato Vie nuove. La “ballata”, intesa come brano strumentale (e più specificamente pianistico), è una forma nata da poco, ed è fra le più significative del romanticismo musicale: il primo a scrivere una Ballata per pianoforte è Chopin, con l’op. 23 (1831-1836). Brahms ne sviluppa il carattere narrativo soprattutto col primo brano, ispirato – s’è detto – alla ballata popolare scozzese Edward, tradotta in tedesco da Johann Gottfried Herder e inclusa nelle sue Stimmen der Völker: il cupo dialogo fra la madre e il figlio, ch’ella stessa ha istigato al parricidio, viene reso dall’evocazione di un’atmosfera sempre più opprimente e infine desolata e lamentosa. Gli altri brani della raccolta non fanno esplicito riferimento a storie specifiche, ma condividono e amplificano il tono epico, proprio di un mitico paesaggio nordico lontano nel tempo, della prima Ballata. Le Années de pèlerinage sono una delle tante raccolte in cui Franz Liszt accoglie programmaticamente le suggestioni di letture, di vedute panoramiche o di opere d’arte, trasponendole nelle sonorità inaudite del suo prodigioso virtuosismo pianistico. Il “pellegrinaggio” del titolo si riferisce ai viaggi compiuti fra il 1835 e il ’39 in Svizzera e in Italia, in compagnia della contessa Marie d’Agoult. In questi anni nasce una moltitudine di musiche; alcune, dopo numerose revisioni, confluiranno nei primi due libri delle Années de pèlerinage. Mentre il primo libro rievoca le valli e i laghi della Svizzera, il secondo è dedicato alle arti e alla letteratura d’Italia. Apre la raccolta un delicato brano che restituisce le armoniose proporzioni dello Sposalizio della Vergine, la famosa pala d’altare di Raffaello. Il Penseroso è una marcia funebre ispirata alla celebre statua funeraria scolpita da Michelangelo per la tomba di Lorenzo de’ Medici. La Canzonetta del Salvator Rosa, basata su una poesia attribuita al noto pittore e avventuriero seicentesco, utilizza una vivace melodia attribuita all’operista Giovanni Bononcini. Difficile immaginare, tanto sono persuasivi nella veste per pianoforte solo, che i tre Sonetti del Petrarca fossero stati originariamente scritti come Romanze per tenore e pianoforte. Il più lungo e articolato brano della raccolta è la “Fantasia quasi Sonata” Après une lecture du Dante, che esalta il carattere demoniaco del virtuosismo pianistico di Liszt. Rocco De Cia coordinamento e redazione di |