Archivio Storico:- ex Dipartimento di Musica e Spettacolo - Universita' di Bologna Dipartimento di Musica e Spettacolo - La Soffitta 2006

LA SOFFITTA - Centro di promozione teatrale


LA SOFFITTA 2006
MUSICA
17 gennaio - 27 maggio

17 gennaio - 27 maggio

CONCERTI

marted́ 4 aprile
Aula absidale
(via de’ Chiari 25a)
ore 21

ingresso gratuito

LA SPADA DI EDWARD,
IL GUARDO DI LAURA


Enrico Pace, pianoforte



 

Johann Sebastian Bach (1685 - 1750)

trascrizione di Ferruccio Busoni (1866 - 1924)

dai Preludi-Corali

Ich ruf’ zu dir, Herr Jesu Christ BWV 639
Wachet auf, ruft uns die Stimme BWV 645
Nun komm, der Heiden Heiland BWV 659

Johannes Brahms (1833 - 1897)

Quattro Ballate op. 10

n. 1 in Re minore: Edward
n. 2 in Re maggiore
n. 3 in Si minore: Intermezzo
n. 4 in Si maggiore

 

Franz Liszt (1811 - 1886)

Années de pèlerinage. Deuxième année, Italie

I. Sposalizio
II. Il penseroso
III. Canzonetta del Salvator Rosa
IV. Sonetto 47 del Petrarca (Benedetto sia ’l giorno)
V. Sonetto 104 del Petrarca (Pace non trovo)
VI. Sonetto 123 del Petrarca (I’ vidi in terra angelici costumi)
VII. Après une lecture du Dante. Fantasia quasi Sonata




Enrico Pace
è nato a Rimini. Ha studiato pianoforte con Franco Scala, prima al Conservatorio Rossini di Pesaro, indi all’Accademia Pianistica di Imola. Ha inoltre studiato direzione d’orchestra e composizione. La sua carriera ha avuto una svolta decisiva nel 1989 con la vincita del Primo Premio al Concorso internazionale Franz Liszt di Utrecht. Da allora Enrico Pace si è esibito regolarmente in recital in tutta Europa: al Concertgebouw di Amsterdam, a Milano (Sala Verdi del Conservatorio e Teatro alla Scala), Roma, Brescia, Bergamo, Firenze, Berlino, Monaco di Baviera, Dortmund, Dublino e in varie città del Sud America. Partecipa regolarmente ai festival della Roque d’Anthéron, del Rheingau e di Husum.
Solista molto apprezzato, ha suonato con orchestre importanti, tra cui l’Orchestra Filarmonica di Rotterdam, l’Orchestra Filarmonica della Radio Olandese, le Orchestre Sinfoniche di Sydney e Melbourne (come parte di una tournée in Australia e Nuova Zelanda), il Berliner Symphonie-Orchester, il MDR-Symphonie Orchester di Lipsia, l’Orchestra Filarmonica di Varsavia (sostituendo Marta Argerich in una serie di concerti di grande successo in Svizzera e in Italia), l’Orchestra Filarmonica Ceca di Stato di Brno, l’Orchestra Sinfonica di Malmö, la RTE National Symphony Orchestra, l’Orchestra Sinfonica Verdi di Milano, la Amsterdam Sinfonietta, la Gelders Orchestra e le orchestre di Johannesburg e Città del Capo. Ha collaborato, fra gli altri, con i seguenti direttori: Roberto Benzi, Andrej Boreyko, Mark Elder, János Fürst, Yunichi Hirokami, Eliahu Inbal, Jan Latham-Koenig, Kazimierz Kord, Jiří Kout, Alexander Liebreich, Gianandrea Noseda, Vassilij Sinaiskij, Stanisław Skrowaczewski, Bruno Weil e Antoni Wit. I recenti successi comprendono il suo felice debutto con i Münchner Philharmoniker diretti da Yakov Kreizberg, i Bamberger Symphoniker diretti da Walter Weller e la BBC Philharmonic Orchestra diretta da Gianandrea Noseda. Agli impegni solistici Enrico Pace affianca un’intensa attività cameristica: ha collaborato con i Quartetti Šostakovič, Keller, RTE Vanbrugh, Prometeo e la cornista Marie Luise Neunecker. Ha preso parte a vari festival di musica da camera a Delft, Risør in Norvegia, Rheingau in Germania, Kuhmo in Finlandia, West Cork in Irlanda, Stresa e Lucerna.
Dalla stagione 1997-98 Enrico Pace ha instaurato un’assidua collaborazione col violinista Frank Peter Zimmermann, col quale ha dato recital in Europa, Estremo Oriente e Sud America.


Il titolo del concerto di questa sera allude ad alcuni brani specifici in programma e, più in generale, ad uno dei caratteri peculiari del romanticismo musicale: l’aspirazione a trasfigurare in suoni suggestioni letterarie. Dopo il “preludio” introduttivo offerto dalle trascrizioni bachiane realizzate da Busoni, ascolteremo infatti un’opera giovanile di Brahms ispirata alla ballata scozzese Edward, mentre “il guardo di Laura” si riferisce ai tre Sonetti petrarcheschi inclusi nella raccolta di Liszt Années de pèlerinage.
Ferruccio Busoni è uno degli ultimi musicisti a legare la propria fama tanto alla composizione quanto alla carriera di concertista itinerante (in verità, almeno nel corso della sua vita, più alla seconda che alla prima). Come per Liszt, suo principale modello, la trascrizione per pianoforte di brani organistici di Bach (tra i quali i dieci Preludi-Corali, 1898; stasera ne ascolteremo tre) ha il fine da un lato di diffondere presso un pubblico ampio musiche non concepite per la sala da concerto, e dall’altro di trasferire sul pianoforte, e quindi di fatto di ricreare, timbri propri di altri strumenti.
Nel 1854, quando scrive le Ballate op. 10, Johannes Brahms è un ragazzo di 21 anni, tanto energico e pieno di idee appassionate quanto timido e modesto. Ha da poco stretto un’amicizia profonda con il grande compositore Robert Schumann, che ripaga la fervente ammirazione del giovane amburghese segnalandolo come una promessa per il futuro della musica, con un entusiastico articolo intitolato Vie nuove. La “ballata”, intesa come brano strumentale (e più specificamente pianistico), è una forma nata da poco, ed è fra le più significative del romanticismo musicale: il primo a scrivere una Ballata per pianoforte è Chopin, con l’op. 23 (1831-1836). Brahms ne sviluppa il carattere narrativo soprattutto col primo brano, ispirato – s’è detto – alla ballata popolare scozzese Edward, tradotta in tedesco da Johann Gottfried Herder e inclusa nelle sue Stimmen der Völker: il cupo dialogo fra la madre e il figlio, ch’ella stessa ha istigato al parricidio, viene reso dall’evocazione di un’atmosfera sempre più opprimente e infine desolata e lamentosa. Gli altri brani della raccolta non fanno esplicito riferimento a storie specifiche, ma condividono e amplificano il tono epico, proprio di un mitico paesaggio nordico lontano nel tempo, della prima Ballata.
Le Années de pèlerinage sono una delle tante raccolte in cui Franz Liszt accoglie programmaticamente le suggestioni di letture, di vedute panoramiche o di opere d’arte, trasponendole nelle sonorità inaudite del suo prodigioso virtuosismo pianistico. Il “pellegrinaggio” del titolo si riferisce ai viaggi compiuti fra il 1835 e il ’39 in Svizzera e in Italia, in compagnia della contessa Marie d’Agoult. In questi anni nasce una moltitudine di musiche; alcune, dopo numerose revisioni, confluiranno nei primi due libri delle Années de pèlerinage. Mentre il primo libro rievoca le valli e i laghi della Svizzera, il secondo è dedicato alle arti e alla letteratura d’Italia. Apre la raccolta un delicato brano che restituisce le armoniose proporzioni dello Sposalizio della Vergine, la famosa pala d’altare di Raffaello. Il Penseroso è una marcia funebre ispirata alla celebre statua funeraria scolpita da Michelangelo per la tomba di Lorenzo de’ Medici. La Canzonetta del Salvator Rosa, basata su una poesia attribuita al noto pittore e avventuriero seicentesco, utilizza una vivace melodia attribuita all’operista Giovanni Bononcini. Difficile immaginare, tanto sono persuasivi nella veste per pianoforte solo, che i tre Sonetti del Petrarca fossero stati originariamente scritti come Romanze per tenore e pianoforte. Il più lungo e articolato brano della raccolta è la “Fantasia quasi Sonata” Après une lecture du Dante, che esalta il carattere demoniaco del virtuosismo pianistico di Liszt.


Rocco De Cia
studente DAMS

coordinamento e redazione di
Saverio Lamacchia

 


Dipartimento di Musica e Spettacolo
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