LA SOFFITTA 2006
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MUSICA
17 gennaio - 27 maggio |
17 gennaio - 27 maggio
CONCERTI
martedì 31 gennaio Aula absidale (via de’ Chiari 25a) ore 21 ingresso gratuito QUASI UNA SINFONIADuo pianistico Mauro Landi e Stefano OrioliCon la collaborazione diFederico Ferri e Sara Nanni, violoncello Guido Corti, corno
Wolfgang Amadé Mozart (1756 - 1791)Adagio e Fuga in Do minore K. 426per due pianofortiRobert Schumann (1810 - 1856)Andante e variazioni in Si bemolle maggioreper due pianoforti, due violoncelli e cornoArnold Schönberg (1874 - 1951)Seconda Sinfonia da camera op. 38bper due pianofortiAdagio
Con fuoco - Molto adagio Wolfgang Amadé MozartSonata in Re maggiore K. 448per due pianofortiAllegro con spirito
Andante Molto allegro MAURO LANDI e STEFANO ORIOLI hanno studiato pianoforte con Lidia Proietti nel Conservatorio “G. B. Martini” di Bologna, dove si sono diplomati con lode. Orioli si è poi laureato col massimo dei voti nel DAMS di Bologna. Entrambi si sono distinti come solisti, vincendo importanti concorsi. Costituito il duo pianistico nel 1983, hanno ottenuto numerosi riconoscimenti, tra i quali il Concorso internazionale “Valentino Bucchi” (Roma, 1984), il Concorso nazionale di musica da camera (Caltanissetta, 1985) e il Concorso nazionale “Béla Bartók” (Roma, 1988). Hanno in repertorio tutte le principali composizioni per due pianoforti e per due pianoforti e orchestra, da Bach a Berio. La loro attività concertistica riscuote unanimi apprezzamenti in Italia e all’estero; di rilievo internazionale la partecipazione ai “Concerti Città di Ginevra” e, su invito di Justus Frantz, allo “Schleswig-Holstein Musik-Festival” di Amburgo. Landi e Orioli sono docenti di pianoforte principale nei Conservatorii “G. B. Martini” di Bologna e “Bruno Maderna” di Cesena. FEDERICO FERRI ha compiuto gli studi di violoncello e composizione ed è attivo anche come direttore d’orchestra. Ha suonato sotto la direzione di Muti, Thielemann, Gatti, Chung e Conlon. Svolge intensa attività cameristica con artisti quali Bruno Canino. Nel 1995 ha fondato l’Ensemble Respighi, orchestra da camera cui concorrono prime parti di istituzioni musicali italiane e straniere: con questo Ensemble ha tenuto, in veste di direttore, numerosi concerti. Ha registrato per RAI Radio 3 e Radio Vaticana. Presidente dell’Associazione culturale Kaleidos di Bologna, è direttore artistico, con Daniele Proni, di “Caleidoscopio Musicale”, che promuove concerti in luoghi d’arte e naturali. SARA NANNI si è diplomata in violoncello col massimo dei voti nel Conservatorio “Luigi Cherubini” di Firenze. Si è poi perfezionata con Mario Brunello, Antonio Meneses e Franco Rossi. Si è esibita sia come solista sia in formazioni da camera al “Festival delle Nazioni” di Città di Castello, nel Teatro della Pergola di Firenze, nel Teatro Regio di Parma, per l’associazione “Lingotto Musica” di Torino, per i concerti dell’Accademia Chigiana di Siena. Ha collaborato con importanti orchestre italiane; dal 2000, stabilmente, con l’orchestra del Teatro Comunale di Bologna. Con Mario Brunello ha suonato per la Rai; ha inciso le Sonate per violoncello e pianoforte di Johannes Brahms. GUIDO CORTI ha studiato in Italia e si è perfezionato a Chicago. Ha effettuato registrazioni radiofoniche e televisive per varie reti europee e statunitensi. Si è esibito come solista in tutti i continenti. In Italia è regolarmente ospite delle più importanti società di concerti quali la RAI, il Maggio Musicale Fiorentino, l’Orchestra Regionale Toscana, l’Orchestra da camera di Padova, l’Accademia Chigiana, l’Estate Fiesolana, i Solisti Veneti, la Filarmonica Romana, la Società Aquilana dei Concerti. Insegna nel Conservatorio “Cherubini” di Firenze e nella Scuola di Musica di Fiesole, tiene inoltre seminari e corsi di perfezionamento in vari paesi. È componente di note compagini cameristiche, come il Mullova Ensemble, e ha registrato come solista per Nuova Era e Chandos. È autore del volume Il corno (Zecchini editore). |
Il duo pianistico può prevedere un solo pianoforte (in questo caso lo si definisce impropriamente “a quattro mani”) oppure due pianoforti, come nel concerto odierno. La differenza non è di poco conto. L’accoppiata di due pianoforti assicura qualcosa di più della semplice somma aritmetica di due solisti: a volte, si ha la sensazione di ascoltare non tanto musica da camera, quanto il surrogato dell’orchestra in riduzione da camera. L’effetto è lampante, e voluto, nel caso della trascrizione della Seconda Sinfonia da camera op. 38b di Arnold Schönberg, che l’autore trasse dall’originale per orchestra tra la fine del 1941 e l’inizio del 1942: la versione per due pianoforti sta a quella orchestrale come il bianco e nero al colore; la ‘versione in bianco e nero’ esalta la solidità strutturale del brano e la sua natura austera e scabra. La prima esecuzione in forma orchestrale ebbe luogo il 15 dicembre 1940 a New York. Iniziata nell’anno della più nota Prima Sinfonia da camera op. 9, il 1906, la composizione fu interrotta, ripresa nel 1911 e nel 1916, e poi completata solo nel 1939: una genesi quindi sorprendente, soprattutto se consideriamo in che misura cambiarono lo stile e la poetica dell’autore in quei trent’anni, dalla libera tonalità alla libera atonalità alla dodecafonia. Schönberg precisò di aver completato la Seconda Sinfonia, non senza problemi, nello stile in cui l’aveva cominciata. Le composizioni per due pianoforti di Mozart sono legate al nome della sua allieva viennese Josepha Auernhammer. La Sonata K. 448 risale al settembre 1781, e fu eseguita il 23 novembre. Mozart concepì la parte del primo pianoforte per l’allieva e la seconda per sé stesso, divertendosi con briosi effetti d’eco e d’inseguimento tra i due pianoforti: si tratta d’un pezzo di notevole virtuosismo, pari a quello dei grandi concerti per pianoforte e orchestra che vedranno la luce di lì a poco. La Fuga K. 426 per due pianoforti reca una data di mano di Mozart, 29 dicembre 1783. A Vienna il musicista conobbe il barone Gottfried van Swieten, profondo ammiratore di Bach e Händel. Il nobile mise a disposizione di Mozart la sua biblioteca, ricca di partiture dei due grandi tedeschi della prima metà del secolo; tale contatto fu determinante per l’arricchimento della scrittura mozartiana. Oltre a elaborarne di proprie (alcune sono rimaste incompiute, a mo’ di esperimenti abortiti), Mozart strumentò un buon numero di fughe di Bach, aggiungendo preludi di suo pugno per alcune di esse. Egli trascrisse la Fuga K. 426 per archi nel giugno 1788, aggiungendovi un Adagio iniziale (che ascolteremo qui, all’inverso, trascritto per due pianoforti): ai due brani così combinati il catalogo Köchel assegna il numero 546. È il periodo delle ultime tre Sinfonie, l’ultima delle quali – com’è noto – si chiude con una fuga possente e memorabile. Schumann compose l’Andante e variazioni, con la speditezza per lui abituale, tra il 26 gennaio e il 7 febbraio 1843. L’organico per due pianoforti, due violoncelli e corno è davvero singolare, tanto da aver scoraggiato, allora come oggi, esecuzioni frequenti. Così, su suggerimento di Felix Mendelssohn, Schumann adattò l’organico ai soli due pianoforti. Questa versione apparve a stampa alla fine del 1843 come op. 46, quella originale postuma nel 1893, a testimonianza di quanto le circostanze pratico-esecutive siano decisive per la storia della recezione. Una caratteristica, propria della musica di Schumann, è l’alternanza tra variazioni che ricordano il tempestoso Florestano e variazioni più vicine al riflessivo Eusebio: com’è noto, le due facce dello scisso Io romantico dell’autore. Gaetano Aronica coordinamento e redazione di |