LA SOFFITTA 2006
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MUSICA
17 gennaio - 27 maggio |
17 gennaio - 27 maggio
CONCERTI
in collaborazione con
Fondazione Musica Insieme di Bologna
marted́ 14 MARZO IL CORNO MAGICOTRIO MONACOFrancesco Manara violinoJonathan Williams corno Oliver Kern pianoforte
Richard Strauss (1864-1949)Concerto in Mi bemolle maggiore op.11 Allegro Sonata in Mi bemolle maggiore op.18 Allegro, ma non troppo Johannes Brahms (1833-1897)Quattro pezzi per pianoforte op.119 Intermezzo (Adagio) Trio in Mi bemolle maggiore op.40 per violino, corno e pianoforte Andante
Francesco Manara. Si è diplomato al Conservatorio “Giuseppe Verdi” di Torino col massimo dei voti, lode e menzione d’onore. Nel 1992 è stato scelto da Riccardo Muti come primo violino solista dell’Orchestra del Teatro alla Scala, e ha vinto il primo premio al concorso a borse di studio indetto dall’Orchestra Filarmonica della Scala. È stato premiato in numerosi concorsi Internazionali tra cui l’ARD di Monaco, il Čajkovskij di Mosca (Premio speciale), il Paganini di Genova (Premio speciale), il CIEM di Ginevra (Primo Premio). La sua brillante carriera solistica lo ha visto esibirsi con numerose orchestre, fra cui il Wiener Kammerorchester, l’Orchestre de la Suisse Romande, l’Orchestra della Radio Bavarese, la Tokyo Symphony, l’Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI e, in più occasioni, la Filarmonica della Scala diretta da Muti. Francesco Manara è primo violino del Quartetto d'archi della Scala, nonché fondatore del Trio Johannes, formazione vincitrice della Concert Artists Guild Competition di New York, dove ha recentemente debuttato nella Carnegie Hall. |
Richard Strauss compone il Concerto per corno op. 11 nel 1883 e lo concepisce come un doppio omaggio: la versione per orchestra è dedicata a Oscar Franz, primo corno dell’orchestra di Corte a Dresda, mentre la trascrizione per pianoforte, redatta dallo stesso compositore, è dedicata al padre Franz Strauss, di professione cornista. Questa versione venne eseguita nello stesso 1883 al Tonkünstlerverein di Monaco di Baviera, con lo stesso autore, diciannovenne, al pianoforte (vi è dubbio se il solista sia stato Bruno o Franz Hoyer, quest’ultimo allievo di Franz Strauss). Del breve Concerto colpisce soprattutto l’attacco del primo movimento, con l’immediata entrata del corno che non aspetta il consueto ritornello introduttivo dell’orchestra, ma quasi muove e guida la composizione trascinando con allegra veemenza l’orchestra ovvero il pianoforte. La Sonata per violino e pianoforte op. 18 vide la luce a Monaco di Baviera, dove Strauss era Kapellmeister, tra il 1887 e il 1888: il 3 ottobre di quell’anno venne eseguita per la prima volta nel piccolo Kasinosaal di Elberfeld dove fu eseguita non dal medesimo compositore, ma dal pianista Julius Buths che accompagnava il violinista Robert Heckmann. Dedicata al prediletto cugino Robert Pschorr, l’opera si pone come uno degli ultimi omaggi di Strauss alla musica da camera d’ispirazione classica: negli anni della Sonata, infatti, Strauss era già al lavoro sui primi poemi sinfonici che tanto avrebbero contribuito a diffonderne la fama. Con le quattro raccolte di pezzi per pianoforte, le opere da 116 a 119, si chiude la produzione di Brahms per il pianoforte, lo strumento da lui più amato e col quale aveva aperto il proprio catalogo compositivo (la Sonata op. 1: esplicito omaggio alla Sonata op. 106 “Hammerklavier” di Beethoven). I quattro pezzi op. 119 risalgono al 1893: sono tre intermezzi e una rapsodia che Brahms diede alla luce mentre era in vacanza a Bad Ischl, eseguiti la prima volta nel gennaio del 1894 dalla pianista ungherese Ilona Eibenschütz: si tratta, appunto, di brevi pezzi vari nel carattere: dalla triste dolcezza del primo Intermezzo all’inquietudine del secondo, dall’eleganza del terzo al tono eroico della Rapsodia conclusiva. Il Trio op. 40 per violino, corno e pianoforte risale a molti anni prima, al 1865. Brahms ne iniziò la stesura nell’estate del 1864, mentre si trovava in vacanza a Lichtenthal. Questa esperienza sarà riferita dallo stesso Brahms tre anni dopo: “Camminavo, di buon mattino, e … sorse il sole; subito ebbi l’idea del trio con il suo primo tema”. Il Trio è inoltre intessuto di riferimenti alla famiglia e alla giovinezza di Brahms: anche il padre di Brahms era cornista, e violino corno e pianoforte erano tra gli strumenti praticati dal giovane Johannes. A ciò si aggiunga la dolorosa coincidenza tra la nascita del Trio op. 40 e la morte della madre di Brahms, avvenuta nel febbraio 1865. La prima esecuzione dell’opera avvenne a Zurigo il 28 novembre dello stesso anno, con Brahms al pianoforte. Da notare che qui Brahms non usa il classico corno a pistoni, ma il cosiddetto Waldhorn, il corno da caccia privo di meccanica, che conserva intatte le ampie risorse timbriche dello strumento, ma che ne rende tanto più difficile l’esecuzione. Giuseppe Labbruzzo coordinamento e redazione di |