Archivio Storico:- ex Dipartimento di Musica e Spettacolo - Universita' di Bologna Dipartimento di Musica e Spettacolo - La Soffitta 2006

LA SOFFITTA - Centro di promozione teatrale


LA SOFFITTA 2006
CINEMA
novembre 2005 - aprile 2006

in collaborazione con
Cineteca del Comune di Bologna
Ente Mostra Internazionale del Cinema Libero
Associazione culturale LABO

CINEMA NOVO:
FAME, VIOLENZA E SOGNO


a cura di Larissa Puentes
con la collaborazione di Andrea Peraro (Cineteca di Bologna)

1-17 dicembre 2005
Cinema Lumière

via Azzo Gardino 65



1 dicembre, ore 17.45

Ganga bruta

(Id.)
di Humberto Mauro, Brasile/1933 (82’)


L’Ingegnere Marcos Rezende, dopo aver scoperto di essere stato ingannato, uccide la propria moglie. Assolto al processo per omicidio, si trasferisce per lavoro in una piccola città dell’entroterra. Qui incontrerà Sonia, la bellissima fidanzata di Décio, innamorandosi perdutamente.
Accompagnamento al piano di Marco Dalpane
Versione originale con sottotitoli



2 dicembre, ore 17.15

Deus e o diabo na terra do sol

(Il dio nero, Il diavolo biondo)
di Glauber Rocha, Brasile/1964 (115’)

Dopo aver commesso un omicidio, il vaccaio Manuel fugge con la propria sposa Rosa nell’entroterra del sertão. I due incontreranno il Beato Dio Nero, il profeta Sebastião con la sua utopica promessa di salvezza, il Diavolo biondo Corisco, orfano di Lampião ma con la sua banda di cangaçeiros e saranno inseguiti dall’implacabile cacciatore di taglie Antonio das Mortes.
Versione originale con sottotitoli

4 dicembre, ore 17.15

O Desafio

(La sfida)
di Paulo César Saraceni, Brasile/1965 (94’)

Il giornalista Marcelo è un giovane carioca senza prospettive a causa di delusioni politiche e amorose. Dopo il colpo di stato del 1964, il giovane si scopre impotente di fronte agli eventi e comincia a sentirsi in colpa nei confronti dei propri amici torturati dai militari.
Versione originale con sottotitoli



6 dicembre, ore 15

Ganga Zumba

(Id.)
di Carlos Diegues, Brasile/1964 (100’)

All’inizio del XVI secolo alcuni schiavi neri fuggirono dai padroni portoghesi e fondarono villaggi di soli ex-schiavi neri, come Quilombo dos Palmares. Ganga Zumba, il nipote di Zumbi, il re di Palmares, entra rapidamente in contatto con la storia della lotta e dei problemi del proprio popolo.
Versione originale con sottotitoli



7 dicembre, ore 18.30

A falecida

(t.l. La deceduta)
di Leon Hirszman, Brasile/1965 (90’)

Zulmira è ossessionata dall’idea della propria morte e desidera a tutti i costi un funerale lussuoso per compensare una vita miserabile passata nella periferia di Rio de Janeiro.
Versione originale con sottotitoli



10 dicembre, ore 18

Os fuzis

(I fucili)
di Ruy Guerra, Brasile-Argentina/1963 (80’)

Durante una carestia nel sertão di Bahia, un gruppo di soldati ed un camionista tentano di impedire che la popolazione affamata invada e saccheggi un deposito di alimenti. Dopo molta indecisione il camionista capisce di trovarsi dalla parte sbagliata della lotta.
Versione originale con sottotitoli


12 dicembre, ore 18

Menino de engenho

(t.l. Il ragazzo della piantagione)
di Walter Lima Jr., Brasile/1965 (110’)

Paraiba, 1920. Dopo la morte della madre, il giovane Carlinhos viene adottato dal nonno e dagli zii nella piantagione Santa Rosa. Durante gli anni di permanenza nella piantagione, il ragazzo è testimone dell’avvento di una nuova epoca, con l’arrivo delle moderne fabbriche per la produzione dello zucchero e le rapide trasformazioni economiche e sociali che nel bene e nel male cambieranno la vita di tutti gli abitanti, la sua compresa.
Versione originale con sottotitoli



13 dicembre, ore 18.15

Macunaíma

(Id.)
di Joaquim Pedro de Andrade, Brasile/1969 (110’)

Macunaíma è un classico eroe brasiliano: pigro, simpatico, fanfarone, sensuale, depravato, senza carattere che lotta per fare soldi senza lavorare. Durante la sua mirabolante vita, Macunaíma si sposta dalla foresta alla città, vivendo le più assurde avventure, conoscendo guerriglieri, amando prostitute, combattendo malvagi milionari, poliziotti e personaggi di tutti i tipi.
Versione originale con sottotitoli

15 dicembre, ore 18

Terra em transe

(Terra in trance)
di Glauber Rocha, Brasile /1967 (106’)

L’ipotetico stato di Eldorado è in piena crisi politica, sull’orlo di un colpo di stato. Il poeta Paulo Martins vive una crisi esistenziale diviso tra poesia e politica, interrogandosi sulle responsabilità dettate dal proprio ruolo di intellettuale di fronte ad una società in crisi.
Versione originale con sottotitoli

17 dicembre, ore 18

Antonio das Mortes

O dragão da Maldade contra o Santo Guerreiro
di Glauber Rocha, Francia-Brasile-RFT/1969 (100’)

Il cacciatore di taglie Antonio das Mortes (già protagonista di Deus e o diabo na terra do sol), con l’aiuto di una Santa e di un San Giorgio nero, affronta una serie di figure reali e metafisiche che rappresentano le diverse incarnazioni del Drago del Male nella società contemporanea.
Versione originale con sottotitoli


(schede di Michele Manzolini)

La rassegna è accompagnata da un catalogo a cura di Monica Dall’Asta e Larissa Puentes e da una serie di lezioni seminariali all’interno del Seminario storico-critico del DAMS, indirizzo Cinema:

28 novembre 2005 ore 15-17
5 dicembre 2005 ore 13-15
12 dicembre 2005 ore 13-15

Aula 6, via Mascarella 86/a - Bologna


info: 051 2195311

biglietteria: Cinema Lumière
costo delle proiezioni per gli studenti DAMS € 1,50



La Soffitta Centro di Promozione Teatrale
Laboratori DMS - via Azzo Gardino 65/a, 40122 Bologna
info: tel. 051 2092413 fax 051 2092417
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ufficio stampa
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Il Brasile negli anni Sessanta. Industrializzazione vorace. Tradizioni arcaiche. Una città ipermoderna ricavata dalla savana. Una regione immensa assetata e affamata. Immigrazione. Colonizzati e colonizzatori. Sottosviluppo. Un progetto di "Hollywood tropicale" fallito. Un regista del muto: Humberto Mauro. E un autore indipendente: Nelson Pereira dos Santos. E molta cinefilia.
     Sono questi alcuni degli ingredienti che fanno esplodere il Cinema Novo. La rassegna comprende nove dei titoli più intensi e rappresentativi del movimento. A cui si aggiunge Ganga bruta, straordinario film muto girato nel 1933 dal pioniere del cinema brasiliano Humberto Mauro, che i cinemanovisti riscoprono negli anni Sessanta facendone subito il loro modello estetico, politico e produttivo.
     Nel primo periodo i registi del Cinema Novo si addentrano con le loro cineprese nel sertão, una delle regioni più povere del mondo, con l’obiettivo di portare alla luce il Brasile che i sogni di modernizzazione nascondono. Nelson Pereira dos Santos realizza Vidas secas, una pellicola scarna e commovente, tratta dall’omonimo romanzo di Graciliano Ramos. Ruy Guerra travolge sceneggiatura e set di Os fuzis per mettere il cinema al servizio dei disperati del Nordeste. E Glauber Rocha, con Deus e o diabo na terra do sol si disfa dei modelli importati per confrontarsi con le radici culturali irrazionali e violente del paese. Frutto del lavoro di registi giovani, poveri, animati da un violento spirito utopico e creativo, il Cinema Novo rappresenta un’arte popolare che le masse non consumano, un cinema politico lontano dai partiti politici, e un’industria cinematografica in grado di sostenere la ricerca di libertà dei suoi registi.
     Il colpo di stato militare del 1964 cambia profondamente il movimento. Il cinema diventa un’arena di discussioni, confronti, autocritiche (Terra em transe, O desafio). L’attenzione dei registi torna a rivolgersi al mondo urbano (A falecida). Si tenta un cinema meno ermetico e più vicino al pubblico (Menino de engenho, di Walter Lima Jr., tratto dall’omonimo romanzo di José Lins do Régo). Infine, nell’ultima fase del Cinema Novo, troviamo un intenso coinvolgimento con la proposta culturale del Tropicalismo, di cui Macunaíma, con la sua pratica di contaminazione culturale, è un esempio particolarmente originale e ricco di suggestioni.
     A lungo considerati come l’emblema del cinema “politico” o “rivoluzionario”, i film del Cinema Novo meritano oggi di essere riconsiderati sotto una nuova luce, in primo luogo per il loro valore cinematografico e poetico, ma anche per la loro capacità di anticipare temi e problemi che si dimostrano oggi sempre più attuali, come il rapporto tra metropoli e periferia e la costruzione di un’identità culturale in grado di accogliere la contaminazione migrante.

Larissa Puentes





 


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