lunedì 2 maggio
Il Cassero
(via Don Minzoni 18)
ore 21.15 e 22.30
in collaborazione con
Il Cassero, gay lesbian center
JACK E IL FAGIOLO MAGICO
regia, scene, luci e costumi Bruna Gambarelli e Febo Del Zozzo
opere pittoriche Giuliano Guatta
ricerca video di Lino Greco e Bruna Gambarelli
con Patrizia Comitardi, Livia Gionfrida, Maurizio Mantani, Alice Padovani, Fabiana Giordano, Federica Rocchi, Guglielmo Papa, Maia Pedullà
assistenti di produzione Alice Padovani, Federica Rocchi
organizzazione Federica Furlanis
Il Cassero, via Don Minzoni 18
La biglietteria apre un’ora prima degli spettacoli presso i Laboratori DMS, via Azzo Gardino 65/a
per informazioni: tel. 051 2092413
|
Per ora mi limito a indicare la poeticità, la spontaneità, la bellezza e il senso di verità profonda della fiaba, l’allegria, la vivacità, la brillante acutezza; essa è un misto di ingenuità infantile e di profonda saggezza
Vladimir Ja. Propp
Jack e il fagiolo magico è l’ultimo lavoro rivolto ai bambini e anche agli adulti, di notevole impatto visivo, che trae la sua forza drammaturgica dalla fiaba popolare.
Jack e il fagiolo magico esplora il linguaggio della fiaba lavorando sul suo elemento fondamentale: il precorso. Le tappe significative della fiaba si svolgono lungo un tragitto di vere e proprie “stazioni”, affinché i luoghi immaginari del racconto diventino percorsi reali. Seguiamo il protagonista in un viaggio, conosciamo già la destinazione, ma vogliamo comunque procedere, verificarne tutte le tappe, dalle difficoltà iniziali alle prove da superare. L’urgenza della fame spinge Jack a cercare una soluzione in un altro mondo che si può raggiungere solo salendo lungo la pianta di fagioli. Quest’ultima diventa perciò il simbolo centrale della vicenda, poiché rappresenta l’ascensione e il riscatto di Jack dalla sua condizione iniziale. Jack supera per tre volte le prove, vince la paura dell’orco e viene ricompensato generosamente. Nelle fiabe non c’è mai delusione: si è sempre esauditi. I desideri si avverano grazie ad una serie di azioni concrete che risolvono la situazione. Jack riconquista la fiducia della madre, grazie a lui non soffriranno più la fame. Forse è diventato adulto, certo non potrà più tornare nel mondo delle nuvole perché, ci è stato detto, la pianta non germoglierà più.
Grazie all’utilizzo di proiettori e computers lo spettacolo coniuga linguaggi espressivi differenti, da quello cinematografico, (con materiali video eterogenei tratti dal repertorio del cinema delle origini e di animazione e non solo, montati per vedere la crescita della pianta di fagiolo e il Paese delle Nuvole), a quello della scena, a quello dell’arte contemporanea (con le opere – olio su tavola – di Giuliano Guatta, artista del panorama contemporaneo che si distingue per la capacità di attuare inconsuete strutture narrative). I dipinti raccontano una storia che si inserisce nella fiaba in modo autonomo, pur riprendendone echi e suggestioni.
La fiaba oltrepassa senza fatica ogni confine linguistico, attraversa diverse culture (la sua ubiquità è altrettanto stupefacente quanto la sua immortalità). Qui passerà attraverso diversi linguaggi, cinema, arte contemporanea, architettura, per giungere a quello della scena.
Laminarie
|