Chiunque si
occupi di Isabella Andreini è
destinato a scontrarsi con la
vertiginosa sproporzione fra il
rilievo mitico dell'attrice -
paragonabile soltanto a quello di
un'altra grandissima del nostro
teatro, Eleonora Duse - e la
scarsità delle conoscenze sul suo
repertorio. In altri termini, non
si è in grado di indicare cosa
propriamente recitasse la più
celebrata fra le grandi attrici
della Commedia dell'Arte. Ancor
oggi, dopo la recente fioritura
di studi, sono state esaminate
solo poche parti del suo
repertorio, che dov'è essere
certamente cospicuo. Per questo,
approfondire la figura e le opere
di Isabella Andreini significa -
anche - mettersi direttamente in
rapporto con quegli essenziali
elementi dell'arte scenica, che,
pur non supportati da
documentazioni imponenti, bastano
a garantire la fascinazione e la
duratura memoria dell'attore.
Isabella
'compose' intenzionalmente le
tracce del suo percorso umano ed
artistico? Oppure, fu il suo
percorso a lasciare di sé
sedimentazioni culturali
attraenti e pressoché
inesauribili? In altri termini,
la scoperta delle essenze
teatrali da parte dell'attrice,
avvenne sulle scene della
rappresentazione oppure su quelle
della vita sociale?
Nel
suo caso, l'opera interpretativa
- sulla quale non possediamo che
indizi - si intreccia all'identità
culturale dell'artista scenico,
definendo un oggetto d'indagine
in cui gli elementi biografici,
quelli letterari e quelli
performativi travalicano
continuamente gli uni negli altri.
Ma proprio questa circolarità di
pensieri e pratiche che avvolge e
connette la triplice identità
dell'artista teatrale (che è al
contempo individuo particolare,
persona pubblica e personaggio)
costituisce una ragione non
secondaria del carattere
rivelatorio e indicativo che
contrassegna l'arte di Isabella.
Su
questa celebre attrice, sono
state recentemente scritte pagine
importanti e sentite. Ricordiamo
in particolar modo i contributi
di Ferdinando Taviani, Cesare
Molinari, Roberto Tessari,
Stefano Mazzoni e Franco Vazzoler.
Al Seminario su Isabella
intervengono con inediti primi
piani due protagonisti della renaissance
andreiniana: Stefano Mazzoni
ripercorrerà il percorso
biografico dell'attrice, e Franco
Vazzoler le oscillazioni sua
opera letteraria fra valori
umanistici e empiria scenica.
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